Francesco Maria Toscano per “Gazzetta del sud”
I giovani di confindustria intendono farsi sentire. Alla presenza del presidente provinciale, Pippo Callipo, le nuove leve dell’iniziativa privata locale hanno esposto le loro idee, dettato le priorità e analizzato il contesto. Apre i battenti lo stesso Callipo che, dopo avere preliminarmente ammesso di preferire che i giovani si confrontino da subito col mondo dei senior, ha evidenziato alcune criticità sistemiche affrontando i problemi con taglio antropologico: “Il nostro limite”, ammette Callipo, “è rappresentato dall’incapacità di fare gruppo. L’individualismo che pervade le nostre realtà ci indebolisce e ci espone ai soprusi delle cattive amministrazioni”. Per Angelo Marra, fresco presidente dei giovani industriali, “è arrivato il momento di rilanciare l’associazione attraverso la pratica applicazione di un ambizioso programma che si articola intorno a cinque punti principali. Intendiamo”, continua Marra, “promuovere alcune azioni che crediamo di stringente utilità”. Il primo punto che, in maniera criptica, i giovani industriali definiscono di “lobbing etica”, tenderebbe a “riaffermare territorialmente la posizione di preminenza della funzione economica ed etico-sociale dell’impresa e dell’imprenditore. Il secondo obiettivo, definito “azione di alfabetizzazione d’impresa”, punta invece alla “promozione dei valori della libera iniziativa e della cultura d’impresa”. Gli industriali, poi, attraverso “un’ azione di rappresentanza operativa”, vogliono “contribuire allo sviluppo del territorio provinciale e del suo sistema economico con iniziative, proposte, progetti e programmi”. Questi primi tre punti, puntualizza Marra, sono rivolti verso l’esterno, mentre gli ultimi due catalogati sotto le voci “azione aggregativa e azione formativa interna”, si rivolgono più modestamente ai singoli associati, con lo spirito di “favorire la partecipazione alla vita dell’associazione attraverso un’efficace comunicazione interna”, e di “approfondire la conoscenza delle problematiche economiche, politiche,sociali, tecniche ed aziendali, per favorire un aggiornamento a beneficio della crescita professionale dei giovani imprenditori”. Questo in pillole il cuore del vaste programme. Dopo il presidente Marra è intervenuta sinteticamente la vicepresidente dei giovani industriali, Benedetta Cozzupoli, sottolineando“l’importanza del momento formativo”. In chiusura dei lavori, il “Past President” (?), Paolo Falzea, delegato per i rapporti con le istituzioni, ha promesso severità nell’approccio con chi porta l’onere di immaginare percorsi di sviluppo nell’interesse collettivo: “Saremo di stimolo per chi governa”, chiarisce Falzea, “senza fare sconti a nessuno”. Non resta che augurarsi che una nuova classe imprenditoriale contribuisca in concreto a risollevare le sorti di un’economia come quella calabrese che mostra difficoltà strutturali così profonde da potersi presto tramutare in crisi sociale. L’uscita del pubblico dall’economia, con la trasformazione del ruolo dello Stato da imprenditore a regolatore, da un lato responsabilizza maggiormente il ruolo dei privati che fanno tutt’ora fatica a sostituire ruoli e competenze rimaste per lungo tempo sotto la comoda regia dello Stato, dall’altro deresponsabilizza le istituzioni che dietro il miraggio della libera iniziativa privata, in terre complicate come la Calabria, condannano larga parte della giovane popolazione ad attendere, spesso invano e per una vita, un posto che consenta loro di vivere una vita dignitosa come quella vissuta dai loro padri. E che nessuno risponda “competion is competion
Tarapiatapioco prematurata la supercazzola come di cappotto o scherziamo, nell’interesse generale dei giovani industriali qualcosa come vicesindaco. Senza considerare aster soppiantatati anche in quattro in prefettura.
Condividi la disamina, moralista?
Con scappellamento a destra o a sinistra ???