imagesTra due settimane i greci torneranno al voto. Il premier di centrodestra Antonis Samaras, affiliato presso la Ur-Lodge Three Eyes, non è riuscito a trovare in Parlamento i numeri sufficienti per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. La Costituzione ellenica prevede infatti che, esperiti senza successo tre tentativi, non rimanga altro da fare se non indire nuove elezioni. I greci, usati come cavie da laboratorio da sadici tecno-nazisti come Draghi, Lagarde, Barroso e Schauble, sono allo stremo. Disoccupazione, povertà e mortalità infantile dilagano, mentre il sistema continua ad usare l’arma del ricatto morale per paralizzare la capacità di reazione delle vittime indifese di cotanta barbarie (“non vorrete mica sprecare i sacrifici fin qui lodevolmente compiuti?”). Per quanto raffinata e scientifica, qualunque strategia di manipolazione di massa funziona solo in un lasso di tempo provvisorio. Nel 2012 il terrorismo mediatico permise ad un aguzzino della Troika come Samaras di vincere le elezioni (clicca per leggere). A distanza di tre anni la società greca è però sempre più afflitta e malandata, nonostante i continui richiami all’ottimismo di chi, maleficamente, posticipa all’infinito una “ripresa” che nei fatti frustra ed impedisce (leggi Mario Draghi).  Quindi, con ogni probabilità, l’elettorato greco si affiderà adesso ad un personaggio come Tsipras, in grado di incarnare in apparenza un veemente moto di discontinuità con il passato. Ma Tsipras è veramente un difensore del popolo, nemico giurato degli affamatori di Bruxelles? O è soltanto un furbo cialtrone che, come gli italici Bersani e Fassina, recita la parte del progressista/keynesiano all’opposizione in attesa di applicare ricette filonaziste una volta giunto al governo? A leggere le vomitevoli analisi formulate dal leader di Syriza, rilanciate anche dall’Huffington Post, sembra assai più verosimile la seconda ipotesi (clicca per leggere). Rispondendo ad una domanda del giornalista che chiede lumi circa la proposta macroeconomica di Syriza, Tsipras testualmente afferma: “Il riuscire a proseguire tenendo come punto fermo il pareggio di bilancio è realmente un punto nodale della nostra strategia, perché ci dà la possibilità di trattare da una posizione di forza”. Avete letto bene? Tsipras, ovvero il pericoloso estremista di sinistra che fa tremare la costruzione europea, è in realtà un difensore accanito del pareggio di bilancio, strumento non a caso divinizzato e difeso ad ogni latitudine dalle  forze politiche più oligarchiche e reazionarie, quelle per intenderci che mettono al bando il pensiero di Keynes e credono nella forza auto-regolatrice dei soliti, fantomatici, mercati. Al netto della demagogia buona per rinfocolare i tonti (“denunceremo penalmente la Troika”), Tsipras è stato evidentemente già scritturato dai registi che sovraintendono l’attuale Olocausto continentale (a partire dal Venerabile Maestro della Ur-Lodge “Der RingWolfang Schauble), consapevoli del fatto che solo cambiando di continuo i figuranti sarà possibile blindare oltre le politiche improntate alla più folle austerità. D’altronde, in estrema sintesi, un regime capitalistico di libero mercato conosce fondamentalmente due declinazioni principali: una, di tipo progressista ed egualitario, che utilizza la leva del deficit per riparare i guasti e le ingiustizie sociali che i mercati a briglia sciolte necessariamente producono; l’altra, sul modello schiavistico in voga nell’Ottocento, che demonizza l’intervento pubblico nell’economia (da qui il mito del “pareggio di bilancio”) credendo per fede nelle capacità miracolose di una presunta “mano invisibile” già evocata da Adam Smith. Per sua stessa pacifica ammissione, perciò, Tsipras sembra volersi calare ora nei panni di una specie di “nazista rosso”, quinta colonna dissimulata di un sistema flessibile che valorizza le figure già assoldate e, all’occorrenza, corrompe quelle non ancora organicamente inquadrate. Hollande ebbe almeno il pudore di aspettare di insediarsi all’Eliseo per sconfessare le promesse fatte in campagna elettorale (“no all’austerità”) ed allinearsi per interesse alle politiche della Merkel. Tsipras, invece, sentendosi furbo quanto Renzi, si è già venduto il regno prima ancora di essere formalmente incoronato re. Buono a sapersi.

