Non è più il momento di scherzare. La Grecia vive una catastrofe umanitaria, la disoccupazione nei Paesi della fascia mediterranea si aggira intorno al 20% (con punte del 50% per i giovani), i suicidi sono diventati macabra routine e perfino alcuni colleghi giornalisti, invecchiati senza mai raggiungere l’agognata dignità retributiva, si arrendono al dolore chiudendo la partita con la vita con un colpo di pistola alla tempia (clicca per leggere). Abbiamo un vantaggio: sappiamo chi sono i nostri assassini. I killer in doppiopetto di oggi guidano le principali banche centrali dell’eurozona. La banca centrale europea, utilizzando sapientemente la finta contrapposizione al ribasso offerta dal banchiere nazista Jens Weidmann, prosegue nel piano di annientamento riattualizzando le idee di Adolf Hitler. E’ paradossale constatare come tanti giornalisti contestino a papa Francesco presunte contiguità passate con il regime di Videla e Massera anche se, stranamente, nessuno di loro è ancora riuscito a scrivere una parola sui carnefici di oggi (non meno spietati dei generali argentini) Draghi e Weidmann. Mi rifiuto di approfondire la situazione politica italiana in questa fase appaltata a grillini e pulcinella vari. Quello che avevo da scrivere l’ho già scritto all’indomani del voto, avvertendovi con larghissimo anticipo circa il finale obbligato di questa triste pantomima che serve solo a lavare la coscienza sporca di un beduino falso e miserabile come Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd ha nei fatti servito i nazisti Draghi e Weidmann puntellando il governo Monti e ora, con le mani ancora sporche di sangue, pensa di pulirsele utilizzando per l’occasione il grembiule ancora (per poco) candido dei vari Grillo, Casaleggio e Sassoon. Bersani vergognati e ritirati. Dio considera gli ipocriti peggiori degli assassini, ricordalo. Lasciamo quindi perdere i tristi balletti di questi burattini ridicoli e concentriamoci nell’analizzare le mosse degli spietati architetti a capo della Shoah europea, killer di alta scuola che, perlomeno, conservano il coraggio di premere il grilletto guardandoci negli occhi. Ieri Mario Draghi ha illustrato il suo piano per “aiutare” i Paesi dell’Ue con problemi di “competitività” (clicca per leggere). Si tratta delle solite ricette, salari da fame, distruzione del welfare e promozione del lavoro schiavile,  che hanno già ampiamente fallito distruggendo la civiltà e il benessere dell’Europa. Ma Draghi, a differenza di Bersani, possiede il dono della coerenza. Resterà come Hitler nel suo bunker fino alla fine della festa. Draghi gioca a fare il poliziotto buono lasciando il ruolo di cattivo al capo della banca centrale tedesca, il già citato Weidmann. Quest’ultimo, giusto per rimettere la barra al centro, si è appena preoccupato di richiamare all’ordine i Paesi “maiali”, tra cui l’Italia, chiarendo una volta ancora chi comanda per davvero: “I Paesi della zona euro”, ha detto il nipotino dei nazisti autentici, “devono proseguire con il risanamento delle finanze varando riforme strutturali” (clicca per leggere). Avete capito l’ordine del piccolo fuhrer? “Cari italiani”, sembra dire questo pagliaccio biondo, “vi abbiamo ancora lasciato il diritto di votare ma quello di scegliere le politiche da adottare lo conserviamo saldamente noi. Quindi divertitevi ad eleggere un governo qualsiasi ma continuate ad ubbidire rispettando un ossequioso silenzio”. E’ oramai certo come lo strumento democratico del voto risulti assolutamente insufficiente al fine di depotenziare la furia violenta dei neonazisti tecnocratici contemporanei. Hanno costruito un sistema resistente alla prassi formalmente democratica, un superorganismo maligno che nessun “antibiotico classico” può’ realisticamente debellare. In Francia Hollande, eletto promettendo discontinuità, si è subito inginocchiato ai padroni; in Italia, Grillo o non Grillo, accadrà la stessa cosa: nessuno troverà il coraggio di mettere seriamente in discussione le politiche economiche di austerità che mascherano il desiderio di decimare i popoli dell’Europa mediterranea. Allora bisogna cominciare ad immaginare altri percorsi, prima di finire tutti uccisi dal freddo o dalla fame. Il sistema che esprime Weidmann, nelle cui vene scorre sangue nazista, formalmente non utilizza strumenti criminali: chi si oppone al neonazismo tecnocratico non rischia, infatti, ad oggi, di finire torturato, imprigionato o ucciso. Tale circostanza prova la forza assoluta che l’attuale regime emana, imponendo la sua volontà carnefice senza formalmente assumere i panni scomodi del boia. E’ questo il primo anello della catena che bisogna demistificare. E’ bene si creino presto le condizioni affinché il regime mostri il suo vero volto: tirannico, sanguinario e antidemocratico. E per riuscire nell’impresa è doveroso aumentare da subito la pressione democratica da esercitare nei confronti del gotha bancario del potere neonazista europeo. Se le manifestazioni di piazza, risolute e pacifiche, di fronte ad istituzioni come l’Eurotower (moderna Auschwitz) aumenteranno di numero, intensità, qualità e misura, prima o poi, in preda al nervosismo, il neonazismo tecnocratico butterà la maschera utilizzando finalmente gli stessi metodi con i quali il generale Bava Beccaris sul finire dell’Ottocento  decise di risolvere la questione degli indigenti che protestavano per l’aumento del pane. Quel giorno tana libera tutti.

    Francesco Maria Toscano

    16/03/2013

    Categorie: Politica

    6 Commenti

    1. Arianna scrive:

      E’ un eccellente articolo, di cui però non condivido affatto le conclusioni. Hai voglia ad aspettare la “reazione popolare”!
      Temo che in questo pecchi d’ingenuità, Francesco: Grecia docet. Sono ridotti alla fame, ma supplicano “Più Europa”.
      Sono come il condannato che, inebetito, supplica il carnefice di dargli più corda e sapone per impiccarsi.

    2. Arianna scrive:

      Ti giuro che non lo so, Francesco. Io però proverei (come sto facendo) ad insistere con la base grillina, divulgando tutto il divulgabile. Dialogando con loro. Non sono tutti ottusi, anzi.

      • il Moralista scrive:

        Ma Casaleggio e Grillo predicano soluzioni funzionali al neoliberismo: sprechi, tagli alla casta, demonizzazione del debito pubblico…con questi stiamo freschi…

        • Ugo scrive:

          Vorrei far sommessamente notare che né Grillo né Casaleggio sono stati eletti. Per questo, pur partiti bene, riescono ora ad essere perfino peggio di Monti, in quanto non hanno neppure l’investitura tutta formale del presidente della repubblica ma si arrogano un potere decisionale che non compete certo personalmente a loro.

          A parte questo, sono rimasto colpito dalla forza del linguaggio che hai impiegato. E ancora di più son rimasto colpito dal fatto che non mi è stato possibile scandalizzarmi, perché quella forza è quanto mai pertinente.

    3. [...] non per salvare l’euro, che è un falso obiettivo, quanto per destrutturare il welfare europeo (clicca per leggere) così come tra l’altro ampiamente previsto con lungimiranza in tempi non sospetti  dallo stesso [...]

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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