In questi giorni tiene banco la tragicomica vicenda dei grillini romani, chiamati a recitare in pubblico una scenetta penitenziale pensata per placare le ansie crescenti che attraversano il popolo dei fedeli penta-stellati. Il più ridicolo di tutti è, come al solito, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, promessa del vivaio grillino che pretende di avviare una rivoluzione planetaria in compagnia della Trilateral Commission, del Bilderberg e di altre non meglio specificate paramassonerie pronte a battersi in favore dei più deboli e degli oppressi. E vissero tutti felici e contenti. Ora, quando i grillini lamentano l’accanimento della stampa dicono il vero; la stampa è il braccio armato di quei poteri finanziari ed economici- notoriamente imbevuti di una spiritualità luciferina e perversa- che sovraintendono il progressivo peggioramento delle condizioni di vita delle masse. L’informazione ha il compito di glorificare le gesta di quelli che impongono sacrifici ai deboli su mandato dei forti, di magnificare cioè l’operato di tipi alla Barroso, ex presidente della commissione europea ricompensato a fine mandato dalla Goldman Sachs con un contratto milionario. Barroso, al pari di Draghi, godeva di buona stampa. I tecnocrati europei si arricchiscono di fatto in misura direttamente proporzionale al numero di suicidi che riescono a fomentare per mezzo dell’applicazione di politiche insensate e disumane. Perché mai una forza per davvero alternativa dovrebbe piacere alla stampa? L’accanimento dei giornali contro i penta-stellati non è un problema ma un punto di forza, una prova della perdurante estraneità dei vertici grillini rispetto alla regole in voga presso un sistema paludoso, crepuscolare e mafioseggiante. Il problema vero semmai è un altro: la dirigenza grillina è realmente composta perlopiù da dilettanti alla sbaraglio che tentano di mascherare un deficit di competenza e progettualità al grido di “onestà onestà”. La giunta Raggi sembra la “Corrida di Corrado”, mentre sottotraccia divampano gelosie e rivalità fra i diversi membri di un direttorio che riporta alla mente la delicata sintesi con la quale il ragionier Ugo Fantozzi seppellì un capolavoro immortale come la “Corazzata Potemkin”. I grillini sono digiuni di politica e, come non bastasse, sono pure fieri di non capirne nulla. La forza della loro narrazione consiste difatti nella negazione della indispensabilità dell’agire politico, “vizio” bollato alla stregua di relitto velenoso e padre della compromissione e della corruzione. L’agire politico, secondo l’escatologia a 5 stelle, va quindi soppiantato per mezzo della palingenesi internettiana che aprirà le porte ad una nuova era di uguaglianza fondata sul mouse e sul clic. Amen. Simili credenze sono ben radicate presso il popolo grilleggiante, abituato a schematizzare la realtà secondo canoni obbligatoriamente semplificati che sfociano in una dicotomia elementare ma efficace: noi (ovvero i cinque-stelle) siamo il bene, gli altri (“la casta espressione dei poteri forti”) sono il male. Investigare la veridicità di una simile chiosa non ci interessa perché non ci porta da nessuna parte. La furia moralistica dei grillini non è di per sé un elemento da stigmatizzare. L’idea di essere portatori di un ideale di giustizia chiamato a “lavare le impurità altrui” può risultare perfino collateralmente funzionale al raggiungimento di alcuni obiettivi nobili e necessari. Le classi dirigenti che hanno torturato e torturano il popolo italiano ed europeo su mandato dei soliti incappucciati meritano di essere severamente sanzionate. Un clima da caccia alle streghe fomentato dai grillini rappresenta una precondizione necessaria per riuscire nel prossimo futuro a punire severamente i troppi traditori che hanno svenduto l’interesse pubblico per fini di arricchimento privato. Senza l’enfasi “messianica” che agita il popolo che crede in Beppe Grillo, le possibilità di riuscire un giorno a castigare secondo giustizia i sadici manovratori odierni sarebbero di fatto pari a zero. Bisogna quindi continuare a votare i 5 Stelle perseguendo lucidamente l’ottica di una rivalsa degli oppressi nei confronti degli oppressori senza contestualmente veicolare velleitarie aspettative e speranze di buon governo. Ad ognuno il suo. I grillini, animati da una salutare quanto irrazionale furia ideologica, spazzino via con le cattive la barbarica governance che avvelena da troppo tempo la vita delle classi medie e proletarie senza affaticarsi troppo nel pensare ad altro. Al resto, quando sarà il momento opportuno, penseranno altri e più attrezzati movimenti.
