Nemmeno per scherzo bisognerebbe inneggiare a qualsivoglia tipo di dittatura. Probabilmente non la pensa così Pierluigi Battista che nel supplemento “Sette”, numero 12, del Corriere della Sera, titola un suo pezzo “Viva la dittatura tecnica”. Sottotitolo: “Speriamo che ci salvi dal ritorno dei politici, dalle ‘narrazioni’ sconclusionate di Vendola, dalle manette verbali di Di Pietro”. Il sentimento dell’antipolitica di Battista si scaglia contro un politico come Vendola che non siede nemmeno in Parlamento e contro l’ex PM di Mani Pulite reo di non sostenere il governo Monti. Battista, in spregio della democrazia e della Costituzione, sostiene: “Dicono e auspicano che nel 2013 possa ritornare la ‘politica’. Speriamo di no. Speriamo in un congruo prolungamento della dittatura tecnica”. Poco dopo prosegue: “che i tecnici, dopo aver salvato l’Italia dalla bancarotta (?, ndr) e dal mal di spread, ci salvino pure dall’invadenza della politica. E’ una supplica”. Ma in quale paese vive Battista? Siamo in piena crisi economica – finanziaria (e di sistema) ed uno dei più “importanti” giornalisti italiani la nega come un Berlusconi qualsiasi. A proposito del Cavaliere, nell’articolo non è nemmeno citato. Se la politica è ridotta in questo stato pietoso qualche responsabilità ce l’avrà pure l’uomo solo al comando per quasi un ventennio? O No? Battista preferisce invece scegliere un bersaglio più innocuo, ovvero l’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini. Il riferimento è a quando l’ex inquilino della Farnesina andò in Parlamento a riferire sulle indagini a carico del cognato di Fini per l’appartamento di Montecarlo proprio mentre infuriava la Primavera dei popoli arabi. Su questo punto si può concordare, ma adesso quali meriti possiamo accordare al neo Ministro Giulio Terzi di Sant’Agata? Siamo forse più rispettati di prima? Proprio sul piano internazionale l’Italia sta dimostrando tutta la sua fragilità ed inconsistenza. Il Governo è commissariato giacché sta eseguendo punto dopo punto i diktat contenuti nella lettera inviata dalla BCE. Quali sono i cosiddetti successi del Ministro degli Affari Esteri Terzi di Sant’Agata? Forse il fallito blitz inglese in Nigeria culminato con la morte di Franco Lamolinara, in cui siamo stati informati ad operazione avvenuta e nessuno oltremanica si è sentito in dovere di rivolgere delle scuse all’Italia. La rispettabilità, la sobrietà, il prestigio, nulla hanno potuto nemmeno riguardo al caso dei due marò arrestati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori. E cosa ancor più grave, ma poco nota, è la sciagurata decisione dell’esecutivo di appoggiare le sanzioni europee nei confronti dell’Iran. Una vera e propria scempiaggine in tempi in cui l’oro nero segna ogni giorno record stellari. L’editore, economista e scrittore Elido Fazi, criticando la decisione del governo italiano, nel suo ultimo saggio titolato: “La terza Guerra Mondiale? Libro primo. La verità sulle banche, Monti e l’Euro”, scrive: “[…] il 31 dicembre 2011. Mentre qui da noi tutti pensavano al veglione di Capodanno e si ubriacavano facendosi stupidi auguri per un felice 2012, lui (Obama, ndr) a Washington firmava una legge che obbliga il Congresso a punire qualunque organizzazione finanziaria che faccia transazioni con la Banca Centrale dell’Iran, che ha avuto l’ardire di aprire una Borsa del petrolio dove si tratta in euro ed altre valute, non in dollari. Immagina come può sentirsi un italiano come me quando lunedì 23 Gennaio l’Unione Europea, cioè in questo caso Londra e Parigi, gli stessi della guerra contro la Libia, dà il via libera alle nuove sanzioni europee contro l’Iran, decise dai ministri degli Esteri dei ventisette Stati dell’Unione. Una vera e propria mazzata soprattutto per l’Italia, il paese europeo più dipendente dal petrolio e dal gas iraniano, e che in teoria avrebbe sei mesi di tempo per trovare fonti alternative. La domenica prima, con grande valenza simbolica, la portaerei ‘Abraham Lincoln’, seguita da una flotta comprendente la fregata inglese ‘Argyll’ e una nave da guerra francese, aveva attraversato lo Stretto di Hormuz, nel Golfo Persico, lo stretto dove deve passare gran parte del petrolio estratto nell’area. Il nostro non-eletto ministro degli Esteri ha rassicurato tutti: per noi non si tratta di nulla di grave. Ma è sicuro signor ministro dal nome tanto altisonante? A me risulta – ma non sono io che lo dico, è l’ ‘Economist’ del 21 gennaio – che l’Italia è il più grande importatore europeo di petrolio iraniano, dopo la Cina, il Giappone, l’India e la Corea del Sud. Gli italiani non leggolo il ‘Financial Times’, e fanno bene. Eppure il giornale economico inglese il 26 gennaio riporta in prima pagina alcune notizie interessanti: ‘Iran threatens top re-empt EU oil embargo by halting exports’. Cosa dice questo articolo? Che l’Iran non ha nessuna intenzione di aspettare che entri in vigore il divieto a luglio del 2012, il parlamento iraniano sta mettendo a punto in tutta fretta una legge che vieterà le esportazioni all’Europa da subito. Dovrebbe essere approvato a giorni. Mica mancano i clienti! La Cina e l’India saranno più che contente di comprare il petrolio che non arriverà più in Europa. E’ sicuro, signor ministro degli Esteri, che per noi non c’è nessun problema? Perché non accetta un pubblico dialogo? Gliele faccio io le domande. Perché una banca come Société Générale ritiene che a seguito dell’embargo il petrolio, il Brent Crude, supererà presto i 150 dollari al barile? E’ sicuro che l’Italia, il paese che avrà quest’anno una delle peggiori recessioni della sua storia – il FMI prevede il PIL a -2 per cento o anche meno – non ne risentirà?”. Bravo Fazi, ma forse tutto questo Battista, come Alice, non lo sa ed infatti chiude il suo articolo con un patetico invito all’armi: “Tecnici salvateci voi. Armatevi di spread e colpite duro. Tutto ma non il ritorno degli zombie. Non ce lo meritiamo più”. Mancava solo un eia eia alalà.
Il Vicemoralista
Emanuele Bellato
Meraviglioso. Ma piggi Battista era puntualissimo a chiedersi, come tanti d’altronde, se berlusconi ai tempi avesse chiamato in questura convinto che ruby fosse la nipote di moubarak..
Quindi, ca va sans dire, il problema era l’olgettina! Via loro via tutti i mali!
Più chiaro di così!!!!!
Un grazie anche al vice. Perfetto!