    P.s. Invito tutti i lettori de Il Moralista ad iscriversi al “Movimento Roosevelt” in vista del congresso di Gennaio/Febbraio 2015. Il modulo per aderire lo trovate in alto a destra

    Francesco Maria Toscano

    7/01/2015

    Categorie: Esteri

    20 Commenti

    1. Ovidio G scrive:

      Pur concordando a grandi linee con gran parte degli interventi su questo blog, quando si parla di crisi Greca mi ritrovo spesso in disaccordo.

      La Grecia e’ il paese piu’ corrotto d’Europa, con un evasione fiscale precrisi di oltre 60mld di euro (per un paese cosi’ piccolo!), il piu’ clientelare e dove lo Stato poco prima della crisi elargiva prebende generose alla popolazione sottoforma di pensioni e lavori di pura burocrazia a destra e manca. Finche’ ci si poteva indebitare a poco prezzo, il giochetto andava avanti. Poi quando tutto si e’ inceppato, e’ crollato tutto.

      Faccio incredibile fatica a credere che chi governasse la Grecia in precedenza avesse fatto del bene al paese e che chi e’ venuto dopo, a causa della Troika abbia fatto del male. Io credo invece fosse solamente una elite che si e’ abbuffata alle spalle del popolo, quando poi e’ arrivata la crisi, ha fatto sparire oltre 2mld di Euro (la famosa lista Lagarde) e poi, come di consueto, ha lasciato il popolo a morire di fame. Popolo che non si e’ mai chiesto da dove provenissero tutti i soldi che venivano elargiti allegramente in un paese dove pochissimi creano ricchezza? Non voglio quotare il tanto “odiato” Fabio Scacciavillani, ma “a presidiare una scrivania, non si crea ricchezza, la si distrugge”. Non e’ concordabile?

      Vorrei sentire il parare del curatore del sito al riguardo, se mi puo’ convincere del contrario. Grazie.

      • alessandro scrive:

        Ovidio, le famiglie e imprese Greche (debito privato) si indebitavano con i paesi del nord Europa (in particolare Germania e Francia) al ritmo vertiginoso del 5% del PIL all’anno, grazie alle prodezze del libero mercato e della finanza privata. Per i mercati questo dato è allarmante e sufficiente per mandare a gambe all’aria l’economia di un paese. Non è un caso che, oggi che i greci sono perlopiù rientrati dai debiti della finanza privata verso gli stessi paesi, la Germania sostiene che l’Eurozona può fare a meno della Grecia. Finchè le banche del Nord vantavano crediti (finanza privata… non pubblica… attenzione!!) nei confronti della Grecia, la stessa doveva essere risanata dalla Troika. Oggi che le banche del nord si sono liberate dai crediti greci… pace! la Grecia può andare per conto suo. Il debito pubblico greco era talmente esiguo che bastavano 40 miliardi per superare la crisi dei debiti sovrani. Non capisci che l’accusa ai greci di essere corrotti e pigri è uno strumento diffuso ad arte dalle élite per giustificare l’austerità, per additare lo Stato come unico nemico da abbattere, nell’ottica neo-liberista che vorrebbe ridurre l’interventismo pubblico ai minimi termini e quindi abbattere ciò che rimane dello stato sociale. I numeri hanno una certa importanza… è bene non usarli ad minkiam

        • Ovidio G scrive:

          Innanzitutto grazie delle risposte esaustive.

          Vorrei soffermarmi su due punti:

          1)Famiglie e imprese greche si indebitavano siamo daccordo, ma non certo per le prodezze dei mercati, ma per volonta’ propria. 5% all’anno e’ tanto.
          Il debito pubblico greco non era esiguo, era gia’ al 100% del GDP prima della crisi, schizzato poi ai livelli beceri attuali con le politiche fallimentari imposte dalla Troika.

          Rispondo anche a Davide al contempo:
          2) Corruzione ed evasione costano un sacco di soldi ad uno Stato. In Italia, le due combinate assieme ammontano a 260mld annui. Raramente pero’ se ne parla. Perche’? Monetizzare il debito puo’ essere utile in casi di emergenza, ma in Italia ai tempi della Lira era la norma.

          Keynes l’ho studiato, ma mi ha convinto sempre fino ad un certo punto.

