Francesco Maria Toscano per “Gazzetta del sud”
Una giustizia che arriva con anni di ritardo non è vera giustizia. Consapevole del problema dell’eccessiva durate dei processi, il legislatore ha pensato di predisporre strumenti utili al fine di decongestionare il sistema della giustizia civile. L’istituto della mediazione, recentemente tipizzato e reso obbligatorio per alcune materie tassativamente previste, dovrebbe appunto rispondere a questa emergenza non più rinviabile. Ma nonostante le grandi speranze che aleggiano intorno a questa vera rivoluzione nel campo della giustizia civile, non mancano di converso alcuni problemi e criticità che in modo intellettualmente onesto anche l’avv. Strangio, direttore dell’istituto di mediazione Ismed, ha riconosciuto. “Il legislatore ha sbagliato”, ha detto Strangio in apertura dei lavori di un convegno- seminario volto ad approfondire il tema in oggetto, “nel non prevedere come obbligatoria la presenza di un legale nelle diverse fasi che predispongono lo svolgimento del tentativo di risoluzione della controversia in sede stragiudiziale. Anche perché la prassi ci dice che tale presenza è avvertita come un’esigenza. Vi porto un dato: noi siamo attualmente impegnati nel tentare di dirimere circa trenta vertenze attraverso il tentativo di mediazione, ebbene, in nessun caso è assente la figura dell’avvocato. Mi auguro perciò che il legislatore torni ad occuparsi della materia, recependo le questioni sollevate dal Tar del Lazio e affrontando contestualmente in modo più stringente i rilievi mossi da più parti volti ad insinuare dubbi circa l’efficienza e la terzietà della figura del mediatore”. Per il presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro reggini, Paolo Chirico, “la mediazione è una risposta al malfunzionamento della giustizia. C’è una grandissima attesa intorno a questa novità anche se non mi nascondo i problemi. Le questioni che mi sembrano più rilevanti sono quelle che attengono al problema della garanzia di professionalità del mediatore e quella riguardante l’impossibilità di scegliere gli strumenti di difesa”. Meno ottimista il presidente dell’ordine degli avvocati di Reggio Calabria, Alberto Panuccio, secondo cui “la mediazione non abbatterà il numero dei processi. Spesso le controversie sono di natura emozionale perciò difficilmente ricomponibili. Un diffusa cultura della mediazione”, ha aggiunto l’avvocato Panuccio, “ancora non c’è. Auspico, infine, che la Corte Costituzionale si pronunci in tempi rapidi circa la legittimità di questa novità normativa”. Il Presidente del tribunale civile, dott. Luciano Gerardis, è intervenuto sottolineando l’importanza di trovare soluzioni valide per migliorare il sistema giustizia: “Siamo interessati”, ha spiegato Gerardis, “ a tutti i meccanismi che mirano a deflazionare il sistema. Fino ad oggi tutti gli strumenti pensati, aventi una filosofia comune con l’istituto in argomento, hanno dato risultati non entusiasmanti. Credo che invece la mediazione possa funzionare se saprà imporsi anche sotto il profilo culturale”. Concetti ribaditi nel suo intervento anche da Piero Panzetta, tesoriere nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro. Sul finire dell’incontro l’avvocato Cristiano Pagano, presidente concilium Adr, ha dispensato pillole di entusiasmo: “Il giudice può fallire”, sintetizza Pagano,” la mediazione, contemperando le esigenze di tutte le parti, invece no. Ritengo inoltre che diminuendo il numero delle liti migliorerà pure la qualità complessiva della giustizia”. Ultimo relatore il magistrato Ruvolo che, nonostante l’ora tarda e la complessità di alcuni aspetti tecnici della riforma, è riuscito a tenere incollati alla poltrona un numero elevato di professionisti interessati a cogliere anche le sfumature dei problemi analizzati.
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Though most from the effort still comes on the animals, good jockeys can make them run well through the competition.