Monti è un miserabile ipocrita come pochi. Tra tutti gli argomenti falsi e strumentali che questo guitto in loden sta utilizzando nella speranza di entrare nel cuore degli italiani, dopo essere già abbondantemente entrato in un altro organo che inizia con la stessa sillaba, quello che prefigura l’imminente rischio Grecia per l’Italia è in assoluto il più sporco, abietto, indegno e vile. Lo schema di gioco scelto da Monti non è nuovo, ricalcando fedelmente quanto già avvenuto nella povera Grecia durante l’ultima campagna elettorale che, nel giugno dello scorso anno, condusse il burattino Samaras alla vittoria. Una prospettiva intimamente intimidatoria e mafiosa che, facendo intravedere ai cittadini elettori il rischio di catastrofi ben peggiori, invita mellifluamente a scegliere il male minore. E’ la stessa logica che spinge molti commercianti vessati dalla mala a pagare il pizzo: “meglio questo”, si illudono in tanti, “che correre il rischio di farsi saltare il negozio per aria o, peggio, finire uccisi come il povero e compianto Libero Grassi”. Un ragionamento miope perché agli aguzzini, con la coppola o in doppio petto poco cambia, la fame aumenta sempre mangiando. Ieri Monti ha avuto l’impudenza di consigliare a Grillo di farsi un giro per le piazze di Atene per “capire quale gravissimo rischio l’Italia potrebbe correre affidandosi a spiritosi demagoghi”. Nel silenzio più assoluto di un sistema informativo marcio e corrotto fino al midollo, in Grecia si consuma una vera e propria emergenza umanitaria (clicca per leggere). Una tragedia studiata, pianificata e attuata con sadica ferocia da una manipolo di neonazisti che occupano abusivamente le leve di comando di questa Europa oligarchica e tecnocratica. Draghi, Van Rompuy, Barroso e Lagarde, punti di riferimento del massone reazionario Monti, hanno inflitto ai greci, utilizzando strumenti raffinati, lo stesso sgomento provocato nel 1941 dall’invasione dei carri armati del fuhrer. Lo scorso anno, per scongiurare il pericolo che nelle urne vincesse il candidato di Syriza, Alexis Tsipras, anziché l’etero-diretto Samaras, il gotha del potere europeo decise con successo di suggestionare l’elettorato greco brandendo con sapienza l’arma della paura irrazionale. “Syriza spaventa i mercati”, “solo Samaras è riconosciuto come interlocutore affidabile, “non vanno sprecati i sacrifici fatti”, questi gli argomenti più in voga utilizzati allora, rilanciati poi acriticamente dai principali giornali dell’Ellade che sono indegni e sciatti non meno di quelli italiani. Il traditore Samaras vinse e, come ampiamente preannunciato (clicca per leggere), inferse il definitivo colpo di grazia al suo povero Paese, consegnato mani e piedi alle brame avide e violente di una nuova oligarchia schiavista e senza scrupoli (clicca per leggere). Per sapere quale tipo di politiche promuoverà quindi in Italia un eventuale governo Monti-Bersani non c’è bisogno di un eccezionale sforzo di fantasia. Basta vedere cosa accade nella vicina Grecia, landa desolata che viaggia con un anno di anticipo rispetto a noi in questa macabra corrida della Storia.
Francesco Maria Toscano
13/02/2013
[...] Monti è un miserabile ipocrita come pochi. Tra tutti gli argomenti falsi e strumentali che questo guitto in loden sta utilizzando nella speranza di entrare nel cuore degli italiani, dopo essere già abbondantemente entrato in un altro organo che inizia con la stessa sillaba, quello che prefigura l’imminente rischio Grecia Source: il Moralista [...]
Credo che si debba parlare di più della Grecia. Nel leggere l’articolo del fatto quotidiano sembra iniziare a delinearsi quello che il Moralista e molti altri hanno definito il processo di “cinesizzazione” dei paesi del sud (riduzione dei salari) e il processo di centralizzazione dei capitali (Brancaccio), ovvero concentrazione di capitali nei paesi del centro-Europa, realizzati con le politiche mercantiliste aggressive nell’esportazione, come nel caso tedesco. I tedeschi hanno iniziato ad essere competitivi con la moderazione salariale, suggerendo questa strategia di riforme sul lavoro ai paesi in crisi. La moderazione salariale non ci aiuterà mai a competere contro la Germania, perchè questo paese ha avuto stipendi più alti e le risulta più semplice politicamente abbassarli rispetto a paesi che già hanno avuto stipendi sotto la media UE. E’ una battaglia già persa. Le riforme sul lavoro, come si inizia ad intravvedere in Grecia, servono per collocare i capitali del Centro Europa (Germania in testa) e delle grandi multinazionali, che oggi possono venire a fare la spesa a buon mercato con i saldi di fine stagione.
Io allargherei il discorso alla recente notizia di un negoziato per l’apertura di una grande area di libero scambio fra USA e UE
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2013/02/13/Usa-Ue-via-negoziati-libero-scambio-_8239184.html
Azzardo l’ipotesi che anche gli “alleati” americani vorrebbero partecipare al banchetto delle imprese del sud, soprattutto in vista del bottino più ricco, del mercato italiano, in odore di seguire lo stesso processo di cinesizzazione della Grecia o “liquida tutto”. Un’area di libero scambio o di libero acquisto? Ho l’impressione che stia per succedere qualcosa di grave e credo che le dimissioni del Papa in qualche maniera c’entrino qualcosa