Francesco Maria Toscano
8/09/2016
[…] di Francesco Maria Toscano […]
Fantastico: ” Al resto, quando sarà il momento opportuno, penseranno altri e più atrezzati movimenti”.
Lunga vita!
Un’ottima sintesi che suggerisce, a mio parere, la strategia giusta: anche i Robespierre, all’inizio, fanno la loro sporca figura.
Tanto, poi…
Il M5ha la stessa funzione storica del Pope Gapon che prepara ma non fa in prima persona la rivoluzione (russa).
Gli “altri e più attrezzati movimenti” spero che abbiano ben chiaro cosa significherà affrontare il conflitto contro “l’infame governance” e la transizione inevitabile in un mondo dove per un certo periodo non solo sarà cancellata ogni idea di auctoritas ma sarà sostanzialmente assente anche la semplice autorità incaricata di mantenere l’ordine nella società.
D’altra parte “era” evitabile ma oggi non lo è più per cui prepariamoci che i prodromi li vedremo molto presto. Non credo più tardi del 2017.
Sarà un grande spettacolo.
Volevo far notare: l’idea che giustizia non sia onestà (ossia legalità) è precisamente la stessa di Von Hayek in The Road to Serfdom.
Ed è validissima e addirittura, se vogliamo dirla tutta, i punti chiave su cui insiste tanto VH, “from status to contract” e “rule of law”, non sono altro che autentica lotta di classe marxianamente intesa, quella della borghesia contro l’aristocrazia del privilegio e della rendita.
Allora qual’è il problema?
Che un sistema liberale anche in economia è ottimo e auspicabile ma funziona solo quando nessuno sia in grado di appropriarsi dello Stato e SOPRATTUTTO quando l’idea di giustiza (e sono parole di Von Hayek) non provenga da astratti principi ma da un diritto comunitariamente e consuetudinariamente statuito.
Esattamente IL CONTRARIO di quello che vogliono le attuali élites cosmpolite.
Ad esempio: la condanna a essere bollito a fuoco lento SENZA ALCUN PROCESSO comminata da Enrico VIII al cuoco del vescovo di Rochester, nonostante contenesse una negazione dei diriti della persona, era pienamente DENTRO la rule of law perché si rifaceva a una giurisprudenza precedente tradizionalmente vigente in QUELLA SPECIFICA ZONA GEOGRAFICO-POLITICO-CULTURALE.
Allora questo significa (o implica) che un vero liberale debba farsi difensore anche delle giurisprudenze “altre” e inaccettabili per noi, perché trasferire “la democrazia buona e giusta” in un paese le cui tradizioni sono del tutto aliene a questi concetti occidentali (buoni o cattivi che siano) sarebbe andare contro quella stessa “rule of law” che è – insieme a “from status to contract” – uno dei due pilastri della loro ideologia.
Parlare delle malefatte del “liberismo” o del “neoliberismo” o dell’ “ordoliberismo” è non solo ridicolo ma addirittura funzionale per il nemico che così non viene mai messo in discussione.
Dove sta il liberismo nel mondo se per esempio l’UE regola pure la curvatura delle banane (che deve essere “normale”…) e un’infinità di altre questioni da quelle serie alle assolute sciocchezze?
La verità è che i fautori in buona fede della libera impresa si stanno rendendo conto che lo “Stato Europeo” è diventato proprietà di alcune élites simili alle antiche aristocrazie, cosmopolite e che si considerano al disopra della legge tradizionale delle comunità.
Ma questi stessi liberisti in buona fede non comprendono invece che il loro mercato autoregolantesi è esso stesso la causa di questo ritorno alle élite lontane dal popolo per il motivo che genera necessariamente un aumento delle diseguaglianze.
E’ possibile un liberismo che non generi disuguaglianza o che per lo meno la limiti impedendo di conservare ad aeternum le rendite di posizione permettendo quindi un ricambio delle èlites e una circolazione della ricchezza?
Se si saprà come rispondere a questa domanda si vincerà il conflitto con le èlites.
