C’è una ipocrisia di fondo intorno al caso Lega che finisce con l’innervosire più delle oggettivamente sconce condotte dei filibustieri padani. Da venti anni i partiti della cosiddetta seconda Repubblica sono contenitori vuoti, gruppi di affaristi cementati dal comune interesse per il potere. I diversi partiti presenti in Parlamento non indicano nessuna prospettiva ideale, sono grigi, composti da apparati improbabili e ignoranti, dove neppure la presenza in qualche commisione parlamentare di Cetto La Qualunque in persona desterebbe impressione. La selezione delle classi dirigenti avviene al ribasso. I più ignoranti, i più corrotti e i più fedeli e assidui nell’adorazione del corpo mistico del leader di turno hanno più chance di fare carriera. La cultura non è più un requisito tra quelli richiesti per rappresentare con dignità le istanze dei cittadini. E non mi riferisco soltanto ad una specifica cultura politica, che dovrebbe indurre un Parlamentare di sinistra a fare e proporre cose diverse da uno di destra proprio sulla base di una profonda interiorizzazione di uno specifico filone culturale con relativi pensatori di riferimento. No. Mi riferisco proprio ad un concetto di cultura spiccio e minimale che, riscoprendo il pudore, induca chi ha velleità pubbliche a sforzarsi nel leggere un libro almeno una volta l’anno e a provare a spiegarsi in una lingua comprensibile ai suoi simili. Classi dirigenti composte trasversalmente da questo tipo di materiale umano, ma che cosa volete che facciano? Fanno le uniche cose che sanno fare e che hanno sempre fatto: intrallazzi, ruberie, promesse, minacce e imbrogli. Ma voi pensate veramente che questa realtà desolante, rappresentata con gusto dai giornali vicini a Monti, riguardi soltanto la Lega? O pensate veramente che le chiacchiere ipocrite di gente come Casini che ha fatto eleggere sempre il peggio che l’umanità propone, possano servire a fare approvare una legge che punti a ripristinare un minimo di etica pubblica? Non facciamo ridere. Fini, Casini, Berlusconi, Bossi, Vendola e Di Pietro guidano partiti personali, forgiati secondo la sensibilità singola e insindacabile dei relativi leader maximi. Se fanno schifo è perché probabilmente chi li guida ne rappresenta una brillante sintesi. I tecnici al potere non sono una soluzione rispetto ai limiti della politica. I tecnici non hanno cultura politica, ma possiedono prevalentemente strumenti procedurali, la cui sublimazione non è mai foriera di sviluppo, ma produce in genere guasti di dimensioni enormi come l’opera di Monti dimostra chiaramente. Non sarà una nuova Mani pulite a ridarci una classe dirigente degna di questo nome. Ma solo una paziente opera dal basso, ricostruendo luoghi di incontro e di formazione per le giovani generazioni, chiamate di nuovo a competere per assurgere a posti di responsabilità con le armi della conoscenza, del coraggio, dell’etica e del carisma. E non facendo il lavoro sporco per i soliti sepolcri imbiancati. Buona Pasqua.
Francesco Maria Toscano
Di puntate delle Iene, per guardare il più facile e terra terra programma televisivo, sull’argomento ce n’è a bizzeffe. Ed anche recenti.. (vero moralista!…). E lo spaccato che ne viene fuori è sempre desolante, ma anche bizzarro, grottesco. E come se appartenesse ad un’altra dimensione. Ad altro!
Questo è quello che ci ha consegnato un’opera di “ristrutturazione” come Mani pulite.
E con se, uno che qualche “merito” (leggi colpa..) ce l’avrà in tutti questi anni…
O no?