Tutti i dati macroeconomici indicano che l’Italia sta letteralmente naufragando. La disoccupazione, specie quella giovanile, ha raggiunto picchi drammatici mentre il governo continua ad ingaggiare un surreale braccio di ferro con le opposizioni al fine di alterare irrimediabilmente l’attuale equilibrio costituzionale. L’ostinazione con la quale Matteo Renzi persegue l’obiettivo di rendere non più eleggibili i senatori, dimenticando di fatto i veri drammi socio-economici che scuotono il Paese, ha un non so che di diabolico. Ma vi pare serio impiccare una nazione intera al capriccio di un giovanotto che gioca a fare il Padre costituente insieme al ripulito Berlusconi? Possibile che nessuno evidenzi la sproporzione esistente tra il Paese reale, per usare un’espressione cara al rottamando D’Alema, e quello virtuale rintanato nei Palazzi del potere? Dall’arrivo di Mario Monti in poi l’Italia vive una condizione paradossale, umiliata e tenuta in ostaggio da un manipolo di figure, etero-dirette dall’esterno, leste nel pianificare un vero e proprio colpo di Stato permanente. La torsione autoritaria ora palesatesi in tutta la sua crudezza ha origini lontane. Il ruolo abnorme giocato dal Presidente Napolitano, finora trattato dalla stampa di regime con gli stessi riguardi usati dai giornalisti nord-coreani nell’approcciarsi alle eroiche gesta del dittatore Kim Jong-un, ne rappresenta non da oggi il simbolo più solare ed evidente. Improvvisamente, però, alcuni intellettuali a corrente alternata hanno finalmente iniziato a dare segni di risveglio. Prima è toccato a Scalfari mettere in dubbio il dogma dell’infallibilità quirinalizia, direttamente mutuato da quello più noto sancito da papa Pio IX nel lontano 1870 (clicca per leggere); ora invece è il turno di Gherardo Colombo, già pm ai tempi di Mani Pulite, corrucciato nel ricordare al popolo non più sovrano come Giorgio Napolitano, in fondo, conservi pur sempre un retaggio di chiara matrice stalinista (clicca per leggere). Le parole di Colombo, non dal sen fuggite, sono pregne di significati non facilmente riconoscibili da occhio profano. L’Italia non è un Paese nel quale abbondino i cuor di leone e, per restare nel dorato circuito composto da quelli che contano, la prudenza è fortemente consigliata. Fatta tale premessa, quindi, converrebbe domandarsi come mai l’ex giudice Colombo possa permettersi di bollare pubblicamente il venerabilissimo e potentissimo Napolitano alla stregua di un “residuato bellico” nonché “carrista sovietico”. Per tentare di abbozzare una risposta esauriente sarebbe forse il caso di allargare l’ angolo di osservazione. Gherardo Colombo, come è noto, è stato uno dei protagonisti di quell’inchiesta passata alla storia sotto il nome di Tangentopoli, operazione strabica da più parti accusata di avere di fatto salvaguardato i vertici di un partito, il Pci, pienamente organico ad un sistema di potere che si reggeva su forme di finanziamento illecito. Napolitano era uno degli uomini di punta di quel Partito Comunista, non a caso direttamente chiamato in causa in udienza dall’ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi (clicca per ascoltare). Anni dopo, con colpevole e sospetto ritardo, un altro protagonista del pool di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, confermò la sostanziale veridicità delle accuse avanzate da Bettino, chiedendosi maliziosamente come mai nei confronti del futuro Presidente Napolitano fossero stati usati due pesi e due misure (clicca per leggere). Magari, se in Italia esistesse la stampa libera, qualcuno proverebbe a girare la domanda allo stesso Gherardo Colombo. Ora, senza volere insinuare l’esistenza di nessun debito di riconoscenza esistente tra il Capo dello Stato e il Presidente della Garzanti per questioni oramai sepolte negli anni più bui della nostra povera Repubblica, mi accingo ad evidenziare una ulteriore circostanza degna di profonda riflessione. Le riforme volute da Renzi, spalleggiato nell’impresa con veemenza dal solito Napolitano, tradiscono secondo alcuni (a partire da Beppe Grillo) venature di stampo piduista. Sapete, sempre per pura casualità, come si chiamavano i pm che fecero scoppiare in Italia lo scandalo riguardante la famigerata loggia “Propaganda 2”? Si chiamavano Giuliano Turone e, per l’appunto, Gherardo Colombo. I lettori de Il Moralista sanno che la P2 altro non era se non la filiale italiana di un network massonico sovranazionale facente capo ad una influente Ur-Lodges nord-americana chiamata”Three Eyes” (clicca per leggere). Per sapere con certezza se all’interno della potentissima loggia “Three Eyes”, a sua volta controllante le gesta dell’Associazione paramassonica “Trilateral Commission”, operino o abbiano operato influenti politici italiani bisognerà attendere l’uscita del libro scritto dal Gran Maestro Gioele Magaldi (“Massoni”, Chiarelettere editore). A quel punto il mosaico risulterà completo e tutto sarà più chiaro, limpido e comprensibile. Alla luce del ragionamento appena ultimato, perciò, chi di dovere farebbe bene a recepire con la giusta umiltà e attenzione i consigli offerti da Gherardo Colombo. Prima che sia troppo tardi naturalmente…
Francesco Maria Toscano
29/7/2014
Caro Francesco, non ho capito il discorso sul debito di riconoscenza fra il Presidente della Garzanti e l’ez funzionario del PCI.
