Dopo neanche un mese di vita, il movimento 5 stelle è già morto. Impostosi agli occhi della pubblica opinione mondiale in occasione dell’ultima tornata elettorale di fine febbraio, i grillini ci hanno messo circa due settimane per rivelarsi al mondo per quello che sono: quattro straccioni che giocano a fare i Savonarola del nuovo millennio. Arrivati all’interno del parlamento con finalità bellicose (“lo apriremo come una scatoletta di tonno”), i neoparlamentari figli della nostra immacolata società civile si sono venduti al PD prima ancora che i dirigenti del partito di Bersani avessero il tempo di mettere la mano al portafoglio. Peggio dei più scafati e luridi franchi tiratori della prima Repubblica, i senatori a 5 stelle (ma sarebbe oramai più corretto definirli da “quattro soldi”) hanno fatto confluire parte dei loro voti sul candidato espresso dalla segreteria di quel partito che per lungo temo hanno sprezzantemente definito PD meno L. Già evidentemente omologati e subalterni, i nuovi politici grillini sono perfettamente identici ai vecchi maneggioni di partito che negli ultimi venti anni hanno inquinato le istituzioni italiane. Ma non erano semplici portavoce della volontà dei cittadini che rappresentano? Ma non erano loro che assicuravano fedeltà rispetto al mandato ricevuto? Ma non erano loro che promettevano agli elettori che mai e poi mai avrebbero approfittato del voto per chiudere accordi da “vecchia politica”? Oltre che ignoranti come capre ed esaltati come pochi, i grillini sono falsi, ipocriti, bugiardi, spergiuri e approfittatori della credulità popolare. Ma veramente, cari cittadini italiani, pensavate che bastasse prendere un manipolo di  hippie fuori stagione per risollevare le sorti di questo continente ridotto sul lastrico da una lucidissima e spietata oligarchia di derivazione massonico-reazionaria? Come sa bene chi ha letto almeno una volta la favola di Cenerentola, anche l’incantesimo più strabiliante è destinato a dissolversi passata la mezzanotte. La fata Smemorina (al secolo GianRoberto Casaleggio) ha trasformato una zucca in carrozza e una serie di topini in splendidi cavalli bianchi ma, purtroppo, gli effetti speciali sono già terminati. Non esistono scorciatoie semplici. Non basta portare un centinaio di nullafacenti  senza arte né parte in parlamento per dare prestigio alle istituzioni. Non è questa la nuova politica. La politica si nobilita con l’impegno, la militanza, lo studio, la disciplina interna, la capacità di meritarsi il consenso attraverso la proposta chiara e ideologicamente coerente. Ogni lestofante che si rispetti, non avendo nessuna contezza delle diverse dottrine politiche che giustificano in tutto il mondo l’esistenza di forze progressiste e conservatrici, si rifugia nel moralismo d’accatto, nel pauperismo da baraccone, predicando sobrietà dal caminetto del villone acquistato facendo il pagliaccio a pagamento. Ma fortunatamente l’illusione collettiva è durata lo spazio di un mattino. Chi ha votato 5 stelle vuole potersi riconoscere in una forza politica libera, popolare, attenta ai bisogni delle masse  tradite e umiliate proprio da partiti come il PD, espressione degli interessi neoschiavili del capitale finanziario internazionale. E’ inutile perdere tempo guardando alle scelte politiche di un gruppo di miracolati finiti in parlamento sulla scia del consenso istrionico raccolto da Beppe Grillo. Finiranno per forza risucchiati dai partiti principali, vendendosi alla spicciolata per salvaguardare il loro nuovo status di privilegiati innalzati agli onori delle cronache a spese di cittadini illusi e raggirati. Gli uomini sono cementati o da ragioni ideali o da ragioni di potere. I grillini non credono in nulla (spaziano da Stiglitz a Pallante) e non possono sporcarsi con le poltrone per non offuscare la loro messianica e francescana ragione sociale. Sono meteore nate morte senza possibilità di resurrezione. A meno che Casaleggio non riesca per davvero a creare in vitro un nuovo Adamo, armato di mouse e iphone, portatore sulla terra di un nuovo genoma e di un nuovo Dna che legittimi l’impressione di un rivoluzionario inizio. I senatori grillini che ieri hanno votato Grasso, più che il politico moderno e New Age, somigliano ai vecchi maramaldi protagonisti dei più squallidi mercati delle vacche. Anzi sono pure peggio: De Gregorio, ad esempio, per vendersi pretendeva di ricevere in cambio un corrispettivo in denaro; questi si vendono gratis. Per indole.

    Francesco Maria Toscano

    17/03/2013

    Categorie: Politica

    6 Commenti

    1. Arianna scrive:

      Questa volta, Francesco, sono d’accordo al 100%.

    2. Giovanni scrive:

      Questa è la dimostrazione che Grillo non riesce ad essere un dittatore. Magari lo fosse!

    3. Lorenzo scrive:

      E’ stato un errore gravissimo ma non irrimediabile.

    4. Twin Astir scrive:

      Ottimo articolo. Preciso più di un elettroencefalogramma.

    5. alessandro scrive:

      lo dicevo che prima o poi la vecchia scuola comunista avrebbe messo in difficoltà i grillini… neanche a dirlo, già dalla prima votazione in Parlamento il movimento è già spaccato e sono pronte le defenestrazioni on-line di Grillo-Casaleggio, fra sei mesi massimo torniamo alle urne

    6. Ugo scrive:

      Toscano: “Ogni lestofante che si rispetti [...] si rifugia nel moralismo d’accatto, nel pauperismo da baraccone, predicando sobrietà dal caminetto del villone acquistato facendo il pagliaccio a pagamento.”

      Ecco, sentendo su GRP il “discorso” declamato (farfugliato?) da quell’essere bipede chiamato Boldrini ho pensato esattamente la stessa cosa, seppure condendole con parole diverse e meno misurate.

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    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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