Per non disperdere energie contro personaggi innocui, subalterni e servili, è bene cercare di capire con chiarezza quali sono i centri decisionali che impongono linee di indirizzo finalizzate a gettare nella miseria i ceti più deboli e meno protetti. Per aggirare la forza della democrazia, capace comunque di impedire che le classi dirigenti risultino sempre politicamente irresponsabili rispetto alle scelte imposte, sono state scientificamente costruite e pensate alcune sovrastrutture sovranazionali in grado, lentamente, di trasferire prerogative stringenti dal controllo dei governi nazionali, magari pessimi ma comunque eletti, verso altri centri di potere non rappresentativi, elitari e antidemocratici. La Commissione Europea, la Bce, il Consiglio d’Europa ma anche l’Ocse e il Fondo Monetario Internazionale costituiscono l’ossatura del potere reale, protetto da una cortina di forze di cartapesta rappresentate anche dai diversi partiti nazionali e dai rispettivi leader, buoni da buttare al macero quando arriva il momento di saziare strumentalmente la bestia della rabbia popolare. Questa complessa e ingegnosa architettura, in grado di svuotare nei fatti la democrazia senza di fatto ammetterlo, paralizza il desiderio e la necessità di cambiamento richiesta dai cittadini europei. Paesi importanti come Francia e Germania esprimono ancora una rappresentanza democraticamente eletta in grado di incidere sulla formazione degli equilibri dei veri centri di potere sovranazionali sopramenzionati. Gli altri, specie i Paesi del sud, sono totalmente commissariati. I Paesi poi più subalterni, come l’Italia e la Grecia, quelli cioè che esprimono le classi dirigenti politiche evidentemente più ricattabili, vengono umiliati alla luce del sole attraverso l’imposizione ai vertici dello Stato di uomini diretta emanazione di precisi consessi oligarchici come Monti e Papademos. Questo modello di Europa, involuto, ingiusto e a tratti macabro, non è certamente risultato del caso. E’ al contrario la pratica realizzazione di una idea storicamente meschina, evidentemente elaborata all’interno di templi massonici reazionari da uomini che, come Schacht, hanno inteso mettere la loro intelligenza al servizio del male più oscuro e profondo. Senza comprendere a fondo questi aspetti, che superano l’aspetto puramente politico per invadere campi diversi, dalla filosofia alla religione, è impossibile risultare compiutamente attrezzati per realizzare un incisivo cambio di paradigma. Un aiuto in questa direzione verrà dalla lettura del libro “Massoni”, edito da Chiarelettere e scritto da Gioele Magaldi. Un libro che spiega realtà complesse e articolate senza mai indulgere al facile sensazionalismo da circo che tanto piace ai complottisti planetari in servizio permanente. Un effettivo cambio di prospettiva presuppone una conoscenza dei fatti non epidermica né emozionale, che non può però venire da media perlopiù in mano a personaggi riconducibili agli stessi mondi. Chi vuole proseguire nel perdere tempo, continui quindi ad appassionarsi intorno al dibattito sulla foto di Vasto e alle piroette di Casini. Chi invece, come canticchiava la pubblicità della Rowenta, non si accontenta, si sforzi di studiare e approfondire tutto ciò che è nascosto. Nulla è più democraticamente rivoluzionario di un popolo per larghi aspetti illuminato e consapevole.
Francesco Maria Toscano
Ce lo sta facendo sospirare questo libro il Maestro Magaldi, che ho saputo che domani interviene a Frosinone in un convegno organizzato da Ecodellarete, al quale parteciperà anche il Prof. Bagnai e Dicorimodigliani (praticamente gli autori dei miei blog preferiti). Ci sarei voluto essere, ma non posso. Tu Francesco parteciperai?
Sarebbe ora di pubblicare il libro “Massoni…” anche perchè le teorie del complotto si moltiplicano e le banalizzazioni del vero back office del potere alimentano gli egocentrismi dei vari complottisti della rete, che spesso ricamano su trame oscure per incantare e catturare spazi pubblicitari nei blog, utilizzando sempre le solite solfe della nuovo ordine mondiale della bildemberg, trilaterale ecc.
Io ho sempre pensato che gran parte delle azioni delle grandi corporation e dei grandi gruppi finanziari non sono mosse da burattinai che controllano il mondo, secondo un disegno unico complessivo da cui tutti e tutto dipende. La decadenza del sistema produttivo mondiale è dato anche dall’egoismo e dallo sfrenato individualismo degli attori del mercato (che sono anche indipendenti e rispondono solo a se stessi e alle loro tasche) che hanno come obiettivo quello d’incamerare profitti a breve termine in conto capitale, molto semplicemente, senza troppi film di giochi di potere. Senz’altro ci sono delle spinte massoniche, dei think tank e delle lobby organizzate che fanno il gioco dei grandi capitalisti il cui unico obiettivo è il profitto, lo sfruttamento a loro vantaggio dell’accelerazione improvvisa del processo di globalizzazione, che muove nella direzione della cinesizzazione delle classi medie e dei lavoratori, anche attraverso minaccia di delocalizzazione delle imprese. Col cavolo che la lotta di classe è roba vecchia! Il lavoro di Magaldi farà senz’altro luce su questo. Ieri sera ho assistito all’intervista di Monti su LA7 e mi ha colpito il suo imbarazzo (10 secondi di silenzio.. non trovava le parole) alla richiesta del conduttore di un commento ad un servizio che descriveva le condizioni di lavoro e la paga dei lavoratori di una società di Call center. Stipendio poco più di 200 euro al mese. Sono i cosiddetti “minijobs”, tanto diffusi anche in Germania. Che schifo!
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Francesco, conosci il fenomeno del “peak oil”? Unito al “peak-quel-che-ti-pare” (ovvero alla crescente inadeguatezza delle risorse disponibili a fronte di una trabordante massa di gente che ne avrebbe bisogno) secondo me aiuta parecchia a capire cosa c’è dietro all’attacco che stiamo subendo. La finanza c’entra solo fino a un certo punto, e neppure poi tanto importante. E’ lo specchietto per distrarre dal vero obiettivo delle operazioni alle quali stiamo assistendo. Consapevoli del fatto che non c’è più trippa per tutti i gatti, i gatti più grossi si impegnano per montare sulla testa degli altri e non pagar dazio. E ci riescono, perché gli strumenti a loro disposizione sono potentissimi. A mio avviso converrebbe ridimensionare l’attenzione che riserviamo alla finanza che ci viene agitata sotto al naso e cominciare a guardare la mano che la agita, chiedendosi perché lo fa.