A precisa domanda dei giornalisti del Financial Times, principale giornale economico del Regno Unito, finalizzata a comprendere meglio le idee del capo della Bce circa gli effetti recessivi che le politiche iperliberiste propugnate anche da Draghi potrebbero comportare, l’inquilino dell’Eurotower ha risposto da par suo: “Voi avete qualche idee diversa?”, ribatte sfacciatamente l’intervistato denunciando una punta di fastidio. Da notare l’arroganza della non risposta di chi, non volendo entrare nel merito delle sue scelte discrezionali, tira la palla in corner opponendo domanda retorica a domanda legittima. Ma siccome Draghi, pur esercitando un potere immenso, non risponde fino in fondo del suo operato, difeso all’uopo dal suo finto status di tecnico al servizio dell’autorità politica formalmente eletta, la questione fondamentale posta dagli inviati del prestigioso giornale britannico può scivolare via così verso un tranquillizzante oblio. E invece il cuore del problema sta tutto nel quesito posto correttamente dai giornalisti inglesi, evidentemente non ancora completamente conformatisi al modello continentale attualmente in voga, quello cioè dell’auto-intervista, schema secondo il quale il potente di turno, mutuando il “modello Marzullo”, prima si fa una domanda e poi si dà una risposta. Si spera che qualche giornalista italiano si appassioni alla questione e, magari, anziché riempire la testa dei lettori di fesserie e litanie stantie che partono sempre e comunque dall’assunto falso e furbetto circa l’ indispensabilità di proseguire sulla strada dell’austerità e del rigore (per gli altri, si intende), trovi la forza di indagare in profondità sulle vere cause di una emergenza lunghissima e oramai di fatto istituzionalizzata. Potrebbe scoprire, il giornalista ipotetico, con sommo stupore, che la causa della malattia coincide quasi completamente con l’asserita cura. Certo dubito che il dogma di fede che impone a Draghi e compagnia bella (si fa per dire) di mettere in discussione la bontà di alcune scelte di indirizzo in materia di politica economica possa trovare ostacoli sul Corriere della Sera, principale testata italica. Di Draghi, per il quotidiano di via Solferino, si occupa in genere la bravissima collega Stefania Tamburello, autrice tra l’altro dell’imperdibile volume “Mario Draghi il Governatore. Dalla banca d’Italia al vertice della Bce”, edito da Rizzoli. Si tratta di una specie di biografia trionfale sulle note dell’emozione e del sentimento il cui margine critico e sobrio si coglie a pieno già dalla sola lettura del titolo minimalista. Ma a che serve la stampa? Semplice, a suonare trombe, flauti, grancasse e tamburi. O meglio, tamburelli. Fa più sobrio.

    Francesco Maria Toscano

    Categorie: Economia, Editoriale

    Un commento

    1. [...] infine una spruzzatina di agiografia Draghiana a cura della solerte Stefania Tamburello (clicca per leggere), e il Corriere è pronto per essere mandato in edicola. Ogni giorno, tutti i giorni, fino alla fine [...]

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    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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