La Spagna è in condizioni pietose. La disoccupazione giovanile è alle stelle, lo stato sociale falcidiato, le casse pubbliche vuote mentre si allunga minacciosa l’ombra lunga degli usurai della Troika. I Paesi dell’Europa mediterranea verranno tutti rapidamente messi in ginocchio. La Grecia, come era prevedibile, ha fatto soltanto da apripista. “Le grandi risposte dell’Europa per affrontare la crisi”, decise durante il vertice di fine giugno e spacciate dalla stampa di regime come “importantissime e brillanti”, frutto naturalmente dell’indefessa opera di convincimento del nostro prestigioso Mario Monti, si stanno rivelando per quello che era chiaro fin dall’inizio a tutti coloro i quali non erano completamente stupidi o in malafede: un gigantesco bluff. Il “muro antispread”, tanto decantano dai nostri giornalisti d’accatto che sprecano quotidianamente fiumi di inchiostro, non serve assolutamente a nulla e, tra l’altro, è attualmente congelato in freezer in attesa che si pronunci nel merito la Corte Costituzionale tedesca che, su invito della Linke, deve valutare la compatibilità di tale strumento con la legge fondamentale germanica. La Corte Costituzionale italiana, invece, anziché occuparsi del continuo svuotamento della nostra democrazia a beneficio di una tecnocrazia europea oligarchica e non eletta, è chiamata a dirimere la fondamentale questione riguardante la presunta illiceità delle telefonate “aumm aumm” intercettate tra Nicola Mancino, indagato (in cerca di rassicurazioni) dalla procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, e Giorgio Napolitano. L’eventuale pubblicazione dei dialoghi captati tra i sopracitati padri della patria, metterebbe probabilmente in eccessivo imbarazzo Re Giorgio che, pur di scongiurare l’infausto ipotetico evento, ha deciso di interpellare sul punto la Corte Costituzionale, riservandosi probabilmente il futuro diritto di investire successivamente della questione pure l’Alto commissariato per i rifugiati politici, la Fao, l’Onu e l’Accademia dei Lincei. Non lo fa per lui naturalmente, ma per salvaguardare le prerogative dell’istituzione che rappresenta, a beneficio esclusivo dei posteri che, una volta saliti sul Colle, potranno quindi continuare tranquillamente a trasformare il Quirinale in un ufficio reclami urgenti a disposizione di ex potenti che si sentono ingiustamente braccati da magistrati sospettosi. E mentre i soliti noti, quelli che usurpano impunemente il trono d’Europa, pianificano gelidamente nuove operazioni di sterminio sociale su scala continentale, il nostro dibattito interno è tutto eccitato dalle riflessioni della Bindi e dal ritorno del Caimano in versione Chicago Boys da strapazzo (clicca per leggere). Solo una categoria è certamente peggiore dell’euroburocrazia che avvelena l’Europa: quella dei giornalisti.
Francesco Maria Toscano
19/07/2012
oggi Martino assieme a Crosetto del Pdl, in dissenso dal proprio gruppo parlamentare, hanno votato contro l’approvazione del fiscal compact e il PdL ha fatto mancare parecchi voti, sarà una coincidenza rispetto alla riunione di cui parla Dagospia? Assenti alla votazione Berlusconi, Alfano, Casini, Bersani, DiPietro ovvero i principali leader si imboscano!!http://www.agi.it/politica/notizie/201207191434-pol-rt10158-via_libera_alla_camera_con_368_si_al_fiscal_compact