Caro Mihidabo.Il tuo ragionamento e interessante e particolareggiato;se non sbaglio quello che propone Francesco in questo momento e sic et simpliciter di appoggiare il Movimento cinque stelle e poi chi vivrà vedrà.
poi alle varie teorie economiche gli si puo far dire tutto e il contrario di tutto (Citazione Rospo post 11 settembre 2016 alle 21:29 )
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—>>i punti chiave su cui insiste tanto VH, “from status to contract” e “rule of law”, non sono altro che autentica lotta di classe marxianamente intesa, quella della borghesia contro l’aristocrazia del privilegio e della rendita.
–>Che un sistema liberale anche in economia è ottimo e auspicabile ma funziona solo quando nessuno sia in grado di appropriarsi dello Stato e SOPRATTUTTO quando l’idea di giustiza (e sono parole di Von Hayek) non provenga da astratti principi ma da un diritto comunitariamente e consuetudinariamente statuito.
Esattamente IL CONTRARIO di quello che vogliono le attuali élites cosmpolite.
——–>>Parlare delle malefatte del “liberismo” o del “neoliberismo” o dell’ “ordoliberismo” è non solo ridicolo ma addirittura funzionale per il nemico che così non viene mai messo in discussione.
Dove sta il liberismo nel mondo se per esempio l’UE regola pure la curvatura delle banane (che deve essere “normale”…) e un’infinità di altre questioni da quelle serie alle assolute sciocchezze?
La verità è che i fautori in buona fede della libera impresa si stanno rendendo conto che lo “Stato Europeo” è diventato proprietà di alcune élites simili alle antiche aristocrazie, cosmopolite e che si considerano al disopra della legge tradizionale delle comunità.
—>>Ma questi stessi liberisti in buona fede non comprendono invece che il loro mercato autoregolantesi è esso stesso la causa di questo ritorno alle élite lontane dal popolo per il motivo che genera necessariamente un aumento delle diseguaglianze.
—>>Von Hayek non ha mai detto che dovrebbero votare solo le persone don un certo reddito.
Ha detto tutt’altro e anzi le sue cconclusioni erwno che “per il sistema occidentale” il voto uni ersale democratico era la soluzione migliore.
Von Hayek non è classista è questo che si deve comprendere.
—>>Non è nemmeno vero che sia contro lo Stato perché sottolinea mille volte che è compito dello Stato impedire che si formino dei monopoli.
—>>Il pinto che non si capisce oggi, e che Von Hayek onn intuiva in anticipo ieri, è che il termine “Stato” come è inteso in The Road to Serfdom vuol dire ualcosa di diverso da come lo intendiamo noi oggi.
Lo Stati nemico che ha le forme dell’arbitrio istituzionalizzati è solo la UE mentre le comunità la cui rule of law secondo Von Hayek andrebbe rispettata sono diventati gli stati nazionali.
—>>DI CONSEGUENZA è fondamentale rileggere Von Hayek perché una giusta interpretazione (e selzione dei concetti, ovviamente…) permette di rendersi conto che il liberismo, la democrazia e la solidarietà non sono in antitesi strutturale.
Questo nuovo punto di vista consentirebbe un avvicinamento fra parti che attualmente si ritengono “nemiche” senza vedere che il vero nemico di entrambe ne sta approfittando.
—>>Le classi dominanti locali devono quindi unirsi alle classi lavoratrici del loro paese (inclusi i precari) se sperano di potersi confrontare con successo con le élite internazionali.
—>>Che le due parti che stanno subendo l’attacco delle élites, si sono arenate su una sterile polemica sul ruolo dello Stato in economia che è sostanzialmente pretestuosa.
Questa polemica non ha alcun motivo di sussistere e il perché si trova scritto proprio nelle pagine di The Road to Serfdom.
—–>>Sto spiegando che fra quelli che oggi stanno cercando di opporsi alle élites c’è un dissidio che in parte è senza ragione.
Se si legge Von Hayek da una certa angolatura, evitando di dover prenderlo tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes – ci si accorge che il divario fra i sostenitori della libera impresa e quelli dell’intervento dello Stato è ampiamente componibile.
