Il Pd e il Pdl faranno la fine dei partiti greci Pasok e Nuova Democrazia, spazzati via nelle urne dal popolo ellenico, intuitivamente consapevole del rapporto incestuoso e politicamente corruttivo che lega i leader dei principali partiti, Venizelos e Samaras, alla tecnocrazia schiavista insediata a Bruxelles in posizione di assoluta subalternità. Questa convergenza parlamentare tra forze di finta-destra e forze di fonta-sinistra, unite nell’applicare le stesse identiche politiche folli e criminali cristallizzate anche nel famoso Memorandum, ha determinato l’ovvia esplosione elettorale di un partito, Syriza, che esprime una classe dirigente credibile, ben guidata dalla figura carismatica di un giovane leader come Alexis Tsipras. Nei Paesi dell’area euro culturalmente più deboli e provinciali, come l’Italia e la Grecia, l’oligarchia che usurpa le istituzioni europee ha deciso di applicare lo stesso schema di gioco al fine di valutarne freddamente gli effetti. Questo esperimento, non meno crudele di quelli più noti del nazista Mengele, ha dimostrato alcune cose. 1) La formazione di governi di larghe intese, sulla scia dell’atteggiamento complice e ipocrita della nomenclatura dei partiti che esprimono una nutrita compagine parlamentare, genera ad ogni latitudine vuoti di consenso riempiti da chi assume posizioni di forte critica.2) Non è più sufficiente, al fine di impedire che la pubblica opinione colga la strumentalità interessata di alcune spericolate operazioni politiche (tipo quella che ha portato Monti al governo), il controllo ossessivo dei principali media, televisivi e cartacei. Internet ha già evidentemente modificato equilibri e rapporti di forza che parevano granitici. Se in Grecia Syriza diventa dal nulla il primo partito, in Italia il Movimento 5 Stelle conosce una crescita inarrestabile di consensi. Dinamiche simili ma logiche profondamente differenti. Syriza è un partito che ha sviluppato una piattaforma politica coerente ed economicamente ferrata, il movimento di Grillo vive invece sulle folate istrioniche del suo geniale ma cameratesco guru barbuto. Non è una differenza da poco. In ogni caso Pdl e Pd si avviano con animo differente verso la sicura estinzione. Mentre l’atteggiamento di Berlusconi è chiaramente il risultato di un cinico baratto (immolo il partito alla causa, sembra dire il re di Arcore, a patto che mi garantiate impunità e salvaguardia dei miei personalissimi interessi economici), il Pd morirà come al solito di stupidità e supponenza. Bersani, e con lui quella specie di orripilante politburo che guida il partito con rara miopia, è intriso di quella stessa cultura sovietica convinta che le masse asinine vadano guidate perché incapaci di cogliere la profondità degli eventi. Nelle urne invece l’imitatore di Crozza a sua insaputa si accorgerà che le masse, per quanto coglione, non sono stupide quanto il segretario del Pd e hanno capito tutto benissimo. Alcuni quarantenni che militano con ruoli differenti nel Pd e nel Pdl, ancora troppo giovani per finire sulle panchine dei giardinetti, fiutata l’aria, hanno cominciato intelligentemente a riposizionarsi. A sinistra, il responsabile economico del Pd Stefano Fassina ha infranto il tabù delle elezioni anticipate, ritrovando la voce dopo un lungo e colpevole periodo di ingiustificata afonia. A destra, dove la percezione di imbarcare acqua fino ad affondare è ben più presente, è improvvisamente uscito allo scoperto, attraverso un’intervista al quotidiano dei vescovi Avvenire, il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, calato nelle insolite vesti del rottamatore per l’occasione (clicca per leggere). Il mare è in tempesta e le scialuppe sono finite. Questa volta si salveranno solo quelli che sanno nuotare per davvero.
Francesco Maria Toscano
ma speriamo finiscano come il Titanic!!!
Moralista, Bersani non assomiglia tanto a Antonio La Trippa?.. Facci caso!
“Italiani, cittadini, condomini, casigliani….”
ciao
[...] è identico al Pasok greco: un partito con un vertice etero-diretto perché ricattato e corrotto (clicca per leggere). E’ curioso notare infine come i tedeschi continuino a spiegare la crisi fondamentalmente [...]