          Lungi da me dall’imporre ricette ultraneoliberiste che servono solo ad affamare le masse a scapito degli ultraricchi, ma il caso della Grecia dove un buon 60% della popolazione attiva lavorativamente parlando campa di Stato sotto forma di burocrazia fine a se stessa, non era forse un tantino esagerato?
          Grazie

          • alessandro scrive:

            Mi spiace, Ovidio, ma non è esattamente così. Quando vai in banca e chiedi un prestito ti chiedono la busta paga per accertare la tua solvibilità. Una banca accorta non concederebbe un mutuo da 200.000 euro ad un disoccupato, giusto? Allo stesso modo le banche del nord non avrebbero dovuto fare credito alla Grecia che s’indebitava di capitali privati al 5% del PIL l’anno. Tu vedi sempre e solo la colpa di chi si indebita, ma non noti che è scellerato anche chi presta soldi (paesi del Nord, Germania in testa) senza valutare la possibile solvibilità del debitore (es: Grecia, Portogallo, Spagna).
            L’indebitamento poi può essere al 40 al 60 al 100 al 200%/PIL, ma la sua sostenibilità dipende da tanti fattori. Dipende per esempio anche dal potenziale di crescita del PIL e nel caso greco bastavano 40 miliardi per chiudere subito la crisi. Vuoi sapere quanti soldi sono stati pagati per salvare le banche e la finanza privata? Altrochè 40Mld! Come è questa storia dei due pesi due misure.. che i debiti privati della finanza si ripianano e i debiti dello Stato no? Per inciso i debiti delle banche sono ripagate con soldi pubblici.
            Quanto a corruzione ed evasione c’è sempre stata, sia in Italia che in Grecia, come in Germania (caso Siemens accertato tangenti per 5 miliardi, patteggiato per 2,5 Mld). Come mai prima crescevamo, anche con la corruzione più alta, e adesso improvvisamente non cresciamo più? Tu dici per la corruzione?Mah!! In Italia il sommerso è stimato da autorevoli ricerche al 4%, contro la media europea del 3,2%. Considera inoltre che gli sprechi, la corruzione e il sommerso non sono soldi che svaniscono nel nulla, sono comunque soldi che girano nell’economia. Che piaccia o no anche il sommerso entra nel conteggio del reddito nazionale e nel PIL (da poco ci hanno messo anche traffici illeciti e mignotte…). Quando i tanti Scacciavillani dicono che i corrotti si hanno magnato tutti i soldi che volevano dire? Che Fiorito e il Trota ingurgitavano biglietti da 100 euro e quei soldi sparivano come fossero mai esistiti? Quei soldi avranno girato nell’economia, mal spesi, ma da qualche parte saranno finiti (trascurando quelli che partono all’estero)? Occhio ragazzi a non farvi rivoltare il cervello! vi vogliono convincere che se non cresciamo la colpa è vostra, nostra, che siamo spreconi e fannulloni. Ma in tutta la stampa estera ormai è pacifico che questa è una crisi di domanda aggregata e di bilancia di pagamenti nell’eurozona e che i responsabili sono gli avvoltoi della finanza e delle grandi corporazioni industriali. Saluti

      • davide scrive:

        si certo la colpa è dell’evasione fiscale e della corruzione…mai sentito parlare di sovranità monetaria: studia keynes che forse ti passa la sbornia neoliberista…

      • Georgejefferson scrive:

        Cosa intendi per creazione di ricchezza? Valore? Ma il valore lo crei in conseguenza della domanda di esso.
        Se c’e’ domanda per una lezione di filosofia quella domanda e’ la ragione di scopo dell’offerta (creazione di valore) e questo a prescindere se il prodotto e’ fisico o immateriale (come l’assistenza alla persona bisognosa). Il punto e’ che per manifestarsi la domanda e conseguente “creazione di valore” c’e’ bisogno di in reddito prima di stabilire cosa piu merita status di “valore”, poi ci sta l’egemonia culturale che condiziona le preferenze per esempio nel scelgiere di spendere per una borsetta firmata oppure un libro.

    2. Che noia scrive:

      La Grecia (come l’Italia) è OBBLIGATA a far pareggio di bilancio per lo squilibrio della BdP: non ci possono essere politiche keynesiane con cambi fissi o, peggio, monete uniche.

      O AUSTERITY o fuori dall’euro. Ma ANCORA non lo sapete? Analfabetismo economico resta con me?

      Ripetete con me: NON CI POSSONO ESSERE POLITICHE KEYNESIANE IN EUROZONA. IN CASO DI GOVERNO USE (CHE SAREBBE OBBLIGATORIAMENTE UNA DITTATURA IN QUANTO NON SI CONDIVIDONO LINGUA E CULTURA) SI POTREBBE AL LIMITE FARE SOLO ASSISTENZIALISMO COME IN CALABRIA O IN SICILIA.

      Tutti insieme: NON CI POSSONO ESSERE POLITICHE KEYNESIANE IN EUROZONA. IN CASO DI GOVERNO USE (CHE SAREBBE OBBLIGATORIAMENTE UNA DITTATURA IN QUANTO NON SI CONDIVIDONO LINGUA E CULTURA) SI POTREBBE AL LIMITE FARE SOLO ASSISTENZIALISMO COME IN CALABRIA O IN SICILIA.

