Si respira un clima sempre più teso in Italia. Il tentativo di cinesizzare i cittadini attraverso misure di austerità che servono solo a chi le propone è stato smascherato dal voto. Monti e Napolitano non godono più della fiducia degli italiani che, votando in massa Grillo, hanno fatto capire chiaramente di non essere più disposti a subire in silenzio. Il circuito di potere che ci comanda, non reggendo più il suo dominio sul consenso seppur tiepido, è costretto perciò a rilegittimarsi con la forza. Da ora in avanti i nostri governanti assumeranno metodi interni sempre più pericolosamente simili a quelli in voga nella Siria di Assad. Il dissenso, anche quello critico, pacifico e argomentato, non sarà più tollerato. Emblematico il caso, riportato ieri da tutta la stampa asservita, dell’avvio di una inchiesta a carico di ignoti aperta dalla procura di Nocera, che ipotizza la configurazione del reato di “offesa e vilipendio al presidente della Repubblica”, sulla scia delle polemiche susseguenti all’infelice frase di Napolitano volta a sminuire il risultato elettorale del Movimento 5 stelle. La chiara repressione del dissenso rappresenta un pericoloso salto di qualità. Nel 1991 il Partito Comunista appena divenuto Pds di Occhetto e Napolitano propose addirittura la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica del tempo, Francesco Cossiga. Oggi invece, mentre l’Italia ha ceduto la sua sovranità politica, economica e monetaria a potentati stranieri, anche attraverso la nomina di un premier come Monti non eletto ma gradito alla potenza germanica, è rischioso perfino manifestare dissenso. Si sente in lontananza l’eco dei carri armati sovietici che insanguinarono l’Ungheria nel lontano 1956. Un altro aspetto inquietante riguarda il riemergere di rigurgiti neoterroristici. Molte stragi del nostro passato sono rimaste impunite. Altre, come quella che costò la vita al giudice Borsellino, hanno consegnato alla pubblica opinione colpevoli di comodo, condannati sulla base di processi costruiti intorno alla figura farsesca di Vincenzo Scarantino. Endemicamente, durante fasi politche instabili che configurano un possibile vuoto di potere, in Italia ritornano tentazioni terroristiche. Bisogna fare molta attenzione perché le inchieste palermitane sulla trattativa Stato-mafia chiariscono il livello di spregiudicatezza della nostra classe politica, mentre ai vertici di molti corpi militari siedono ancora tranquillamente tanti protagonisti della mattanza della scuola Diaz, avvenuta a Genova nel 2001.
Francesco Maria Toscano
In Spagna il comune ha emanato un’ordinanza di chiusura di due piccole emittenti televisive locali solo perchè danno ampia copertura agli indignados del movimento del 15 de mayo. Ovviamente l’ordinanza è illegale perchè la legge spagnola garantisce la libertà di stampa, ma il solo fatto che istituzioni pubbliche mostrino il muso cattivo del potere significa che la situazione politica è ben peggiore di quella che appare. Si vuole trasformare l’europa in una serie di “Land” esteri di quello che ormai assomiglia sempre di più ad un quarto Reich germanico. Il debito e i professori stanno tentando di riuscire oggi dove hanno fallito le Panzer Divisionen quasi 70 anni fa.
Però c’è una differenza da allora, 500 milioni di cittadini europei non si faranno inglobare nel nuovo Volk pan-europeo.
Ho commesso un errore volevo scrivere:
“In Spagna il comune di Madrid ha emanato un’ordinanza di chiusura…”
A richiesta, si replica. Gli anni Settanta sono morti e sepolti, il Muro di Berlino è crollato da più di venti anni e con esso il comunismo reale, ma ancora si tenta di riportare in auge i fantasmi del passato, di un periodo calato a forza dall’alto e dall’esterno nella società italiana, come se il tempo fosse passato invano.
I mandanti dell’agguato di Genova, non potendo rinfrescare il clima delle Brigate Rosse, perché obsoleto, bruciato, inflazionato, hanno estratto dal cilindro delle mistificazioni nuovi terroristi, gli Anarchici insurrezionalisti, che promettono altri scempi (credo che i veri anarchici inorridiscano). Nel modus operandi del delitto c’è lo stesso corredo dei predecessori, pompato mediaticamente ai quattro venti: i comunicati di rivendicazione, con ovvie varianti e aggiornamenti, la pistola, rigorosamente di fabbricazione russa, poi il riferimento al “capo”, Bakunin al posto di Marx.
Mi sembra che non manchi nulla, questa sceneggiata è un tentativo ridicolo, puerile, smaccatamente strumentale al gioco delle oligarchie dominanti, una cortina fumogena per allocchi (“fate i bravi, non lamentatevi, altrimenti è peggio”). Credono ancora che dormiamo imbambolati in piedi o che siamo appassionati di asini volanti?
In questa Italia sgangherata, collassata, saccheggiata da mille egoismi ed ipocrisie, divorata con insaziabile avidità, non c’è forza né volontà per il rigurgito di vecchie ideologie, tranne a chi ha le leve del potere in mano.
Purtroppo, indipendentemente dalla teatralità di gesti ingannevoli, il terrorismo rimane un gioco sporco, maledettamente serio, drammatico, tragico. E’ il sangue e il dolore delle persone colpite e dei loro familiari.