La parabola di Berlusconi è finita con uno spettacolino degno del personaggio. Ben lontano dalla tragica ma intensa fine di personaggi discussi ma di spessore come Bettino Craxi, Berlusconi esce di scena così come ci era entrato: mercanteggiando. Della sua stagione politica non resterà assolutamente nulla se non lo sbalordito e sbiadito ricordo di chi dimenticherà in fretta questi anni. A meno di un quarto d’ora dalle dimissioni del Premier, già non esiste più né il Pdl né la coalizione di centrodestra. L’innaturale consenso accordato da Berlusconi al fine di favorire la formazione di un governo Monti etero diretto dai tedeschi si spiega soltanto con il desiderio di quest’ultimo di conservare “la robba”, alla stregua del Mastro Don Gesualdo raccontato da Giovanni Verga. In queste ore convulse, nelle quali si appalesa con sempre maggiore chiarezza la subalternità politica e intellettuale delle nostre pseudo classi dirigenti ai potentati stranieri, i ruoli si invertono e i personaggi trasmutano. Mentre elementi riveriti e interessatamente vezzeggiati come il Presidente Napolitano si macchiano della grave colpa storica di aver barattato la democrazia italiana sull’altare di interessi economici internazionali non del tutto confessabili, personaggi giustamente derisi perché grotteschi e improbabili si riscattano in un minuto di lucido coraggio. Mi riferisco a Mimmo Scilipoti, transfuga sui generis del famoso 14 dicembre scorso, che ha trovato il coraggio di prendere parola in Parlamento per esprimere, a parole sue, un pensiero di verità nel mezzo di un Parlamento ostaggio dell’ipocrisia. Scilipoti ha detto: “In quest’aula tutti sanno che la scelta di Monti è funzionale soltanto agli interessi di lobby bancarie. Bande di criminali….”, al che Fini, cognato del più noto Giancarlo Tulliani, ha inteso levargli la parola con fare di inutile superiorità. Un enorme vuoto politico attanaglia l’Italia e l’Europa nel mezzo di una dolosa crisi economica volta a schiavizzare i ceti medi e proletari. Sono oramai evidenti tutti gli ingredienti che rischiano di riproporre nel mondo di oggi le peggiori tragedie del novecento.
Francesco Maria Toscano