      Ancora: NON CI POSSONO ESSERE POLITICHE KEYNESIANE IN EUROZONA. IN CASO DI GOVERNO USE (CHE SAREBBE OBBLIGATORIAMENTE UNA DITTATURA IN QUANTO NON SI CONDIVIDONO LINGUA E CULTURA) SI POTREBBE AL LIMITE FARE SOLO ASSISTENZIALISMO COME IN CALABRIA O IN SICILIA.

      Ancora: NON CI POSSONO ESSERE POLITICHE KEYNESIANE IN EUROZONA. IN CASO DI GOVERNO USE (CHE SAREBBE OBBLIGATORIAMENTE UNA DITTATURA IN QUANTO NON SI CONDIVIDONO LINGUA E CULTURA) SI POTREBBE AL LIMITE FARE SOLO ASSISTENZIALISMO COME IN CALABRIA O IN SICILIA.

      Basta mistificare: Keynes fu proprio colui che fece saltare il vincolo valutario del secolare gold standard inglese.

      Non se ne può più di leggere ste baggianate mentre i bambini greci muoiono di tubercolosi o di semplice influenza.

      Gli europeisti hanno distrutto le speranza e il futuro dei nostri figli con le loro disgustose MENZOGNE.

      Tsipras è un nazista perché vuole mantenere la moneta unica; solo i nazisti possono aver progettato una follia come l’euro per un progetto assolutista e antidemocratico come gli USE.

      E solo i nazisti possono far di tutto per tenerla.

      (E mollateci con l’allegra brigata del sociologo Mazzini, dell’antropologo Garibaldi o del monetarista Cattaneo…)

      Gli euronazisti sono stati TUTTI coloro che hanno imposto antidemocraticamente il progetto europeista, manifestaroli di Ventotene compresi: https://www.qub.ac.uk/schools/SchoolofPoliticsInternationalStudiesandPhilosophy/FileStore/EuropeanisationFiles/Filetoupload,38432,en.pdf

      Non ci avete limite alla vergogna: quella sì, rossa e nazista.

      • alessandro scrive:

        In effetti è così o “quasi così” come dici te…
        Nel senso che almeno tecnicamente sarebbe possibile rendere sostenibili le asimmetrie con trasferimenti fra stati in surplus e stati in deficit (integrazione fiscale) e facilitando la mobilità del lavoro. Non sarebbe certo una soluzione che renderebbe l’euro desiderabile (data l’inutilità dei vantaggi economici indotti dall’introduzione di questa moneta straniera per riduzione dei “costi dei cambi”, stimati nell’ordine dello 0,4% del PIL europeo, una tantum, non annui s’intende). Ma politicamente è impossibile che il nord europa creditore accetti questa soluzione. Per la Germania si tratterebbe di un aggiustamento nell’ordine del 7-8% del PIL (se non ricordo male)! Ma di che stiamo parlando? dopo che i tedeschi hanno imbottito i loro elettori di balle colossali sulla corruzione dei greci o degli italiani mangiaspaketten che si hanno magnato tutto… come potrebbero accettare un bilancio federale più importante che finanziasse crescita e trasferisse risorse agli stati in difficoltà?

        • S.Villa scrive:

          Concordo con entrambi

        • Gianluca scrive:

          Hai visto come han fatto bene i (pochi) trasferimenti al sud?… purtroppo credo che un unione del genere non funzionerebbe comunque… (sarebbe solo una toppa).
          Certo, i profitti per le multinazionali e banche sempre più grandi aumenterebbero… “qualcuno” avrebbe più potere e “prestigio”… mi spiego?

          Io spero che si torni a pensare a un progressismo socialista persino federalista a livello nazionale.

      • Diego scrive:

        Per noi del Movimento Roosevelt o si riscrivono da zero i trattati, da Maastricht in avanti, oppure si esce dall’Euro, cancellando in ogni caso il pareggio di bilancio.

        Obiezioni?

        • S.Villa scrive:

          Si’:si stracciano i trattati e si esce dall’euro immediatamente e contemporaneamente.
          Obiezioni?

          • S.Villa scrive:

            Dall’euro non si esce a casaccio,bisogna avere un piano B serio e basato su studi scientifici.Economisti come Paolo Savona,Alberto Bagnai e Vladimiro Giacche’,attraverso l’associazione a/simmetrie,stanno facendo un lavoro enorme e certosino,sul piano economico-scientifico,proprio per evitare di arrivare impreparati al momento dell’uscita dall’euro.
            Voi quale piano B e quali economisti di riferimento(possibilmente viventi)avete?