—>>>In altre parole il nemico non è strettamente il liberismo ma le élites cosmpolite che si sono appropriate dello “Stato sovranazionale”.
poi alle varie teorie economiche gli si puo far dire tutto e il contrario di tutto (Citazione Rospo post 11 settembre 2016 alle 21:29 )
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—>>i punti chiave su cui insiste tanto VH, “from status to contract” e “rule of law”, non sono altro che autentica lotta di classe marxianamente intesa, quella della borghesia contro l’aristocrazia del privilegio e della rendita.
–>Che un sistema liberale anche in economia è ottimo e auspicabile ma funziona solo quando nessuno sia in grado di appropriarsi dello Stato e SOPRATTUTTO quando l’idea di giustiza (e sono parole di Von Hayek) non provenga da astratti principi ma da un diritto comunitariamente e consuetudinariamente statuito.
Esattamente IL CONTRARIO di quello che vogliono le attuali élites cosmpolite.
——–>>Parlare delle malefatte del “liberismo” o del “neoliberismo” o dell’ “ordoliberismo” è non solo ridicolo ma addirittura funzionale per il nemico che così non viene mai messo in discussione.
Dove sta il liberismo nel mondo se per esempio l’UE regola pure la curvatura delle banane (che deve essere “normale”…) e un’infinità di altre questioni da quelle serie alle assolute sciocchezze?
La verità è che i fautori in buona fede della libera impresa si stanno rendendo conto che lo “Stato Europeo” è diventato proprietà di alcune élites simili alle antiche aristocrazie, cosmopolite e che si considerano al disopra della legge tradizionale delle comunità.
—>>Ma questi stessi liberisti in buona fede non comprendono invece che il loro mercato autoregolantesi è esso stesso la causa di questo ritorno alle élite lontane dal popolo per il motivo che genera necessariamente un aumento delle diseguaglianze.
—>>Von Hayek non ha mai detto che dovrebbero votare solo le persone don un certo reddito.
Ha detto tutt’altro e anzi le sue cconclusioni erwno che “per il sistema occidentale” il voto uni ersale democratico era la soluzione migliore.
Von Hayek non è classista è questo che si deve comprendere.
—>>Non è nemmeno vero che sia contro lo Stato perché sottolinea mille volte che è compito dello Stato impedire che si formino dei monopoli.
—>>Il pinto che non si capisce oggi, e che Von Hayek onn intuiva in anticipo ieri, è che il termine “Stato” come è inteso in The Road to Serfdom vuol dire ualcosa di diverso da come lo intendiamo noi oggi.
Lo Stati nemico che ha le forme dell’arbitrio istituzionalizzati è solo la UE mentre le comunità la cui rule of law secondo Von Hayek andrebbe rispettata sono diventati gli stati nazionali.
—>>DI CONSEGUENZA è fondamentale rileggere Von Hayek perché una giusta interpretazione (e selzione dei concetti, ovviamente…) permette di rendersi conto che il liberismo, la democrazia e la solidarietà non sono in antitesi strutturale.
Questo nuovo punto di vista consentirebbe un avvicinamento fra parti che attualmente si ritengono “nemiche” senza vedere che il vero nemico di entrambe ne sta approfittando.
—>>Le classi dominanti locali devono quindi unirsi alle classi lavoratrici del loro paese (inclusi i precari) se sperano di potersi confrontare con successo con le élite internazionali.
—>>Che le due parti che stanno subendo l’attacco delle élites, si sono arenate su una sterile polemica sul ruolo dello Stato in economia che è sostanzialmente pretestuosa.
Questa polemica non ha alcun motivo di sussistere e il perché si trova scritto proprio nelle pagine di The Road to Serfdom.
—–>>Sto spiegando che fra quelli che oggi stanno cercando di opporsi alle élites c’è un dissidio che in parte è senza ragione.
Se si legge Von Hayek da una certa angolatura, evitando di dover prenderlo tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes – ci si accorge che il divario fra i sostenitori della libera impresa e quelli dell’intervento dello Stato è ampiamente componibile.
—>>>In altre parole il nemico non è strettamente il liberismo ma le élites cosmpolite che si sono appropriate dello “Stato sovranazionale”.
