hqdefaultContinuiamo il nostro viaggio volto ad approfondire le tecniche di manipolazione maggiormente usate da chi vive prevalentemente sfruttando la credulità altrui. Ci tengo a precisare fin dall’inizio che la vittima dei raggiri di un qualsiasi “Santone” farebbe male a colpevolizzarsi, entrando in una spirale di insicurezza pre-depressiva dovuta alla scarsa autostima sopravvenuta. Tutti, e sottolineo tutti, possono finire inconsapevolmente nelle grinfie di gente opaca e senza scrupoli, veri e propri artisti della menzogna e dell’inganno a buon mercato. Un uomo disperato, al quale per esempio è stato appena diagnosticato un male difficilmente curabile, sarà pronto per istinto di conservazione ad abbracciare teorie “alternative” prima rifiutate con un pizzico di sarcasmo misto a disprezzo. Lo stesso dicasi per un lavoratore  ora disoccupato, la cui condizione di oggettiva debolezza potrebbe costituire terreno fertile agli occhi dell’approfittatore di turno. Non esiste perciò uomo immune dal raggiro, esistono condizioni eccezionali che rendono potenzialmente passibili di raggiro anche le persone più argute, razionali ed orientate. Non tutti i “maghi” sono uguali. Alcuni, quelli più pittoreschi e riconoscibili, sguazzano in ambienti dove l’ignoranza, la superstizione e la sottocultura abbondano. Quanti sono i poveracci che spendono inutilmente denari per accontentare la bramosie dei tanti ciarlatani che vendono la felicità all’interno di un filtro? Molti, purtroppo. Esiste poi un’altra categoria di “Santoni”, che potremmo definire “Santoni d’elite”, molto più pervasiva e pericolosa della prima. Il “Santone d’elite”, infatti, veste normalmente, non cerca di rifilare amuleti al primo incontro, riuscendo spesso persino a fornire all’esterno una immagine di sé “tanto misteriosa quanto accattivante”. Il “Santone d’elite”, proprio come il Santone classico, punta a destrutturare le capacità cognitive dell’interlocutore, spingendo automaticamente  le vittime designate all’interno di un recinto astratto decisamente funzionale al raggiungimento dei suoi meschini obiettivi. Il “Santone d’élite” è spesso una persona di cultura, apparentemente ben inserito all’interno del tessuto sociale di appartenenza, pronto ad impegnarsi generosamente per il miglioramento di tutti. Il “Santone d’èlite” conosce, o crede di conoscere, i meccanismi che sottendono le scelte degli individui o quelle delle masse, provando internamente un forte senso di soddisfazione nel riuscire a coartare o dominare la volontà altrui. Ho sempre riflettuto in profondità sull’importanza del concetto di “libero arbitrio” così per come spiegato dalle grandi religioni monoteiste a partire dal cristianesimo. Il “Santone” puzza di zolfo lontano un miglio proprio perché nemico del “libero arbitrio”, massima espressione di quell’ amore per mezzo del quale un Dio-Padre manifesta rispetto e attenzione nei confronti dei suoi “figli”. Il Santone invece, come ogni povero diavolo che si rispetti, ha bisogno di attorniarsi di servi, da blandire o punire a seconda del grado di fedeltà all’occorrenza dimostrato. I Santoni, specie quelli d’elite, sono davvero emissari di una spiritualità corrotta e malvagia, che può essere però sempre riconosciuta e neutralizzata interrogando qual barlume di “infinito” che è connaturato alla natura stessa dell’uomo in quanto tale. Il Santone classico si limita a mentire, e le sue menzogne sono il più delle volte così pacchiane da  risultare risibili e innocue. Il “Santone d’elite”, al contrario, è esperto nell’intorbidire le acque, nel mischiare cioè con malizia e dolo verità e menzogna al fine di rendere indistinguibile l’una dall’altra. In ogni caso, per parafrasare Mao, la “vita non è quasi mai un pranzo di gala”, e anche dalle esperienze peggiori è possibile trarre salutari insegnamenti. Forse era questo il messaggio che voleva lasciarci il principe Antonio de Curtis, in arte Totò, nel rivendicare con orgoglio-in una delle sue battute più famose- il “fatto di avere preso la meningite da ragazzo per poter fare un’esperienza”. Il male è parte  della natura umana, ed è sbagliato ed illusorio pensare di poterlo estirpare una volta e per sempre. Il male però si può e si deve conoscere, perché solo conoscendolo è possibile progredire sul terreno di una consapevolezza cosciente e lucida che anela al bene, alla verità, alla vita, al rispetto e alla libertà e dignità dell’altro.   

    Francesco Maria Toscano

    20/10/2015

    Categorie: Editoriale

    7 Commenti

    1. Rospo scrive:

      Strano questo discorso (tra parentesi veritiero..a mio avviso )..degli ultimi post del Francesco.

      Mi sta venendo il dubbio..che il tutto sia finalizzato piano piano a descrivere qualche “”"PERSONA”"” con cui ha avuto a che fare.

      mi fermo qua…;-))

      è una impressione, un dubbio che mi sta sorgendo adesso …potrei sbagliare…e magari è un discorso in generale

    2. Care,i auspico che il male sia riferito al Tempio Malefico di Mario Draghi. Conoscendolo, di fatto, è più semplice fronteggiarlo con sicurezza di vittoria. Lunga vita!

    3. andrea z. scrive:

      Diceva Pasolini che in una società dove tutto è vietato, si può fare qualsiasi cosa, mentre in una società dove è permesso solo “qualcosa”, si può fare solo quel “qualcosa”.
      Quel “qualcosa” che le elite globali ci consentono attualmente, il recinto astratto in cui ci spingono è il meccanismo produzione-consumo, è la condizione artificiale di consumatori senza coscienza critica.
      E’ una dittatura soft, ma difficile da riconoscere e sconfiggere, perchè basata sul consenso ottenuto tramite gli imbonitori.

    4. Giamp scrive:

      …Andreotti disse: “bisogna perpetuare il male per garantire il bene della società”.
      io invece la vedo in un altro modo: “bisogna essere consapevoli del male per poter aiutare e potenziare il bene”. che è ben diverso ;)

    5. Citro Nello scrive:

      Francè(Toscano) hai visto? E’ stata inaugurata in Italia la piu’ grande sede,secondo quanto riferito dai media,di scentologi nel mondo.
      Secondo te la tempistica,lo stato “ospitante” e l’entita’(in riferimento alla grandezza) di questo “sbarco” possono suggerire e ispirare una qualche lettura “intelligente”?

      P.S.
      Tosca’ ma è vero quello che si legge su certi media che yatseniouk potrebbe essere uno molto interessato alle filosofie hubbardiane?
      E se questo fosse vero…ci dovremmo preoccupare?

      • Citro Nello scrive:

        Ah Francè dimenticavo…se c’hai tempo dovresti informarti se in recente passato ci sono stati turbolenti rapporti tra le autorita’ greche e questa religione…

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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