            • Diego scrive:

              Non diciamo fesserie… contemporaneamente.. il problema dovrebbe essere posto pubblicamente e presso le altre nazioni nei termini che ho specificato, quantomeno per smascherare tutte le cattive fedi che si celano dietro l’attuale disegno europeista

              inoltre voi dite usciamo dall’euro, checcefrega se la nostra classe politica è sciatta e/o al laccio più o meno inconsapevole delle elites neoaristocratiche;

              Noi, al contrario, ci occupiamo prima della classe politica, attraverso l’apertura verso gli iscritti di qualsiasi altro movimento/partito/associazione purchè sinceramente progressisti e libertari (l’essere eurofederalisti come vedi non è un prerequisito :D )e attraverso la Fondazione Roosevelt che si occuperà di formazione politologica, che immagino sarà aperta e plurale, oltre che di alto grado, come annunciato.

              Pronti a trasformarci in partito nel giro di alcuni (2-4) anni nel caso quest’azione metapartitica dovesse sortire effetto alcuno.

              Solo l’aver rivoluzionato ed illuminato una classe politica mi può garantire che un ritorno alla lira non sia solo un gigantesco, mastodontico, Gattopardo.

              Sicuramente i lavori dei succitati verranno presi in serissima considerazione, insieme a quelli di altri, penso Brancaccio e a qualunque altro eterodosso della scena nazionale e internazionale

              • S.Villa scrive:

                Le fesserie le dira’ tua sorella.Abbiamo ottimi giuristi che hanno studiato,analizzato,sviscerato e smascherato i truffaldini trattati europei,da quello di Maastricht a quello di Lisbona.Ormai si sa tutto,i cittadini italiani cominciano a non bersi più certe stronzate(vedi il successo della Lega alle ultime europee).
                Stessa cosa dicasi per la moneta unica:Bagnai,Borghi,Giacché,Brancaccio ecc. hanno svelato il trucco e,in mancanza di una sinistra”normale”,ancora una volta voti regalati alla Lega.
                Dirò di più.Qualche cittadino ha proposto Paolo Savona(che,qualora non lo sapessi,te lo dico io:e’ un massone)come prossimo Presidente della Repubblica…mica male,ci metterei la firma,basterebbe un po’ di volontà da parte dei grembiulini.Ma ho come la sensazione,e spero vivamente di sbagliarmi,che progressisti e reazionari faranno il solito compromesso per individuare “una via di mezzo”,uno che vada bene a entrambe le parti…. tranne che a noi!Sai,a furia di compromessi si rischia di compromettersi definitivamente,e i conti li paghiamo/pagheremo noi.
                Si capirà tra qualche settimana-altro che “nel giro di alcuni(2-4)anni”-quale strada prenderà l’Italia.

    3. Laura scrive:

      Alexis Tsipras è il Renzi greco: il pareggio di bilancio punto fermo della nostra strategia.
      Syriza, tanto rumore per nulla.

    4. Luigi Pandolfi scrive:

      Forse può essere utile al dibattito..

      SYRIZA: COSA FARA’ IL GOVERNO DI SYRIZA
      Il Programma annunciato a Salonicco il 15 Settembre 2014 da Alexis tsipras

