Se tutti i servizi segreti del mondo- da ore al lavoro per scavare nel passato del prof. Conte al fine di trovare “macchie” in grado di impallinarlo sul nascere- hanno levato dal cilindro solo “qualche cartella di Equitalia” significa che il premier in pectore designato da Salvini e Di Maio è come minimo una persona per bene. Lo stesso non può dirsi della gran parte delle persone che lavorano dentro gli “italici giornalacci”, spesso posseduti da editori che vantano un casellario giudiziario più lungo di un fondo del generalmente molto prolisso Paolo Mieli. Vabbè, lasciamo che questi zombies con la penna si parlino addosso da soli e passiamo alle cose serie. Pare che Sergio Mattarella, nonostante le vergognose pressioni italiane ed estere, non se la sia sentita di rispedire al mittente Giuseppe Conte aprendo di fatto una imprevedibile crisi istituzionale dagli sbocchi incerti. Mattarella, che non ha certo il profilo dei cuor di leone né possiede la protervia di Giorgio Napolitano, ritiene probabilmente di poter “controllare” la mosse dei leader dei partiti definiti “antisistema” per mezzo di una strategia fintamente “dialogante” e “avvolgente”. Non dimenticate mai però che Sergio Mattarella non si determina in piena autonomia, dovendo il nostro Presidente rendere conto del suo operato alle forze che ne hanno favorito l’accesso al Quirinale, forze che in genere parlano in Europa per bocca del gran ciambellano Mario Draghi. Dovendo barcamenarsi in balia di poteri che spingono in direzioni opposte, Mattarella dovrà dimostrare tutte le sue doti di “equilibrista” per non rischiare di cadere rovinosamente. Se il Presidente della Repubblica dovesse assumere un atteggiamento di netta e chiara opposizione contro il governo nascente, arrivando al punto da impedire la nomina di ministri prestigiosi come Savona solo perché sgraditi alle massonerie europee di Moscovici e Dombrovskis, il Parlamento avrebbe gioco facile nel metterlo in stato di accusa per “tradimento della Costituzione”; se invece Mattarella si rivelasse troppo debole nel frenare il “vento del cambiamento” incarnato dai “gialloverdi” al potere, i suoi danti causa di Bruxelles e Francoforte non ne sarebbero affatto contenti. E siccome dentro certi contesti nessuno fa nulla per nulla, i giornali dell’establishment che oggi si impegnano nel lodarlo finirebbero di certo per metterlo nel mirino, usando contro di lui gli stessi metodi e gli stessi servizi segreti che in queste ore stanno facendo “barba e capelli” al povero Prof. Conte togliendo da bauli impolverati perfino vecchie cartelle di Equitalia (stanno ridotti davvero male). La situazione sul Colle è quindi tutt’altro che tranquilla e i nodi arriveranno a breve decisamente al pettine. Per uscire dall’impasse Mattarella dovrebbe garantire ai “superiori incogniti” di stanza all’Eurotower perlomeno lo scalpo del prof. Savona, visto dagli illuminati della Ue con lo stesso entusiasmo con il quale un vampiro cucina l’aglio. Matterella proverà perciò a far sostituire Savona con qualche personaggio incolore e gradito al sistema come Giancarlo Giorgetti, non a caso citato di continuo dai grandi giornali come fosse una madonna pellegrina. Salvini terrà il punto su Savona ministro o si calerà la braghe? Il destino di questa “nuova avventura” è interamente racchiuso dentro questo decisivo interrogativo.
Francesco Maria Toscano
23/05/2018