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Rospo: guarda che qui…ci sono delle contraddizioni assurde. E non rispecchia il pensiero di Hayek nella sua interezza e nelle sue finalità : puro Darwinismo economico (non per nulla Hayek amava Darwin ) sotto la stretta vigilanza di un rigoroso “Stato Minimo” …—->> il quadretto di Hayek…porta dritto dritto ad un neo feudalesimo economico a carattere Darwiano ..ove il più forte prevarrà sempre sul più debole (per ovvie ragioni )
Dice alcune cose e non ne dice altre…(infatti Mihidabo dice :”…..giusta interpretazione e selezione dei concetti, …..evitando di dover prenderlo tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes etc —>> e sulla base di questo dice quel che gli pare…anzi per alcuni versi fa un discorso che “fila”: ma non è cosi.
ti sei mai domandato perché “quelle ” elites ..amano all’unanimità Hayek ? e tra loro si elargiscono ti tanto in tano il “Premio Von Hayek ” da loro stessi istituito ad “honorem”..? Qualche buon (per loro ) motivo ci sarà …Non ti viene qualche dubbio che il modo come Mihidabo arzigola in (apparente) “positivo” il pensiero Hayekiano in questo forum..e perlomeno “discutibile ” per non dire sospetto .. ??? non ti domandi come mai i sacri templi accademici ove si insegna Hayek (e il liberismo o neoliberismo in generale ) a partire dalla famosa ” Chicago Economics Booth School” il tempio per eccellenza del neoliberismo (ove Hayek ha insegnato ) sino alla nostra Bocconi (ove Monti ha insegnato …colui che ad “honorem” ha ricevuto il Premio Hayek ) insieme ai Think Tank a imprinting neoliberista tra cui il nostro “Istituto Bruno Leoni ” —>> esaltano e promuovono in tutto il mondo il pensiero di Hayek ? e come mai ste università e think tank son tutte e dico tutte foraggiate e sponsorizzate proprio dall’establishment che rappresenta quelle “elites” ?? eppure sti signori qua..sono dei “profondi” conoscitori del modello economico/sociale Hayek (lo promuovono ovunque…)…e come mai in questi santuari del pensiero economico Hayek è osannato e di Keynes è quasi proibito pronunciarne il nome (non scherzo…per loro Keynes è una bestemmia ) ..???
Midahbo parla di una giusta interpretazione ,selezione dei concetti, …..evitando di dover prender tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes ….—>>qui Hayek in una intervista ove rigetta in TOT il pensiero Keynesiano..anzi bolla Keyens come uno che di economia non capisce nulla …
(è in inglese )
https://www.youtube.com/watch?v=y8l47ilD0II
Hayek sin dagli anni trenta ha sempre rigettato in TOT tutto cio che Keynes proponeva (ci fu uno scontro durissimo che durò sino alla morte di Keynes ) contrariamente invece a Friedman che in parte e in alcune situazione di contingenza economica accettava parte del Modello Economico Keynesiano..
per render l’idea: se oggi fosse vivo Hayek e per ipotesi leggesse la Carta dei Valori di questo Blog..cioè puro Keynes con l’aggiunta di un impostazione MMT vomiterebbe indignato.
il Midahbo scrive:
“….Se si legge Von Hayek da una certa angolatura, evitando di dover prenderlo tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes – ci si accorge che il divario fra i sostenitori della libera impresa e quelli dell’intervento dello Stato è ampiamente componibile…..”
rospo: questo Mihidabo (in relazione al pensiero di Hayek ) non ha capito un CAZZO.(al netto del suo piglio da saccente…;-)
scusate ma ho postato in doppione facendo due volte copia incolla .di alcune frasi di Midhabo che ho evidenziato : chiedo scusa.
Ma questi stessi liberisti in buona fede non comprendono invece che il loro mercato autoregolantesi è esso stesso la causa di questo ritorno alle élite lontane dal popolo per il motivo che genera necessariamente un aumento delle diseguaglianze.
E’ possibile un liberismo che non generi disuguaglianza o che per lo meno la limiti impedendo di conservare ad aeternum le rendite di posizione permettendo quindi un ricambio delle èlites e una circolazione della ricchezza?
Se si saprà come rispondere a questa domanda si vincerà il conflitto con le èlites.
(mihdabo )
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Io non ho approfondito Hayek…mi son limitato ad una semplice lettura di due suoi libri : “La via della schiavitù ” e “liberalismo”…ma una semplice superficiale lettura senza approfondimento.
