La figura di Hollande suscita molte speranze. I popoli europei, stanchi di vivere una condizione di cronica sofferenza, vogliono affidarsi ad un uomo capace di cambiare radicalmente le parole d’ordine che guidano la governance europea. Non più spread, mercati, bund, rigore e fiscal compact ma lavoro, crescita, salari, pensioni, sanità ed opportunità. Oggi il nuovo presidente francese incontrerà la Merkel a Berlino con l’intento, rivelano le cronache, di rendere i tedeschi più malleabili sul fronte dell’austerità. Credo sia un approccio non del tutto convincente. I tedeschi perseguono una linea che ha permesso al loro Paese di difendere le loro esportazioni soffocando la concorrenza dei Paesi dell’Europa meridionale. E’ plausibile pensare che la Merkel non arretrerà di un millimetro sul punto. L’obiettivo di Hollande non deve essere quello di persuadere la Merkel circa la bontà delle sue proposte. Hollande deve limitarsi ad assumere in piena autonomia decisioni che marchino una netta discontinuità con le politiche rigoriste del passato. La Francia può oggi mettersi alla guida di un processo storico di proporzioni molto rilevanti, conducendo l’Europa verso nuovi lidi, diversi e insperati, rispetto al deserto di ideali, speranze e prospettive preparato dall’attuale tecnocrazia al potere. Ma per farlo, Hollande deve trovare il coraggio di abbandonare i vecchi riti, di non inseguire il compromesso ad ogni costo, di difendere alcuni principi di giustizia sociale in un’ottica totalizzante e quindi non negoziabile. Più che alla Merkel, il successore del pessimo Sarkozy deve parlare al popolo tedesco, composto da tanti uomini e tante donne sicuramente molto migliori della classe dirigente miope e ottusa che li rappresenta. Il voto con il quale i tedeschi della popolosa regione del Nord Reno Westfalia hanno bocciato il partito del Cancelliere in carica, rende evidente lo spirito solidale che permea la parte più avanzata della società teutonica. I tedeschi hanno probabilmente imparato molto dai tragici errori del loro passato, e non si faranno perciò trascinare facilmente in un vortice di tensione con il resto d’Europa solo per assecondare il capriccio della Merkel. Hollande deve dimostrare di non essere quella figura scialba e opaca dipinta dai suoi detrattori. Deve cogliere fino in fondo l’importanza del suo ruolo e proiettarlo con generosità e lungimiranza all’interno di un percorso politico di valenza storica. Deve tendere una mano alla Grecia ferita e umiliata, mitigando le sofferenze di un popolo provato che non può essere più sottoposto a macabre e sadiche liturgie pagane fatte di sangue e sacrifici. Deve infine ignorare i tanti figuri scaltri e provinciali che, specie in Italia, sperano di ritagliarsi il ruolo di infidi mediatori. Deve in una parola dimostrare di essere uno statista.
Francesco Maria Toscano
Quelli che oggi definiscono Hollande scialbo, tiepido, uomo comune, magari erano gli stessi che condannavano il personalismo della politica, ossia il culto della personalità e l’imbonimento comunicativo molto utilizzato da Berlusconi e dallo stesso Sarkozy in Francia. Ora che è arrivato un politico il cui successo è dipeso dalla forza delle sue proposte e non nel fare il fighetto con Carla Bruni, l’uomo è scialbo! i veri insipienti sono quelli che continuano con queste menate del culto della personalità, finito con i due non-amici Sarkò-Berlusconi.
Comunque vediamo oggi come va il duo ormai ribattezzato “Merkhollande”, che a me suona un pò male..pare un pò stonato
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