Avevo già avuto modo di occuparmi di quella specie di sito di informazione che ricade sotto il nome di “giornalettismo” (clicca per leggere). Esperti nell’arte della mistificazione, intenti nel ridicolizzare senza successo le posizioni di chi non si accontenta di guardare il teatrino del potere, i giornalettisti ne hanno combinato un’altra. Ieri sul Fatto Quotidiano è stata pubblicata un’intervista (in parte manipolata e censurata) del giornalista Fabrizio D’Esposito al leader del Grande Oriente Democratico Gioele Magaldi. Nel corso di un ragionamento articolato e prospettico, Magaldi ha evidenziato le vicinanza ad ambienti massonici di personaggi influenti come Giuliano Amato, Denis Verdini e Franco Bassanini. I primi due, prudentemente, hanno scelto di abbozzare, mentre la dolce metà di Linda Lanzillotta ha preferito la via della sceneggiata napoletana, stracciandosi le vesti e minacciando scompostamente querele a destra e a manca. E’ utile sottolineare come non appena qualcuno tenti di smascherare le vere cointeressenze che determinano alcuni granitici equilibri di potere, il sito del direttore Alessandro D’Amato, cresciuto sotto l’occhio benevolo del noto seminomade della politica Ferdinando Adornato da Polistena, cerchi subito di buttarla in caciara. Sotto la finissima dicitura di Mass Merda infatti, questo il nome della rubrica scelto dagli esteti in questione, il sito di D’Amato ha rilanciato la smentita di Bassanini al Fatto sposando convintamente le ragioni dal Franco furioso (clicca per leggere). Già qualche giorno fa, in risposta ad un pezzo di Repubblica che accostava alla massoneria alcune figure dell’establishment italiano del calibro di Giovanni Bazoli ed Ettore Bernabei, il sito di giornalettismo si sentiva in dovere di evidenziare le piccate precisazioni dei personaggi in questione, chiosando le rispettive smentite con una ragionamento degno di un bonobo australe: “E infatti è vero”, scrivevano con raro sprezzo del ridicolo questi fenomeni da baraccone prestati al giornalismo, “per quanto si possa pensare male dei due personaggi, vederli come appartenenti alla massoneria è offensivo della loro indiscutibile intelligenza” (clicca per leggere). Per quanto si possa essere ottimisti, invece, è offensivo credere che si possa facilmente trovare un cialtrone qualunque capace di scrivere simili idiozie. Ma cosa vuol dire? Che è possibile pensare male di Bazoli e Bernabei ma non fino al punto da immaginarli massoni? Ma vi rendete conto del livello infimo, mentecatto, sciatto e ridicolo delle vostre posizioni? Quindi, cari cittadini, sappiate che siete autorizzati a pensare male, a dubitare della probità di Tizio, a ventilare la complicità di Caio, a ritenere Sempronio un ladro e la di lui moglie una rinomata zoccola ma, di grazia, non permettevi a insinuare il dubbio dell’appartenenza massonica. Sacrilegio! Scandalo! Somma ingiuria e vergogna! Passi tutto ma la massoneria no. A leggere le castronerie di questi avventurieri viene voglia perfino di riabilitare alcune vecchie storielle del cavaliere Berlusconi: “In un negozio all’improvviso entrano due signori e gridano: fermi tutti, questa è una rapina!”, e il titolare risponde: “meno male, credevo fosse la guardia di finanza”. Se il titolare dell’ipotetico negozio in questione fosse stato il direttore di giornalettismo, probabilmente avrebbe risposto allo stesso modo, limitandosi però a sostituire la figura del finanziere con quella del massone. Bazoli e Bernabei, abbiamo detto, sono quindi troppo intelligenti per essere massoni secondo il lucido ragionamento di questi avvocaticchi d’ufficio. Una linea difensiva che, trasportata in un contesto forense, farebbe condannare all’ergastolo anche un ladro di polli. Eh si, perché i massoni, oltre che cattivi, sono notoriamente stolti e poco intelligenti. Alcuni tra i più coglioni di loro rispondono infatti ai nomi di Roosevelt, Keynes, Puskin, Napoleone, Einstein, Bolivar e tanti altri. Massa di ignorantoni da non confondere con un genio del pensiero contemporaneo come Alessandro D’Amato. Analizzando la qualità delle analisi di elementi come quelli che si trovano dalle parti di giornalettismo, torna in mente una massima di Flaiano: “la situazione è grave ma non è seria”. In conclusione, un plauso a Paolo Cirino Pomicino che, insolentito dai coniugi Bassanini sugli stessi argomenti, li ha messi a posto con eleganza e stile (clicca per leggere). Quanto alla Lanzillotta, che non sa cosa sia la massoneria, siamo contenti di sapere che è in buona compagnia. Nonostante avesse tempo fa deciso di abbandonare il Pd per sposare l’avventura rutelliana di Api, l’ex ministro è riuscita a non naufragare comunque. Oggi, infatti, Lanzillotta è casualmente capolista in Umbria al Senato per la lista Civica di Mario Monti. Un altro che, guarda caso, ha dichiarato più volte di non sapere cosa sia la massoneria.
8/02/2013
Francesco Maria Toscano
[...] Avevo già avuto modo di occuparmi di quella specie di sito di informazione che ricade sotto il nome di “giornalettismo” (clicca per leggere). Esperti nell’arte della mistificazione, intenti nel ridicolizzare senza successo le posizioni di chi non si accontenta di guardare il teatrino del potere, i giornalettisti ne hanno combinato Source: il Moralista [...]
Allora non sono l’unico ad essermi accorto di quanto il sig. D’Amato sia fazioso nei suoi contenuti. Vi invito a dare un’occhiata all’ennesimo strafalcione di Giornalettismo (nome quantomai azzeccato) che fa il copia incolla dal blog di Beppe Grillo e lo spaccia anche per “notizia”.
Questa volta però la zappa gli è arrivata dritta sui piedi!
http://www.lamiarivistaonline.com/news/gli-insulti-a-laura-boldrini-su-giornalettismo/2798