      IL CONTESTO DELLA TRATTATIVA
      Chiediamo elezioni parlamentari immediate e un forte mandato di negoziazione con l’obiettivo di:
      • Cancellare la maggior parte del valore nominale del debito pubblico in modo che diventi sostenibile nel contesto di una “Conferenza europea del debito». E ‘successo per la Germania nel 1953. Può anche accadere per il Sud Europa e la Grecia.
      • Includere una «clausola di crescita» nel rimborso della parte restante in modo che tale rimborso sia finanziato con la crescita e non attraverso leggi di bilancio.
      • Includere un periodo significativo di grazia («moratoria») del pagamento del debito per recuperare i fondi per la crescita.
      • Escludere gli investimenti pubblici dai vincoli del Patto di Stabilità e di Crescita.
      • Un « New Deal Europeo » di investimenti pubblici finanziati dalla Banca europea per gli investimenti.
      • Un aiuto quantitativo da parte della Banca centrale europea con acquisti diretti di obbligazioni sovrane.
      • Infine, dichiariamo ancora una volta che la questione del prestito forzoso durante l’occupazione nazista della Banca di Grecia è una questione ancora aperta per noi. I nostri partner lo sanno. Diventerà la posizione ufficiale del paese a partire dal nostro primo giorno al potere.
      In base a questo piano, ci batteremo e garantiremo una soluzione socialmente praticabile sul problema del debito della Grecia in modo che il nostro paese sia in grado di pagare il debito residuo attraverso la creazione di nuova ricchezza e non di avanzi primari, che privano la società di reddito.
      Con questo programma, noi porteremo avanti mettendo in sicurezza il paese il recupero e la ricostruzione produttiva con:
      • Aumento immediato di investimenti pubblici di almeno € 4 miliardi.
      • Graduale inversione di tutte le ingiustizie del Memorandum.
      • Graduale ripristino di stipendi e pensioni in modo da far aumentare i consumi e la domanda.
      • Sostegno alle piccole e medie imprese, con incentivi per l’occupazione, e sovvenzione per il costo energetico del settore in cambio di occupazione e di clausole ambientali.
      • Investimenti nella conoscenza, la ricerca, e la nuova tecnologia al fine di far tornare a casa giovani scienziati, che sono massicciamente emigrati negli ultimi anni.
      • Ricostruzione dello stato sociale, il ripristino dello stato di diritto e la creazione di un regime meritocratico.
      Siamo pronti a negoziare e stiamo lavorando per costruire le più ampie alleanze possibili in Europa.
      L’attuale governo Samaras è di nuovo pronto ad accettare le decisioni dei creditori. L’unica alleanza che si preoccupa di costruire è con il governo tedesco.
      Questa è la differenza tra di noi e questo è, alla fine, il dilemma:
      Negoziazione europea di un governo di SYRIZA, o accettazione dei termini dei creditori sulla Grecia da parte del governo Samaras.
      Negoziazione o non-negoziazione.
      Crescita o austerità.
      SYRIZA o Nuova Democrazia.
      Ma cosa accadrà fino che la trattativa non sarà finita?
      Con SYRIZA per un piano nazionale di ricostruzione per la società greca.
      Noi ci assumiamo la responsabilità e, di conseguenza, l’impegno verso il popolo greco per un Piano di Ricostruzione Nazionale che sostituirà il memorandum già nei nostri primi giorni al potere, prima e indipendentemente dal risultato della negoziazione.
      Il Piano di Ricostruzione Nazionale si basa su quattro grandi pilastri per invertire la disintegrazione sociale ed economica, per la ricostruzione dell’economia e l’uscita dalla crisi.
      I quattro pilastri del Piano di Ricostruzione Nazionale
      1° : Affrontare la crisi umanitaria
      2° : Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
      3° : Riconquistare l’occupazione
      4° : Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
      ————————————————– ————————————————
      1 ° pilastro: Affrontare la crisi umanitaria
      Costo totale stimato € 1.882 miliardi
      Il nostro programma per affrontare immediatamente la crisi umanitaria, con un costo stimato circa di € 2 miliardi, comprende una griglia completa di interventi di emergenza, in modo da alzare uno scudo di protezione per gli strati sociali più vulnerabili.
      • Elettricità gratis per 300.000 famiglie attualmente sotto la soglia di povertà fino a 300 kWh al mese per famiglia; cioè, 3.600 kWh all’anno. Costo totale: 59,4 milioni di €.
      • Programma di sussidi pasto per 300.000 famiglie senza reddito. L’attuazione avverrà tramite un ente pubblico di coordinamento, in collaborazione con le autorità locali, la Chiesa e le organizzazioni di solidarietà. Costo totale: € 756.000.000.
      • Programma di garanzia abitativa. L’obiettivo è la fornitura iniziale di 30.000 appartamenti (30, 50, e 70 m²), sovvenzionando affitto a € 3 per m². Costo totale: 54 milioni di €.
      • Restituzione del bonus di Natale (la nostra tredicesima n.d.r.), come 13 ͣ pensione, al milione ducentosessantaduemila novecentoventi (1.262.920) pensionati che hanno una pensione fino a € 700. Costo totale: € 543,06 milioni.
      • assistenza medica e farmaceutica gratuita per i disoccupati non assicurati. Costo totale: € 350 milioni.
      • Tessera speciale di trasporto pubblico per il disoccupati di lunga durata e di coloro che sono sotto la soglia di povertà. Costo totale: € 120 milioni.
      • Abrogazione del livellamento della imposta speciale di consumo sul gasolio da riscaldamento a quello per autotrazione. Portare il prezzo di partenza del combustibile per riscaldamento per le famiglie torna a €0,90 al lt, invece degli attuali € 1,20 a lt. Previsto Benefit.

