Fonte http://moslereconomics.com/2013/04/10/my-story-of-the-thatcher-era/
Ecco come mi ricordo tutto.
Non ho dimenticato nulla, grazie all’idea che i ricordi contano.
“L’età dell’oro” cominciata dopo la seconda guerra mondiale, è stato detto sia terminata intorno al 1973. L’inflazione e l’occupazione sono ricordate come relativamente basse, un’alta produttività, e una fiorente classe media americana.
Perché? Keynes aveva una sorta di seguito. Vengono alla mante i tagli fiscali di Kennedy. Ma anche una conseguenza ignorata che era il fatto che gli Stati Uniti avevano un eccesso di capacità di produzione di greggio, con le quote determinate dalla Texas Railroad Commission, ecc., per sostenere i prezzi forse nel “range” di 2.50-3.00 dollari. E, prezzi stabili del greggio, anche se forse un po’ più alti del necessario, significavano una ragionevole stabilità dei prezzi in quanto è stato valutato, sulla base di un costo maggiorato, che il prezzo del petrolio era un costo per quasi tutto, direttamente o indirettamente.
Ma nei primi anni ‘70 la domanda di greggio ha superato la capacità di produzione degli Stati Uniti, e l’Arabia Saudita è diventata il produttore “flessibile”, sostituendo la Texas Railroad Commission nel settare il prezzo. E, naturalmente, la stabilità dei prezzi non era il loro obiettivo primario, in quanto prima hanno aumentato il prezzo a circa 10 dollari, può essere nel 1975, ciò che ha causato un panico quasi globale, e poi, dopo una pausa troppo breve, hanno alzato il prezzo a 20 dollari, e infine, 40 dollari, forse dal 1980.
Con il petrolio come parte strutturale dei costi, l’indice dei prezzi al consumo, alias “inflazione”, è salito in doppia cifra alla fine degli anni ’70. Le linee giuda delle proposte keynesiane erano su come controllare i prezzi ed i salari; e Nixon effettivamente le aveva provate per un po’. Ma questo è cambiato quando gli elettori hanno preferito l’inflazione al fatto che il loro governo gli dicesse quello che potevano guadagnare (controllo sul lavoro organizzato e altro) e quello che potevano pagare. Con Arthur Burns il tasso sui Fed funds arrivò fino al, può essere, 6%. Miller è salito ed è rapidamente caduto in disgrazia, seguito da Paul forse nel 1979, che ha messo in atto quella che potrebbe essere detta la più grande esposizione di grossolana ignoranza sulle operazioni monetarie, con la sua politica che mirava alle riserve prese a prestito. Tuttavia, circa un anno dopo, il prezzo del petrolio diminuisce così come l’inflazione, dando al grande Paul l’idea di essere l’uomo che con coraggio aveva “rotto” l’inflazione. Era stato trascurato che Jimmy Carter aveva permesso la deregolamentazione del gas naturale nel 1978, innescando un massiccio incremento dell’offerta, con i nostri servizi elettrici che passavano dal petrolio al gas naturale, e l’OPEC disperatamente tagliava la produzione di forse 15 milioni di barili al giorno in quello che si rivelò essere un inutile tentativo di tenere il prezzo superiore a 30 dollari, come shock da offerta era troppo grande per loro e annegavano nel “diluvio” di petrolio che non era più necessario, con i prezzi che scendevano forse nella gamma di 10 dollari, dove rimasero per quasi 20 anni, fino a quando un aumento della domanda ha messo ancora i sauditi in una posizione invidiabile. Nel frattempo, Greenspan aveva ottenuto credito per quel periodo da “riccioli d’oro” che ancora una volta era il prodotto di prezzi del petrolio stabili, non della Fed (almeno nella mia storia).