Penso che dal liberismo di Von Hayek cosi come lui lo ha concepito ..cioè portato radicalmente agli estremi..possa solo generare disuguaglianza sociale (non può essere altrimenti: è puro darwinismo economico , predispone un sistema economico e sociale ove il più forte divora inevitabilmente il più debole..in un tal sistema non ci può essere una “sana” circolazione della ricchezza …). Solo con una giusta applicazione di Keynes che al contrario di cio che comunemente si pensa era un “liberale” (tutto particolare.. ma sempre liberale ) e non un “socialista” come comunemente si pensa (il keynesismo è solitamente bollato come “socialismo ” anche nelle opere di Hayek e di Friedman (anche se quest’ultimo era meno ostile rispetto ad Hayek e per alcuni e solo per alcuni , lo sottolineo , versi non disprezzava Keynes ).
Nel liberalismo di Mises e Hayek in particolare è impossibile il coniugarsi della pura libertà economica con la giustizia sociale : la vera libertà economica deve essere per forza di cosa regolata nel giusto modo dallo Stato e deve coniugarsi nel giusto modo libertà economica (come la intendono i liberisti ) e intervento statale (come lo intendono i keynesiani ) . Sembra paradossale ma il vero (e sano ) liberalismo si può realizzare solo con Keynes (se applicato nel modo giusto ).
Hayek era uno che non parlo dei tempi in cui scrisse “La via della schiavitù ” ma ancora nei più recenti anni 80 affermava che doveva essere escluso dal voto elettorale chi non aveva la capacità di raggiungere una certa capacità economica ..(non so se rendo l’idea….) .
Il pensiero di Hayek è sostanzialmente funzionale alle èlites (in Europa sostanzialmente si sta cercando passetto dopo passetto di realizzare un sistema di tipo haykiano piuttosto che alla Friedman …)
e solo una mia breve considerazione (ripeto: ho letto due suoi libri ma superficialmente il pensiero haykiano non lo ho approfondito (ci sono anche alcuni frangenti del suo pensiero condivisibili..non è tutto da condannare…opinione espressa anche da Keynes ) .
cioè in sintesi voglio dire che il pensiero haykiano (includo anche Mises ) nella sua interezza è totalmente patologico —->> il suo radicale odio verso lo Stato sino al ridurlo al minimo essenziale (non vorrei ricordar male ma anche l’emissione monetaria a sentir lui doveva essere delegata ad una entità privata ..) era patologico e riffletteva forse qualche suo disturbo della personalità …: l’egoismo economico (germe elaborato dal pensiero di Adam Smith …forse frainteso …secondo me Smith non intendeva dire cio che poi ha elaborato Hayek ) non porta ad un giusto , sano, regolatore dell’equilibrio economico—->>> porta solo ad una profonda ingiustizia economica e sociale per non dire all’orrore vero e proprio . L’uomo ha bisogno di muoversi in un sistema sociale ed economico regolato dallo Stato con base democratica …e l’intervento dello Stato a seconda delle necessità è imprescindibile. Solo in un sistema del genere può maturare una vera e sana liberalità . Sintesi: Hayek , Mises, e in parte Friedman son da cestinare senza appello: teorie funzionali alle èlites (infatti il disastro attuale si è venuto a creare su una base sociale ed economica ispirata alle loro teorie—->> da trenta anni in qua. (la Teacher e Reagan…sin dalla giovinezza amavano gli scritti di Hayek in particolare “la via della schiavitù “..).
Keynes è più attuale che mai.Va ripristinato al più presto possibile.
Marx invece arrivati a sto punto …non serve manco per farcisi il bidèèè….;-))
Von Hayek non ha mai detto che dovrebbero votare solo le persone don un certo reddito.
Ha detto tutt’altro e anzi le sue cconclusioni erwno che “per il sistema occidentale” il voto uni ersale democratico era la soluzione migliore.
Von Hayek non è classista è questo che si deve comprendere.
È contro ogni forma di arbitrio e, punto assolutamente chiave, per arbitrio intende tutto diò che va contro “from status to contract” e la ” common law” dove quest’ultima naturalmente è valida universalmente “come principio” ma in concreto varia da paese a paese.
Non è nemmeno vero che sia contro lo Stato perché sottolinea mille volte che è compito dello Stato impedire che si formino dei monopoli.
