Non esiste in Italia un giornale che non sia complice del piano di sterminio in danno del popolo italiano. Con sensibilità e approcci differenti, tutte le principali testate hanno lavorato con malizia e astuzia per nascondere ai cittadini le vere finalità insiste in quelle politiche di austerità falsamente spacciate quale unico rimedio per uscire da un crisi inafferrabile. Secoli di storia dell’economia dimostravano con chiarezza l’assurdità di alcune ricette, dolorose quanto necessarie, imposte da partiti corrotti ed etero-diretti dall’esterno “per il bene del Paese”. Finalmente in molti cominciano a capire che la crisi altro non è se non un grimaldello strumentale, maneggiato da élite schiaviste e assassine, utile per distruggere secoli di progresso, civiltà e uguaglianza. Naturalmente l’informazione italiana, controllata in massima parte dalla massoneria reazionaria, copre questo disumano progetto politico con accenti, metodi e sfumature differenti. I complici cartacei del neonazismo tecnocratico oggi dominante in Europa si dividono fondamentalmente in due macrocategorie: da una parte i killer diretti e consapevoli in stile Ferruccio de Bortoli e il Corriere della Sera; dall’altra i sadici mascherati e fintamente pietosi che si aggirano dalle parti di Repubblica. Il risultato di insieme è ottimo, perché la pubblica opinione finisce con l’essere stordita attraverso un sapiente gioco delle parti. Il Corriere mena, mentre la Repubblica maschera cause e autori del massacro. Siamo di fronte cioè alla trasposizione su un piano differente di quell’ipocrita rituale che abbiamo già analizzato con riguardo ad alcune figure politiche fintamente critiche e progressiste (clicca per leggere). Mi sono accorto di preferire i malvagi a viso aperto anziché quelli propensi a versare di continuo copiose lacrime di coccodrillo. I vari Giavazzi, Alesina, Sergio Romano e Antonio Polito, perlomeno, non si sforzano di apparire migliori di quello che sono. Credono nella costruzione di una società fondata sul sopruso, lo sfruttamento e la barbarie esercitata con la forza della violenza economica da una ristretta aristocrazia finanziaria cementata da comuni appartenenze massonico-reazionarie e, coerentemente, usano la penna (a pagamento) per favorire il rapido trionfo di quei progetti meschini e ideologicamente nazisti che hanno intimamente sposato. Questi tipi fanno tornare alla mente il fortunato slogan di quella famosa campagna pubblicitaria andata in onda agli inizio degli anni novanta per sensibilizzare i cittadini contro il pericolo Aids: “Se lo conosci lo eviti”. Conoscere le vere e recondite intenzionalità perseguite dalle melliflue penne che lavorano sotto l’illuminato controllo del fariseo Ezio Mauro, invece, è molto più difficile. Sulla Repubblica di ieri, per esempio, a parte la solita e molesta presenza di un elemento pessimo del calibro di Federico Fubini (clicca per leggere), campeggiava in prima pagina una analisi di Paul Krugman tradotta da Marzia Porta (clicca per leggere). Bene, direte voi ingenuamente, finalmente la grande stampa rilancia il pensiero di un prestigioso pensatore liberal americano anziché i soliti peana dei soliti tromboni in difesa dell’ordine costituito. Mi spiace deludervi, ma, il vostro iniziale entusiasmo potrebbe scemare dopo una attenta lettura dell’articolo indicato. Fra le innumerevoli e lucide analisi vergate da Krugman negli ultimi anni per demolire le politiche economiche della Ue, quale fra queste viene casualmente rilanciata con palese risalto dalle parti di Largo Fochetti? Proprio quella nella quale, sbagliando, Krugman riversa inopportuni elogi nei confronti di uno dei principali responsabili del disastro che viviamo: ovvero il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi. Dopo avere ricordato le critiche ricevute da Draghi da alcuni economisti tedeschi in virtù della decisone di tagliare i tassi, Krugman azzarda: “Simili insinuazioni sono estremamente ingiuste nei confronti di Draghi, i cui sforzi per contenere la crisi del’euro sono al limite dell’eroico”. Per una volta, con sommo gaudio di Repubblica, Krugman ha scritto una sonora fesseria. Spiace notare come un uomo di grandissimo ingegno possa farsi irretire da una costruzione narrativa chiaramente fuori dalla realtà. Draghi e Weidmann (capo della BuBa) recitano da anni con successo la parte del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, lavorando in comunione di intenti non per salvare l’euro, che è un falso obiettivo, quanto per destrutturare il welfare europeo (clicca per leggere) così come tra l’altro ampiamente previsto con lungimiranza in tempi non sospetti dallo stesso Krugman. Come si spiega allora l’improvvida sviolinata (subito sfruttata dai sepolcri imbiancati di Repubblica) del premio nobel all’indirizzo del capo della Bce, membro forte di quella Troika responsabile di tutto il sangue versato nei Paesi mediterranei dell’area euro a partire dalla Grecia? L’unica spiegazione che mi viene in mente, a parte l’indiscussa capacità di Draghi di fiutare il vento e cambiare colore a seconda delle circostanze, riguarda la comune appartenenza di Krugman e Draghi al paramassonico Group of thirty (clicca per leggere). Probabilmente la speranza di Krugman, in perfetta buona fede e con sincerità d’animo, è quella di recuperare il “fratello che sbaglia” alla causa della verità e della giustizia. Ci dispiace far presente a Krugman che, pur cogliendo la nobiltà del suo gesto, il suo proposito è oggettivamente irrealizzabile. Questa volta il Venerabile e camaleontico Maestro Draghi ha ampiamente varcato il Rubicone.