      2 ° pilastro: Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
      Costo totale stimato: € 6,5 miliardi
      Totale beneficio stimato: € 3,0 miliardi
      Il secondo pilastro è incentrato sulle misure per riavviare l’economia. La priorità è data ad alleviare l’economia reale con la soppressione fiscale, sollevando i cittadini degli oneri finanziari, iniettando liquidità e migliorare la domanda.
      La tassazione eccessiva sulla classe media e su quelli che non evadono fiscalmente ha intrappolato una grande parte di cittadini in una situazione che minaccia direttamente la loro condizione lavorativa, la loro proprietà privata, non importa quanto piccola e la loro stessa esistenza fisica, come dimostrato dal numero senza precedenti di suicidi.
      • Estinzione di obbligazioni finanziarie ai fondi statali e di sicurezza sociale, in 84 rate.
      Beneficio stimato: € 3 miliardi
      Le entrate che ci aspettiamo di raccogliere su base annua (tra il 5% e il 15% del totale dovuto) saranno agevolate dalle seguenti misure:
      1. L’immediata cessazione dell’azione penale, nonché del sequestro di conti bancari, della prima casa, di stipendi, ecc, e il rilascio del certificato di regolarità fiscale a tutti quelli inclusi nel processo di risoluzione.
      2. Una sospensione di dodici mesi delle misure di perseguimento e di esecuzione nei confronti di debitori con un consolidato di reddito pari a zero, inclusi nel processo di risoluzione.
      3. Abrogazione del trattamento anti-costituzionale delle obbligazioni finanziarie in essere allo stato come reato in atto (in flagranza).
      4. Abolizione della obbligatoria di acconto del 50% del debito in essere come prerequisito per avere una udienza. La caparra sarà decisa da un giudice. Sarà circa il 10% -20%, a seconda delle condizioni finanziarie del debitore.
      • abolizione immediata dell’attuale tassa unificata di proprietà (ENFIA). Introduzione di una tassa sulle grandi proprietà.
      Immediata correzione al ribasso dei tassi di zona delle proprietà per m².
      Costo stimato: € 2 miliardi.
      Tale tassa sarà progressiva, con una alta soglia esentasse. Con l’eccezione di case di lusso, non verrà applicata per la residenza primaria. Inoltre, non riguarderà la piccola e media proprietà.
      • Restituzione della soglia di imposta sui redditi di € 12.000 annuali. Aumento del numero di aliquote di imposta per garantire una tassazione progressiva.
      Costo stimato: € 1,5 miliardi.
      • Riduzione del debito personale attraverso la ristrutturazione di prestiti («prestiti rossi») in sofferenza da parte di individui e imprese.
      Questa nuova legislazione di sollievo comprenderà: caso per caso la parziale cancellazione del debito contratto da persone che ora sono sotto la soglia di povertà, così come il principio generale di ristrutturazione del debito in essere, in modo che il suo rientro totale verso le banche, lo Stato ed i fondi di previdenza sociale non superi ⅓ del reddito di un debitore.
      • Stiamo allestendo un ente pubblico di intermediazione per la gestione del debito privato, non come una «bad bank», ma come ente sia di gestione di qualsiasi pagamento in ritardo alle banche sia come di controllo delle banche per quanto riguarda l’attuazione delle transazioni concordate.
      • Nei prossimi giorni, SYRIZA presenterà una proposta di legge per estendere all’infinito la sospensione dei pignoramenti sulla prima casa, per un valore inferiore a € 300.000.
      • La proposta di legge prevede anche il divieto di vendere o trasferire i diritti su prestiti e ipoteche sulle terre per garantire i prestiti alle istituzioni finanziarie non bancarie o società.
      • Istituzione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali:
      Capitale iniziale di € 1 miliardo.
      • Ripristino del salario minimo di 751 €.
      Costo zero.
      3 ° pilastro: Piano Nazionale per riconquistare l’occupazione
      Costo stimato: € 3 miliardi
      Un aumento netto di posti di lavoro di 300000 occupati in tutti i settori dell’economia – privata, pubblica, sociale – dovrebbe essere l’effetto del nostro piano biennale per riguadagnare occupazione. Tale piano è indispensabile per assorbire i disoccupati di lunga durata, in particolare quelli con più di 55 anni, così come i giovani disoccupati, che sarebbero in gran parte ignorati dalla crescita economica. Il nostro piano permetterebbe di risparmiare fondi per estendere l’indennità di disoccupazione a beneficio di più persone.
      • Restituzione del quadro istituzionale per la tutela dei diritti del lavoro che è stato demolito dai governi del Memorandum.
      • Restituzione del cosiddetto «effetto-dopo» dei contratti collettivi; degli stessi contratti collettivi, così come dell’arbitrato.
