Molto spesso chi vive una vita grigia nel mondo reale subisce la comprensibile tentazione di catapultarsi all’interno di una gratificante realtà virtuale. La modernità offre infiniti mezzi per scappare dalla monotonia, consentendo a chiunque di provare l’ebbrezza di inventarsi una dimensione parallela. Alcuni usano il web alla stregua di una sostanza psicotropa, varco indispensabile per superare all’interno di un contesto onirico e artefatto frustrazioni altrimenti insormontabili. La tipica “macchietta da web” è spesso così profondamente calata nelle inebrianti atmosfere immaginarie da essa stessa create da non riuscire più a distinguere fantasia e verità. La classica “macchietta da web” è perlopiù un isolato, magari già cacciato con ignominia da contesti prima frequentati, spinto da un forte desiderio di rivalsa nei confronti di un mondo presuntivamente ingiusto, incapace perciò di valorizzarne “l’assodato genio”. La “macchietta da web”, inoltre, maschera quasi sempre un forte e giustificato senso di inadeguatezza attraverso l’uso di un linguaggio eccentrico e violento, che finisce il più delle volte per evidenziarne involontariamente i tratti ridicoli e macchiettistici prima a stento malcelati. Il “macchietta” in fondo è una vittima del proprio ego, così contorto da frenarne e paralizzarne le pur legittime ambizioni. Non tutte le “macchiette da web” sono uguali. Ci sono “macchiette” che posseggono per davvero qualità fuori dal comune, sviluppate magari attraverso anni di studio “matto” e “disperatissimo”.“Macchiette” che, però, crescendo spesso dentro contesti ovattati e privilegiati, non hanno mai imparato a “stare per davvero al mondo”. Fino a quando il “macchietta da web” si limita a sguazzare su internet, luogo naturale di raccolta e consolazione per tutti i personaggi pittoreschi che popolano il nostro sventurato pianeta, il problema non si pone. Il “macchietta di talento”, attraverso l’utilizzo continuo e scientifico di tecniche e millanterie imparate nel tempo sui libri, può persino riuscire a costruirsi un “personaggio”. Basta inventarsi una sigla astratta, autonominarsi poi “leader maximo” della sigla astratta prima tolta dal cilindro, e il gioco è fatto. Avendo magari di tanto in tanto l’accortezza di firmare in prima persona i pezzi ritenuti più “seri”, dando perciò libero sfogo alle ricorrenti facezie adolescenziali solo al riparo di una sigla da fumetto. Una volta “creato” il contenitore immaginario, tutto il resto verrà di conseguenza. Spunteranno prima o poi gli amici immaginari, i nemici altrettanto immaginari, gli incontri immaginari, le analisi immaginarie, le occasioni immaginarie e i dialoghi immaginari. Il tipico “macchietta da web”, nel costruire un mondo a suo uso e consumo, può però realmente attingere ad un bagaglio culturale di prim’ordine, riattualizzando cioè antichi e sempre validi schemi comunicativi o allegorie. Come il Platone del “Fedone” dà voce ai personaggi che intende vivificare per sempre per mezzo della scrittura, così come l’ignoto autore del libro di Giobbe esprime una idea di insieme dipingendo le diverse personalità di Elifaz, Bildad e Zofar, anche il “macchietta da web” può calarsi nei panni dello “sceneggiatore impegnato”, in grado quindi di creare modelli archetipici per veicolare in parte una immagine di potenza virtuale smentita dalla oggettiva condizione di emarginazione sostanziale. D’altronde, come scriveva il grande Machiavelli “…è necessario questa natura saperla bene colorire, ed essere gran simulatore e dissimulatore; e sono tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare”. Il vero problema del classico “macchietta da web” è dettato molte volte dalla sua scarsa adattabilità nei confronti del “reale”, dovendo troppo spesso camminare necessariamente sul filo che impone una difficile (impossibile?) composizione fra le atmosfere di magnificenza totalmente inventate nelle quali è tragicamente immerso, con le concrete e faticose opportunità che la vita di tanto in tanto gli offre. In genere il “macchietta doc” farà fatica ad abbandonare la realtà virtuale da lui stesso costruita e vissuta a mo’ di sostanza alienante, anche a costo di pagarne un prezzo salato. Simile ad un mare in tempesta, il tipico “macchietta da web” può trascinare chiunque gli si avvicini nel suo mondo inesistente ed irreale, pronto a “prendere forma” all’esterno proprio nella misura in cui un numero consistente di ingenui dimostri di credergli per davvero. Il tentativo inverso, quello di riportare una qualsiasi “macchietta” nel mondo reale, è invece pressoché inutile. Chi dovesse generosamente e con pazienza provarci, prima o poi abbandonerà certamente l’obiettivo. Troppo forte è il “richiamo della foresta” che impedisce alle “macchiette matricolate” di mantenere nel tempo un profilo decoroso e orientato. E per quanto ci si possa sforzare, il risultato sarà infine sempre deludente. “Essere macchietta” non è una scelta opzionale ma una qualità naturale inestricabile. E come insegna la favola di Esopo sulla rana e lo scorpione contro la natura è molto difficile andare.