Francesco Maria Toscano
17/11/2013
[...] Non esiste in Italia un giornale che non sia complice del piano di sterminio in danno del popolo italiano. Con sensibilità e approcci differenti, tutte le principali testate hanno lavorato con malizia e astuzia per nascondere ai cittadini le vere finalità insiste in quelle politiche di austerità falsamente spacciate quale unico rimedio per uscire da un crisi inafferrabile. Secoli di storia dell’economia dimostravano con chiarezza l’assurdità di alcune ricette, dolorose quanto necessarie, imposte da partiti corrotti ed etero-diretti dall’esterno “per il bene del Paese”. Finalmente in molti cominciano a capire che la crisi altro non è se non un grimaldello Leggi la notizia [...]
repubblica è giornale dei radical chic benpensanti…sempre pronti a tuonare contro la spesa pubblica ed invocare più produttività e flessibilità…c’è perfino in contatore del debito pubblico nella pagina dell’economia: http://www.repubblica.it/economia/?ref=HRHM1-4
Piccolo aneddoto su De Bortoli.
Più di dieci anni fa stavo andando a Milano in aereo e all’epoca capitava che Alitalia potesse impiegare aerei di lungo raggio per la tratta interna, quindi con prima e seconda classe.
Mi trovavo casualmente in prima e vedo che arrivano Romiti seguito da De Bortoli; aereo strapieno quindi c’era una gran coda. De Bortoli era agitatissimo e si dilungava in vari salamelecchi rivolgendo ammonimenti all hostess di fare attenzione qui, attenzione là, “mi raccomando la giacca del dottor Romiti”, “Attenzuone al bagaglio del dottor Romit”; la hostess sistema il bagaglio di Romiti sotto una sedia come da prassi al che De Bortoli insorge e va a estrare il bagaglio che vorrebbe metterre altrove ma non c’era posto…l’hostess non sapeva più cosa fare con De Bortoli sempre più incasinato, la coda si allungava paurosamente…
A quel punto Romiti, che stava seduto leggendo il giornale, abbassa seccamente i quotidiano, volta appena la testa ed esclama un perentorio:
“De Bortoli…basta!”. E si rimette a leggere.
De Bortoli ammutolisce,norende posto e non dice una parola né si muove dal posto per tutta la durata del volo.
E intanto hanno cambiato l’inno “nazionale” della comunità europea.
Dal primo gennaio 2014 questo inno sostituirà il beethoveniano “An die freude”
http://leprechaun.altervista.org/download/EU_anthem.mp3
Il 9 ottobre scorso Mario Draghi svolgeva una prolusione alla Harvard University di Cambridge (Usa). Tema del suo discorso, le prospettive dell’Unione europea. Draghi non si è smentito, ha difeso a spada tratta il superamento delle diverse identità nazionali, affinché siano definitivamente tolti dimezzo i diversi stati nazionali. Perché? «Se ci sono sfide globali, il potere delle nazioni si ferma al confine, questo vale ad esempio per l’ambiente, c’è bisogno di un contesto più grande». Ha poi sottolineato che certi passaggi storici, è vero, si sono compiuti solo con le guerre, ma che la crisi economica attuale è come se fosse una guerra. Leggere per credere:«Costruire un’identità europea è forse una delle cose più importanti da fare. Quando mi trovavo qui nel 2001 ho potuto ammirare la forza di questo paese nell’affrontare gli eventi drammatici dell’11 settembre e la capacità di reagire a quella tragedia. Ma la creazione di un’identità è un processo lungo che passa attraverso una cultura comune, mobilità del lavoro da paese a paese, il superamento di sfide difficili grazie allo sforzo comune. In passato erano le guerre, oggi forse la recessione può essere un equivalente». [Il Sole 24 Ore del 10/10/13]
Ecco perchè non mi fiderei troppo ad affidare ad altri massoni l’uscita da questa crisi…tendono sempre a porgere l’altra guancia, ovviamente verso i “fratelli” che hanno sbagliato. E, tra una porta girevole e l’altra, chi comanda rimangono sempre gli stessi.
Altro che porgere l’altra guancia; non sai che sta per uscire il libro di Gioele Magaldi che smaschererà le trame della massoneria reazionaria? Magaldi denuncerà puntualmente tutte le loro malefatte; hanno i giorni contati. Come dici? Sono due anni che il libro deve uscire e non esce mai?
Vabbe’, ma la massoneria democratica insieme a Democrazia Radical Popolare ha creato l’associazione Eleanor Roosvelt che sarà il punto di raccolta dei cittadini volenterosi che si vorranno imp..Come dici? Sono mesi che si chiacchiera dell’associaizone Eleanor Roosvelt e non se ne fa niente? Dici anche che alla fine dell’estate sul sito di Democrazia Radical Popolare dicevano che avrebbero scritto con molta maggior frequenza seguendo in maniera incalzante lo svolgersi dei fatti ma in realtà non scrivono un cacchio di post che è uno né loro né quelli di GOD?
Uomo di poca fede; non è che anche tu sei un affiliato alla massoneria reazionaria e vieni qui per seminare lo scetticismo fra il popolo?
[…] esoteriche che affratellano il nobel per l’economia statunitense al superburocrate italiano? (clicca per leggere). O basta la comune militanza all’interno di alcuni esclusivi consessi paramassonici come il […]
[…] esoteriche che affratellano il nobel per l’economia statunitense al superburocrate italiano? (clicca per leggere). O basta la comune militanza all’interno di alcuni esclusivi consessi paramassonici come il […]