Il mio amico Gioele Magaldi, leader del movimento di opinione Democrazia Radical Popolare, indica da tempo e in solitaria le criticità principali che rendono la nostra Europa matrigna. L’ossessione per il rigore, l’incapacità di procedere verso una auspicabile unificazione politica, il tentativo di distruggere alcune conquiste di civiltà come il diritto al lavoro, all’istruzione e alla salute, sono solo alcuni fra gli obiettivi visibili perseguiti con cinico impegno dalle classi dirigenti continentali capitanate dalla robotica Merkel. Ritengo che la lettura del libro di prossima uscita “Massoni, società a responsabilità illimitata”, scritto da Magaldi ed edito da Chiarelettere, consentirà di cogliere con scientifica profondità le ragioni, occulte e dissimulate, di alcune linee di indirizzo politico considerate oramai irragionevoli perfino dalla parte più intelligente dei guardiani di regime. Intanto, sulla scia dei risultati elettorali francesi e greci, i grandi giornaloni cominciano ad interrogarsi sulla bontà di alcune politiche bollate come indispensabili fino a ieri sera. Il nuovo mantra è quello della crescita, da conciliare naturalmente con l’indispensabile rigore. Tanti commentatori nostrani cominciano a barcamenarsi nervosamente tra la difesa delle ragioni dell’austerità e la paura che si impongano idee nuove ed opposte. I nostri opinion leader mostrano a dire il vero più paura di finire spiazzati, che non di cadere nel ridicolo. Gli stessi che hanno decantato le lodi di un provvedimento criminale come quello che inserisce l’obbligo di pareggio di bilancio nelle diverse Costituzioni europee e che oggi, dopo la vittoria di Hollande, chiedono di aggiungere non meglio precisati “capitoli per la crescita”, si trasformeranno in ultrà neokeynesiani nel caso in cui dovessero prendere definitivamente atto che il vento è cambiato per davvero. Chi non crede in nulla, a parte il proprio interesse privato, ha il vantaggio di poter servire come Arlecchino più di un padrone. E’ inutile quindi sprecare energie per tentare di convincere con le armi della ragionevolezza chi professa un’idea solo nella misura in cui risulti compatibile con i propri interessi privati. Una volta costretto il pastore a cambiare percorso, tutte le pecore si adegueranno belando. I toni, improvvisamente cauti, del circuito mediatico di regime danno forza al ragionamento appena esposto. Persino la Gazzetta del Sud, giornale dal quale mi sono allontanato in polemica con una linea editoriale cinica e insensibile rispetto al dramma vissuto dalla vicina Grecia, ha cominciato a raddrizzare la rotta. In un pezzo pubblicato ieri Domenica 6 maggio, il giornalista Piero Orteca trova infatti il coraggio di denunciare tutti i limiti delle politiche economiche iperliberiste avallate negli anni dal presidente uscente francese Sarkozy in tandem con la cancelliera tedesca Merkel. Evidentemente il cambio alla guida del giornale messinese, con la nomina per certi versi inaspettata del nuovo direttore responsabile Alessandro Notarstefano, ha già prodotto i primi salutari effetti.
Francesco Maria Toscano
Sono ansioso di leggere il libro di Magaldi..
Per un complottista moralista per natura, è pane per i propri denti!
Lunga vita ai moralisti. E cmq meglio il Moralista.it che la gazzetta del sud!