La scelta di lanciare l’idea di un Risorgimento Meridionale che parta proprio da Gioia Tauro, cittadina calabrese simbolo dello stato di abbandono, degrado e povertà che affligge l’intero Mezzogiorno, ha riscosso un successo semplicemente eccezionale. Tantissime persone hanno seguito con interesse la nostra due giorni mostrando pubblicamente a tutti il volto della Calabria migliore, quella che non si rifugia né nel vittimismo né nel rancore, ma lavora concretamente per rispondere alle esigenze di tanti cittadini esasperati e rendere complessivamente più salubre la qualità della nostra democrazia. Il laboratorio culturale che abbiamo avviato in compagnia di uomini del calibro di Giulietto Chiesa, Diego Fusaro, Alberto Bradanini e Nino Galloni è libero, aperto e plurale, pronto ad accogliere e ad offrire metaforicamente un “tetto” alle tante intelligenze che, al sud come al nord, non riescono ad esprimere il proprio potenziale per mancanza di opportunità. Il comitato appena formatosi lancerà a breve un “Manifesto del Risorgimento Meridionale” da offrire a tutta la classe politica quale indispensabile strumento per pianificare efficaci strategie di sviluppo. Non intendiamo quindi calarci nei panni del “pensatore etereo” che si limita ad analizzare astrattamente la realtà lasciando poi ad altri il compito di modificare concretamente il corso delle cose. “I filosofi hanno interpretato il mondo; ora si tratta di trasformarlo”, disse qualcuno che ha avuto una certa influenza sulla Storia dell’ultimo secolo e mezzo. E noi proprio questo intendiamo fare. La proposta di candidare Diego Fusaro alla carica di sindaco della città di Gioia Tauro va quindi vissuta per quello che effettivamente è: un atto d’amore generoso e disinteressato verso la parte più isolata e sofferente dell’intero territorio nazionale. Per questo dico all’amico Klaus Davi che questa operazione, che nel complesso egli stesso ha in verità valorizzato, non può essere derubricata a semplice “passerella”, rappresentando invece un serio, solido e strutturato tentativo di offrire una alta e nobilissima alternativa rispetto alle prassi e ai metodi consolidati e spesso dissimulati vigenti, tentativo quanto mai necessario specie in una regione come la Calabria dove da troppo tempo (e questo dato a Davi certamente non sfugge) la politica è violentata e tenuta in ostaggio da gruppi di potere e di pressione che controllano e dirigono i flussi elettorali. Fusaro, ideologo di riferimento per intere nuove generazioni, simboleggia la possibile vittoria del “pensiero puro” contro l’arroganza degli “apparati”, punta più avanzata di un processo che coinvolge e unisce la parte più lungimirante della “intellighentia” nazionale in alleanza con la parte più ambiziosa e coraggiosa della società civile locale. Fusaro è quindi catalizzatore di un processo ampio e lungo che non si esaurisce con le- pur importanti- elezioni di Gioia Tauro. Il Sud da solo non può farcela, perché mancano le risorse umane ed economiche per invertire radicalmente la rotta. Formare classi dirigenti preparate è una priorità, ma fino a quando le nuove classi dirigenti non saranno formate in loco qualcuno si dovrà pur assumere l’onere di fare “supplenza”. I media e gli intellettuali dovrebbero favorire e valorizzare il nostro limpido e rivoluzionario tentativo, l’unico che può fare uscire il Mezzogiorno da una condizione di endemica difficoltà. Fare ripartire il Sud significa fare ripartire l’Italia intera. E oggi le mutate condizioni geopolitiche rendono possibile ciò che fino a ieri era solo un miraggio.
Francesco Maria Toscano
23/02/2019
Invito a consultare questo mio pezzo:
comedonchisciotte.org/di-maio-macron-o-il-pd-chi-fa-leuropeo-col-c-o-degli-altri/
Sul resto in bocca al lupo a Fusaro.
Oggi più che mai.