C’è qualcosa di profondamente irrazionale nel periodo storico e politico viviamo. Nel turbinio di dichiarazioni che quotidianamente si susseguono, tutte volte a delineare un quadro a tinte fosche che presto “trascinerà anche l’Italia nel girone oscuro destinato alla nazioni insolventi”, si fa fatica a focalizzare lucidamente gli aspetti decisivi del contendere. Gli italiani sono volutamente terrorizzati dai media, specie da quelli di proprietà delle banche, circa l’assoluta necessità di profondere, naturalmente “con responsabilità”, qualsiasi sforzo pur di evitare lo spettro del default. Questo paradigma falso e furbetto serve per far digerire agli italiani, e agli europei in generale, qualsiasi sconcezza. Se l’alternativa infatti è la morte, chiunque si riterrebbe fortunato nel ritrovarsi “soltanto ferito”, magari grave, ma tutto sommato vivo. Questa suggestione di massa, abilmente costruita, è il risultato di una mistificazione piuttosto banale. Le élite europee per archiviare il modello sociale solidale e responsabile affermatosi nel corso del novecento, svuotano le democrazie nazionali privandole della sovranità economica e monetaria, ora esclusivo appannaggio di alcuni centri di potere tecnocratici, scevri da qualsiasi controllo democratico. I singoli Stati nazionali, così maleficamente mutilati, sono costretti perciò a finanziare il proprio debito rivolgendosi presso la speculazione finanziaria internazionale, i fantomatici “mercati”. La scelta di subordinare l’interesse pubblico rispetto alla speculazione privata è tutta politica e discrezionale. La crisi congiunturale non c’entra perciò un fico secco. I vertici dell’attuale oligarchia europea sono non a caso occupati da uomini che, come Monti, Draghi e Papademos, sono diretta espressione di cenacoli economici esclusivi e privati che ingrassano sulle disgrazie delle nazioni. Monti, al netto delle dissimulazioni, assolve per davvero il suo compito non se “mette l’Italia in sicurezza”, ma, al contrario, se crea alcune oggettive precondizioni che consentano agli speculatori internazionali di arricchirsi a dismisura, proprio grazie alla salutare debolezza dell’obiettivo puntato. Le istituzioni pubbliche sono abusivamente occupate da uomini che rispondono a logiche e interessi privati, aventi il precipuo scopo di ferire quegli Stati che indegnamente rappresentano, per assecondare trame oramai palesi, finalizzate a re-imporre un modello sociale classista e barbaro che pieghi le residue resistenze dei tanti nuovi miserabili che, come il Jean Valjean di Victor Hugo, finiranno con il rubare per sfamare i propri scheletrici bambini. Per risolvere definitivamente la crisi dei debiti sovrani e archiviare per sempre parolacce come spread, basterebbe rendere l’euro moneta sovrana, identica cioè a tutte le monete serie del mondo dal dollaro allo yen, trasformare la Bce in banca prestatrice di ultima istanza, uguale cioè a tutte le banche centrali degne di questo nome ed emettere contestualmente eurobond per favorire la ripresa economica e la successiva integrazione politica di una nuova Europa finalmente forte, solidale e federale. Questi provvedimenti non vengono presi non perché i cervelloni che ci comandano “non ci arrivano”, ma perché i vertici politici delle diverse nazioni coinvolte indossano alla luce del sole la maglietta del nemico. Usurpano cioè ruoli pubblici non per inseguire l’interesse generale, ma per favorire lo smisurato arricchimento particolare di quegli stessi gruppi privati che ne hanno favorito l’irresistibile ascesa nel mondo dorato della classe padrona e gaudente. Per capirlo non servono grandi inchieste, basta leggere i curricula di gente come Monti e Draghi. Monti a Palazzo Chigi per difendere l’interesse generale è credibile come Dracula presidente dell’Avis. Qualunque cosa vi accada, cari cittadini italiani, non avete nessun diritto di stupirvi.
Francesco Maria Toscano
Nell’intervista rilasciata da Krugman a RAINEWS 2 giorni fa, questi ha parlato di moneta sovrana, in particolare sostiene che gli USA hanno potuto stabilizzare finanziariamente le banche e raddrizzare l’economia sebbene con un troppo modesto piano d’interventi pubblici, in quanto controllano al moneta. In Europa consiglia una politica accomodante della BCE accettando un pò d’inflazione, ritenendo assolutamente sbagliato l’attuale piano di austerità, in questo periodo di recessione. Il Nobel auspica e consiglia un ampio piano d’interventi pubblici per rilanciare la crescita. La Germania ha investito molto in ricerca ed innovazione tecnologica con investimenti pubblici, gli stessi che oggi invita i paesi spendaccioni del sud a limitare… La Germania esporta così tanto perchè c’è l’euro, se avesse il marco, l’Italia le darebbe un bel filo da torcere… Io credo che gli squilibri non sarebbero comunque superati con l’introduzione dell’euro moneta sovrana, senza obiettivi di convergenza economica, ad esempio sui tassi d’inflazione e sul costo del lavoro e una forma di compattazione fiscale positiva