      • Abolizione di tutte le norme che consentono i licenziamenti ingiustificati e di massa, nonché dell’affitto dei dipendenti.
      costo zero
      Programma di occupazione per i 300000 nuovi posti di lavoro.
      Stima dei costi del primo anno: € 3 miliardi
      4 ° PILASTRO: Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
      Costo totale stimato: € 0
      Dal primo anno di governo di SYRIZA, intendiamo mettere in moto il processo di ricostruzione istituzionale e democratico dello Stato. Potenziamo le istituzioni della democrazia rappresentativa e si introducono nuove istituzioni di democrazia diretta.
      01 Organizzazione regionale dello Stato. Miglioramento della trasparenza, della autonomia economica ed efficacia del funzionamento dei Comuni e delle Regioni. Autorizziamo le istituzioni di democrazia diretta e l’introduzione di nuove
      02 Rafforzamento della partecipazione democratica dei cittadini. Introduzione di nuove istituzioni, come ad esempio l’iniziativa legislativa popolare, veto delle persone e l’iniziativa popolare per indire un referendum.
      03 Rafforzamento del Parlamento, riduzione dell’immunità parlamentare, e l’abrogazione del particolare regime giuridico della non-azione penale verso i parlamentari.
      04 Regolamento del paesaggio radio / televisivo, con l’osservazione di tutti i presupposti di legge e aderendo a criteri di rigore finanziario, fiscale e sicurezza sociale. Ripristino della ERT (Public Radio e Televisione) su base zero.
      Stima del costo del piano non negoziabile di misure immediate per ristrutturare la società.
      Abbiamo calcolato il costo totale del programma immediato per affrontare la crisi umanitaria e il costo fiscale dell’eliminazione delle mostruose tassazioni.
      Ciò sarà interamente coperto come segue:
      1. Prima di tutto, le misure e le procedure di soluzione e liquidazione. Abbiamo in programma di raccogliere, come minimo, € 20 miliardi su un totale di € 68 miliardi di mora per un periodo di sette anni. Ciò porterebbe ad aggiungere circa € 3 milardi nelle casse pubbliche nel primo anno.
      2. In secondo luogo, con una decisa la lotta contro l’evasione fiscale e il contrabbando (ad esempio carburante e di sigarette), cosa che richiede determinazione e volontà politica di scontrarsi con interessi oligarchici.
      3. Per quanto riguarda il capitale iniziale per una organizzazione pubblica di intermediazione e il costo della creazione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali, per un totale di € 3 miliardi, saranno finanziate dal cosiddetto «cuscino di comodo» dai, circa, € 11 miliardi del Fondo di Stabilità Finanziaria Ellenica destinato al sistema bancario.
      4. Per quanto riguarda il costo totale del piano per riconquistare l’occupazione: esso ammonta a € 5 miliardi, € 3 miliardi dei quali sono i costi nel primo anno di attuazione. Durante questo primo anno, il costo sarà finanziato mediante: €1 miliardo dal quadro di riferimento strategico nazionale 2007-2013 «progetti ponte»; € 1,5 miliardi dal suo equivalente 2014-2020 e € 500 milioni da altri strumenti europei destinati all’occupazione.
      Inoltre, considerando l’enorme sforzo che sarà richiesto per ripristinare le pensioni, il nostro governo, invece di svendere proprietà pubbliche, trasferirà una parte di essi a fondi di previdenza sociale.
      Queste sono il minimo di misure da adottare al fine di invertire le conseguenze catastrofiche del coinvolgimento del Settore Privato per Investimenti (PSI) sui fondi pensione e singoli obbligazionisti e ripristinare gradualmente le pensioni.
      PREVISIONI COSTO TOTALE DEL «PROGRAMMA SALONICCO»:
      € 11.382 miliardi
      STIMA RICAVI TOTALI:
      € 12.000 MILIARDI

    5. Care/i oltre alle lodevoli ragioni esposte con dovizia, a mio avviso emergere un fattore importantissimo; anticipare le subdole mosse dei sedicenti progressisti e incentivare l’opinione pubblica in modo tale da renderli sia consapevoli sia responsabili del loro importante voto. Spingerli al ragionamento pre-voto E’ stato detto in anticipato modo chi è il candidato; sappi che potresti votare un voltagabbana… ossia partecipazione attiva sin dai primi bagliori della campagna elettorale.
      Lunga vita!

    6. Gianluca scrive:

      Pochi giorni fa, ho letto di accordi in corso tra Tsipras e l’élite tedesca…
      Finché non capiamo che dentro l’euro ci potrà essere solo austerità, e i popoli europei non potranno mai essere liberi, cadremo sempre dalle nuvole.

      “Shup up, we are lord of this” (cit.)
      Sottolineo, “lord”.

    Commenta a Ovidio G


    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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    • Chi è il moralista

      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

    • Cos’è il moralista

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