C’è un aspetto riguardante la natura dell’evoluzione politica nel nostro Paese che nessuno sta considerando come merita. E’ un aspetto che quelli che si sentono intelligenti definirebbero “strutturale”, proprio perché capace di incidere e modificare le dinamiche portanti del nostro sistema in maniera organica e non occasionale. Questo aspetto mostra la plastica rappresentazione delle forze attualmente in lotta in Italia per la conquista del potere, lotta delegata solitamente nelle “democrazie liberali” alle diverse formazioni partitiche che, all’interno di un Parlamento “specchio della sovranità popolare”, sono in genere chiamate a “fare sintesi”. Nulla di tutto questo è ravvisabile al giorno d’oggi. Di fronte all’avanzata in Italia di forze non del tutto gradite al vertice della piramide mondialista, non è l’opposizione cadaverica piddina o forzista a fare “muro”, quanto la contestuale discesa in campo di tutti quei poteri- apparentemente “neutri” ma che “neutri” non sono mai stati- che hanno interesse a mantenere uno status quo fondato sull’abuso, sul privilegio, sull’avidità e sulla menzogna. Avrete notato come tutti i principali media denuncino all’unisono i pericoli derivanti dall’arrivo nella stanza dei bottoni dei cosiddetti “populisti”, ovvero di uomini e donne non ancora pienamente “ricattabili” e manovrabili dall’esterno. Questa circostanza ci costringe ad analizzare in profondità cosa significhi ai nostri giorni “libertà di stampa”, immagine quasi sempre evocata a sproposito proprio da chi, avendo una concezione tribale e banditesca del giornalismo, quella libertà non ha mai saputo cosa fosse. Il Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa e altri minori giornali cartacei non sono veicolo di idee e proposte in grado di stimolare il pensiero critico delle masse per aumentarne il livello di consapevolezza; sono invece randelli usati in maniera spregiudicata dall’oligarchia finanziaria parassitaria per mentire, ricattare, influenzare e suggestionare. Sono strumenti non di libertà ma di oppressione, pallottole di carta sparate di continuo per impedire che i servi e gli sfruttati trovino mai il coraggio di alzare la testa per chiedere giustizia e verità. Il giornalismo italiano è oramai chiaramente del tutto simile ad una “associazione a delinquere”, dove avanzano non i più bravi e colti ma i più cinici e spregiudicati, quelli che continuano impunemente e con rara faccia di bronzo ad agitare lo spauracchio del “debito pubblico” per giustificare la prosecuzione delle politiche di austerità, politiche che hanno indiscutibilmente contribuito a far esplodere proprio quel debito pubblico che apparentemente sembra assillare tanto i nostri pensosi “editorialisti a gettone” (in Italia, ad esempio, il debito pubblico è aumentato di molto durante il governo del “responsabile” Mario Monti). Per cogliere infine le scientifiche modalità di disinformazione che il sistema attua per cristallizzare un modello sociale che garantisca vita natural durante la supremazia dell’ establishment, consiglio la lettura del libro di Giovanni Fasanella “Colonia Italia”, lavoro rigoroso che ricostruisce in termini perentori i legami che nel recente passato hanno “unito in matrimonio” (spesso d’interessi, raramente d’amore) le migliori “penne italiche” alla barbe finte d’oltremanica. Arrivano ancora le veline del Mi6 (servizio segreto inglese) sul tavolo dei direttori dei nostri principali quotidiani? Speriamo che il prossimo governo sciolga l’arcano subito, senza dover aspettare cioè che tra venti anni dalle parti di Kew Gardens tolgano il segreto di Stato.
Francesco Maria Toscano
21/05/2018
Parole sacrosante e condivisibilissime.
Chapeau, Chapeau ed ancora CHAPEAU, Francesco M. Toscano !
Lei (o Tu!) è uno dei pochissimi estensori di testi pubblici che abbia il coraggio, unita alla lucidità d’analisi, di denunciare con fermezza i veri nervi scoperti della società italiana (ed internazionale!).
Anche questo articolo è totalmente condivisibile ed è come aria ossigenante in un ambiente tossico !
Grazie, avanti tutta!