Francesco Maria Toscano
4/11/2015
Terapia: tollerare moderatamente (possono essere o dire comunque qualcosa di interessante se son macchiette o troll o non so che … di qualità o se—- assumono l’atteggiamento di maschietta temporaneamente per un breve tempo magari indotti dalla contingenza del discorso del momento —-, se invece sono troppo invadenti cancellare i post inopportuni , se vanno molto oltre l’ammissibile come ad esempio disturbare eccessivamente e costantemente l’intorlocuzione altrui o creare disagio ai normali interlocutori (intervenire sempre con voluta ironia e piglio di sufficienza ,sminuire costantemente gli altri,insultare,autoglorificarsi compulsivamente, servirsi del forum di cui sono ospiti come se fosse il “loro ” blog etc etc )—–>>> bannare.
In tutti i forum questa terapia funziona benissimo…in alcuni casi ha uno scopo curativo: parte rientrano nei ranghi assumendo un comportamento “normale ” oppure se ne vanno disperatamente in altri blog ove è concesso loro di appagare la loro necessità di “vacua vanagloria” sintomo di un ego scadente .
“Chapeau!!” Francesco, “Chapeau!!!”…
Chapeau, mia cara, chapeau. Il nostro massone in seconda si è descritto benissimo.
Considerata la continua presenza molesta di uno o più disturbatori di professione che, cambiando nick di continuo al fine di generare confusione, impediscono agli altri utenti di discutere costruttivamente nel merito delle cose dette, ho deciso a malincuore di inserire una blanda forma di “moderazione” ai commenti.
Saluti,
Francesco
Decisione forzata, ma inevitabile. Che credo, però, sia largamente condivisa.
Ancora complimenti per la qualità del blog.
semplicemente trovo gli argomenti del blog interessanti , ed ho notato un qualcosa nel forum che io trovo estremamente fastidioso ed ho espresso una mia opinione…cioè un semplice e banale evidenziare cosa si fa nei forum per eliminare le letterali “caccole inutili “—->> ho scritto tre ovvietà : regolamento esposto per gli ospiti,moderata tolleranza (un po di sbrago a volte non guasta ma solo un po…) , cancellare sistematicamente gli evidenti post idioti,importuni , bannare gli irrecuperabili. Il tutto ai fini di (a mio parere ) render piacevole il poter scrivere in questo forum, cioè sono tra quelli che trovano sgradevolissimo un certo andazzo. Tutto qua , ne più ne meno.
detto cio che ho detto: cosi come sono apparso —>>> sparisco.
questa era una risposta a non ricordo il nick : Cesar o qualcosa di simile.
Grande; ” impediscono agli altri utenti di discutere costruttivamente nel merito delle cose dette”.
Lunga vita!
Ottima idea la moderazione. Questo insegna che bisogna stare attenti a chi si frequenta che poi non ce li si leva più dalle scatole.
Speriamo che la discussione riprenda in maniera più serena.