La letterina con il richiamo all’Italia scritta dai cerberi della Ue è puntualmente arrivata. I vari Juncker, Moscovici e Dombrovskis, in versione tre porcellini, si aspettano che entro oggi il governo italiano “spieghi” il senso di una manovra che secondo i pinocchietti di Bruxelles rappresenta una “gravissima deviazione rispetto alle regole concordate”. Tutto questo ipocrita casino sarebbe giustificato dalla scelta del governo di fissare in finanziaria il rapporto deficit/pil al 2,4%, un dato perfettamente in linea con quelli del recente passato e molto più basso rispetto al 3% applicato in Francia adesso dal “responsabile” Macron. Ma il 3% di Macron, nonostante le apparenze, rispetta le regole europee più del 2,4% dei “gialloverdi” perché- parafrasando l’ Orwell della “Fattoria degli Animali”- anche dentro la Ue “tutte le nazioni sono uguali ma alcune sono più uguali delle altre”. Al di là dei “numerini”, i nazisti tecnocratici che guidano (ancora per poco) il Vecchio Continente non sopportano due cose: 1) soffrono nel vedere all’opera un governo che prova ad immettere liquidità nell’economia reale; 2) sanno che immettere liquidità nell’economia reale significa rilanciare i consumi interni, far ripartire l’economia e quindi guadagnare consenso politico. L’anno prossimo si vota per le europee e i gerarchi guidati da quell’ubriacone di Juncker saranno spazzati via con ignominia nel caso in cui le ricette dei “populisti” applicate in Italia dovessero funzionare. Come faranno questi farabutti a giustificarsi di fronte all’opinione pubblica mondiale quando anche i ciechi capiranno- dati alla mano- che il rifiuto dell’austerity e le politiche “espansive” non solo fanno aumentare il Pil ma abbattono perfino il tanto strombazzato “debito pubblico”? Quel giorno i soliti parrucconi dovranno andare a nascondersi dalla vergogna, definitivamente smascherati quali luridi ascari al servizio di inconfessabili e opachi poteri privati e usurai. Queste motivazioni spiegano l’isteria di politici falliti come Moscovici, mandato in Europa per punizione dai socialisti francesi per avere combinato disastri in Patria come recentemente ricordato in un lungo e preciso ritratto pubblicato su “La Verita’” da Perna (clicca per leggere). Considerato che i pupazzi della Ue sono così squalificati e ridicoli da non riuscire ad impressionare più nessuno tranne quel deficiente traditore greco che risponde al nome di Tsipras, ecco che entrano ora in campo i “pesi massimi” evocati dai “santoni” che quotidianamente inneggiano al “dio mercato” e compiono sacrifici per placare l’ira di “Spread”, dio del vento e della volatilità dei titoli di Stato. In attesa che diano manforte i “fratelli” Fitch e Standard e Poor’s, agenzie di rating già note alle procure di mezzo mondo, è nel frattempo uscito allo scoperto il temibile colosso Moody’s, pronto a declassare il debito italiano perché i mercati temono le “mani bucate” di Salvini e Di Maio. Per chi non lo sapesse l’azionista di maggioranza di Moody’s è Warren Buffet, un tipino alla mano che, in pieno delirio di onnipotenza, ebbe il coraggio di rilasciare una simile dichiarazione: “Non è in corso nessuna crisi finanziaria ma semmai una lotta di classe, e la mia classe- quella dei miliardari- la sta ampiamente vincendo”. Anche a Warren, evidentemente, piace(va) vincere facile…
Francesco Maria Toscano
22/10/2018