Saranno gli elettori di Marine Le Pen a decidere chi sarà il nuovo presidente di Francia. Uno scenario inedito per un Paese con una consolidata tradizione democratica ed europeista come la Francia. A dispetto delle vecchie categorie di destra e di sinistra, annullate dalla costante supremazia ad ogni latitudine di una tecnocrazia incolore, vincerà Hollande. L’elettorato della Le Pen non è composto dai classici elettori xenofobi che tifano in prima battuta per la destra estrema e, alla bisogna, si rifugiano sotto la gonnella del candidato gollista. La Le Pen ha messo al centro della sua polemica politica la lotta senza quartiere a questo modello di costruzione europea, trainata dalla finanza immorale e generatrice di lutti, miseria e diffuse povertà. La questione dell’immigrazione rimane sullo sfondo rispetto alla prioritaria battaglia contro l’oscuro dominio dei vaporosi “mercati”, che commissariano dappertutto la democrazia imponendo elementi organici come Monti e Papademos in Italia e Grecia, e burattini al guinzaglio come Rajoy e Sarkozy in Spagna e Francia. In questo senso gli elettori del Front National potrebbero sentirsi più garantiti dal socialista Hollande, il quale in campagna elettorale ha promesso un’altra Europa, che non dal candidato uscente Sarkozy, distintosi per lo zelo ossequioso con il quale ha assecondato negli anni tutte le pulsioni neonaziste della cancelliera tedesca Merkel. Non so se i neofascisti francesi rappresentano un pericolo peggiore rispetto al fascismo finanziario che già domina nel Vecchio continente. Di sicuro, a differenza dei nazisti imbellettati e in giacca e cravatta della Troika, che hanno già devastato Atene e si apprestano a riservare lo stesso trattamento alle altre capitali degli Stati dell’Europa meridionale, i fascisti non dissimulati quando cambia il vento in genere non finiscono dietro la scrivania di una grande multinazionale, ma appesi per i piedi a Piazzale Loreto. Non è una differenza da poco. Il sangue versato dai tecnocrati, invece, non ricade quasi mai su chi lo ha intenzionalmente provocato. Le torce umane di Syntagma o i suicidi italiani, per capirci, non avranno mai di sicuro giustizia su questa terra. A dare retta ai principi dell’omeopatia, infine, c’è da stare allegri. Similia similibus curantur.

    Framcesco Maria Toscano

    Categorie: Esteri

    3 Commenti

    1. alessandro scrive:

      Condivido anche questa analisi, soprattutto quando rammenti che non si può liquidare con faciloneria l’elettorato della Le Pen con l’etichetta di ultra-nazionalista xenofobo (anche se la Madame lo è… eccome!). La Le Pen è stata abile nel catalizzare il malcontento delle classi operaie francesi, le aspirazioni nazionaliste frustrate dal servilismo di Sarkò alla Merkel, le critiche alla turbo-finanza, oltrechè la lotta all’immigrazione clandestina (ovviamente degli islamici…).
      Molti francesi, in buona fede, non sanno che un personaggio del genere non avrebbe risolto i loro problemi. A problemi grandi si risponde con un grande cambiamento, anche attraverso un forte messaggio di rottura, ma la vera politica è spesso mediazione. Eppoi questa gente generalmente quando va al comando non combina niente, non risolve i problemi e quindi si sa su chi scaricherà le colpe…

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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