Ma torniamo agli anni ’70 e ai continui aumenti dei prezzi del petrolio dovuti ad un monopolista straniero. Tutte le nazioni sperimentavano più o meno la stessa inflazione. E tutto si è concluso, circa, anche nello stesso tempo, quando il prezzo del greggio è sceso. Gli ‘eroi’ erano una coincidenza. Infatti, capivo che in realtà la facevano peggio di quello di cui ci fosse bisogno, ma questo li faceva stare ‘meglio’ e, naturalmente, erano nel posto giusto al momento giusto per ottenere “credito” grazie a ciò.
Ma torniamo agli anni ’70. Con il prezzo del petrolio che viene alzato da un monopolista straniero, vedo due scelte. La prima è quella di cercare di far si che ci sia un relativo spostamento del valore (come la Fed cerca di fare oggi) e non lasciare che l’aumento del prezzo “fuoriesca” sul resto dei livelli dei prezzi, il che significa sui salari, principalmente. Questo è un altro nome per un calo in termini reali del commercio. E avrebbe significato che i sauditi avrebbero ottenuto beni reali e servizi per petrolio. L’altra scelta era quella di lasciare tutti gli altri prezzi regolarsi verso l’alto per mantenere inalterato il valore relativo, e cercare di mantenere inalterati i termini reali del commercio rispetto al deterioramento. È interessante notare che non ho mai sentito questo argomento allora e ancora non lo sento adesso. Ma nondimeno è così. E, in ultima analisi, la risposta è caduto da qualche parte nel mezzo. Alcuni adeguamenti dei prezzi e alcuni termini reali del commercio si deteriorano. Ma tutto questo è diventato molto minaccioso lungo la strada.
E’ stato deciso che l’inflazione era causata dai sindacati che cercavano di tenere il passo e “rimanere davanti” nelle cose che riguardavano i loro membri, per esempio. Si è dimenticato che il potere dei sindacati era un derivato del potere relativo al valore delle imprese, quando le società hanno perso il potere di “prezzare” in ragione della concorrenza estera, i sindacati hanno perso il potere di contrattazione con la stessa velocità. E in qualche modo una fase di recessione e di alta disoccupazione-perdita di produzione era la medicina necessaria perché un monopolista straniero fermasse l’escursione dei prezzi?!? E c’era “l’inflazione ora frusta” di Ford, pulsante per la sua proposta di lotta all’inflazione, e a Carter la cosa degli ostaggi [penso che qui l’autore si riferisca alla crisi degli ostaggi con l’Iran del 1979-81 n.d.t.] aggiungeva una sensazione di vulnerabilità. E il gas naturale deregolamentato nel 1978, la cosa che di fatto aveva diminuito l’inflazione due anni più tardi, difficilmente si notava, sia prima che dopo, ed anche fino ad oggi.
Come oggi, il problema allora non era una conseguenze politica del capire il sistema monetario, inclusi i keynesiani tradizionali che erano stati la guida intellettuale per un lungo periodo di tempo. I monetaristi sono diventati di moda veramente solo dopo il fallimento dei keynesiani, che non si sono mai ripresi, e fino ad oggi ho sentito quelle spinta ancora in vita per il controllo dei prezzi e dei salari, i tassi di cambio fissi, ecc. ecc., in nome della stabilità dei prezzi.
Quindi, in questo contesto, l’aumento dei modelli come la Thatcher, tra cui Reagan, hanno perfettamente senso. E anche oggi, quei critici delle politiche di tipo Thatcher devono ancora formulare qualsiasi tipo di proposta globale che abbia alcun senso per me. Adesso tutti d’accordo abbiamo un problema a lungo termine di deficit, e così portano avanti proposte in tal senso, ecc. ecc., e così tutti distruggono la nostra civiltà con la loro ignoranza abietta del sistema monetario. Oppure, per qualche ragione sconosciuta, sono semplicemente sovversivi.
Thatcher?
E’ stato il cieco che ha guidato il cieco, ed ora è lo stesso.
Ed è così che mi ricordo questo di lei.
E mi preoccupo molto di più di quello che succede dopo rispetto a quello che è successo prima.
Traduzione a cura di Luca Pezzotta
13/04/2013
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