Si intende che il due pesi e due misure è stato applicato proprio da Colombo per salvaguardare Napolitano?ù
Anche la definizione di Napolitano come “stalinista dentro” (e il bello è che secondo Colombo lo sarebbe per l’influenza del fascismo, ossia del periodo in cui è nato N.) mi sembra strana se collegata alle tue osservazioni riguardo la P2 che tutto è meno che stalinista.
Forse Colombo dice “stalinista” ma intende altro molto diverso?
Non ho capito…
Caro Allibito (e perplesso),
Io non intendo nulla. Io dico soltanto che, nonostante Craxi (non proprio l’ultimo arrivato) avesse tirato in ballo in udienza pubblica le responsabilità di Napolitano (in gergo si chiama “notizia criminis”), nessun pm in forza al pool intese approfondire la questione. La responsabilità, ovviamente, non è di nessuno ma solo della Provvidenza che guida l’agire degli uomini. E’ Di Pietro, non io, che dichiara come con Craxi e Napolitano il pool abbia usato “due pesi e due misure” (evidentemente non hai neppure letto i rimandi contenuti nel mio articolo…). La p2 era protagonista di un progetto elitario e autoritario, come il fascismo e come lo stalinismo. Lo stesso Napolitano, prima di plaudire all’avanzata sovietica in Ungheria, era iscritto ai gruppi universitari fascisti. La tua, quindi, mi pare una precisazione di lana caprina…
Mi spiace che sia di lana caprina, non avevo capito e ti ho chisto spiegazioni, tutto qui.
Rimango col dubbio se, stando al tuo post che ahimè non ho capito interamente, Colombo abbia voluto dire che N. è collegato al mondo della P2 solo per motivi ideologici, ossia l’autoritarismo staliniano-fascista, o per effettive connessioni.
Nel caso fosse la due, e non lo so, mi sembra che l’aggettivo staliniano non significhi granché, quindi la critica non era rivolta a te ma al vocabolo scelto da Colombo.
Guarda Allibito, mi pare tutto molto chiaro. In ogni caso è normale che il livello di comunicazione scelto da Colombo debba restare oscuro ai più. Non è un problema solo tuo. “Vedranno e udiranno ma non capiranno”. Saluti
Sì ma è inutile che fai l’acido se ti faccio una domanda.
Mettiamola chiara così lo vedono anche i lettori.
a) Stai dicendo che Co0lombo afferma che Napolitano è imbevuto di cultura stalinista e autoritaria? Tutto qui e nient’altro?
Lo conoscevano tutti il tipo nel PCI quindi non è una notizia, è solo un banalissimo giudizio di disistima. Tra l’altro non è minimamente stalianiano ma casomai elitario che sono cose simili ma diverse anche se capisco che la differenza possa sfuggire ai meno informati.
b) O dici che Napolitano è legato alla P2, forse?
Se non è così allora non si capisce il passaggio su Colombo giudice sulla P2; oppure lo dici esplicitamente che e allora è una notizia; o sennò lo stai insinuando in puro stile basso massonico.
Adesso fai pure i commentini antipatici magari quelli vecchio stile con gli insulti ma rispondi alle mie domande se no il lettore si accorge che svicoli.
Il bello è che sono partito con una domanda innocente, ma qui c’è la gagliarda atmosfera della loggia settecentesca…
Non sono io che do risposte acide, sei tu che fai domande non degne della tua intelligenza. Proprio il fatto che Colombo abbia detto una ovvietà, “Napolitano appoggiava i sovietici nel 1956″, rilanciata con grande evidenza come se fosse una notizia, avrebbe dovuto suscitare in te il sospetto che il messaggio recapitato da Colombo era “altro” rispetto al merito dell’intervista. Quanto al profilo di Napolitano ti rinvio alla lettura del libro di Magaldi. Come antipasto puoi leggere un lavoro di Santachiara e Pinotti “I panni sporchi del Pd”. Saluti
Chi come me segue da tempo i siti di GOD e di DRP, e da li sono arrivati a leggere anche Il Moralista, sente parlare del libro di Magaldi da ormai più di tre anni. Speriamo che questa sia la volta buona.
MM
Cari/e, stamani, nel leggere la doppiezza ideologica riferita a Napolitano (Fascismo-Stalinismo), mi ritorna in mente un fatto strano, accaduto ieri sera al mercatino antiquariato di Rivanazzano (pv), inerente ai libri. Ho venduto ” Tecnica del colpo di Stato” di Curzio Malaparte e nel commentarlo con il nuovo proprietario è emerso che taluni libri vengono intesi in versioni differenti. Personalmente sono rimasto folgorato dalla esposizione inerente alla Rivoluzione Francese mentre il nuovo proprietario dalla ascesa del Fascismo. Detto ciò, credo che taluni libri contengono sia il bene sia il male, dipende che anima uno possiede….
Lunga vita.