Il pinto che non si capisce oggi, e che Von Hayek onn intuiva in anticipo ieri, è che il termine “Stato” come è inteso in The Road to Serfdom vuol dire ualcosa di diverso da come lo intendiamo noi oggi.
Lo Stati nemico che ha le forme dell’arbitrio istituzionalizzati è solo la UE mentre le comunità la cui rule of law secondo Von Hayek andrebbe rispettata sono diventati gli stati nazionali.
Parlo di questo significativo cambio di senso della relazione fra termini e concetti per illustrare il punto che apparentemente rende inconciliabili le posizioni delle due parti che si oppongono a questa UE. In realtà una economia autenticamente liberale non è in sé classista e creatrice di irreversibili disuguaglianze a patto che
1) si impediscano realmente i monopoli e là dove occorrono dimensioni molto vaste lo Stato abbia mano libera per regolamentare le eccezioni
2) si rispettino le specificità giuridiche, istituzionali e culturali di ogni paese
3) si tenga sempre presente il principio “from status to contract” quindi con lo Stato che opera perché questa posizione di parità fra contraenti abbia effettivamente luogo non solo nel rapporto pubblico privato CHE OGGI COME HO DETTO HA UN SENSO (e dei vocaboli) TOTALMENTE DIVERSO DA COME INTENDEVA VH – ma anche in quello fra cittadini meno abbienti e classi dominanti; infine fra classi dominanti cosmopolite e classi dominanti locali.
Le classi dominanti locali devono quindi unirsi alle classi lavoratrici del loro paese (inclusi i precari) se sperano di potersi confrontare con successo con le élite internazionali.
DI CONSEGUENZA è fondamentale rileggere Von Hayek perché una giusta interpretazione (e selzione dei concetti, ovviamente…) permette di rendersi conto che il liberismo, la democrazia e la solidarietà non sono in antitesi strutturale.
Questo nuovo punto di vista consentirebbe un avvicinamento fra parti che attualmente si ritengono “nemiche” senza vedere che il vero nemico di entrambe ne sta approfittando.
Scusate non “common law” ma “rule of law”.
Comunque la rule of law è in un certo senso la difesa della common law…
io non ho approfondito Hayek (come ho specificato precedentemente ) ..ma la tua mi sembra una interpretazione idilliaca . Una cosa è certa..se cosi è (ma secondo me non è ): “lor signori” amanti viscerali di Hayek (a partire dalla Teacher /Reagan sino alle èlites della attuale dittaturella europea..(Troike varie & affini )..amato a tal punto da istituire il “Premio Hayek” di cui è stato (dis)onorato anche il nostro Mario Monti qualche anno fa—->>> nella cerimonia gli fu consegnata l’infelice onoreficenza dicendogli che pochi come lui avevan fatto cosi tanto per la realizzazione delle teorie Haykiane (i lavori son ancora in corso..;-)..dicevo “lor signori” (le èlite che attualmente ci oprimono ) non devono aver capito una cippa di Hayek (invece secondo me lo hanno capito bene molto bene ).
Il primo test di applicazione del neoliberismo fu fatto ad opera della CIA per conto degli Stati Uniti..nel Cile di Pinochet (da notare: io sono tutt’altro che comunista per non essere frainteso ) ..e il primo a felicitarsi ne fu proprio Hayek che invio una lettera di felicitazione a Friedman per il “lavoretto” .
Che bisognava limitare il voto a chi non ha raggiunto un certo livello economico e culturale non è nei suoi scritti ma è stato detto chiaramente da Hayek in alcune interviste verso gli anni ottanta.
Von Hayek è un punto di riferimento ideologico di tutte le èlite attuali (lo hanno sempre detto ).
comunque eventualmente ci ritornerò sull’argomento.
ciao
le teorie Haikiane sono non solo sbagliate…ma anche criminali .
poi alle varie teorie economiche gli si puo far dire tutto e il contrario di tutto—->> sono il risultato dell’applicazione concreta che ne dimostrano la validità . Il resto son chiacchiere.
Keynes ha funzionato perfettamente per circa trenta anni ..poi ha incominciato a far acqua (ma era letteralmente una semplice influenza …) . All’inizio degli anni settanta si creò una situazione economica particolare: aumento dei prezzi e stagnazione economica con disocuppazione…cioè la famosa STAGFLAZIONE. Qui il “genio” (perché lo era ) Keynes non vide giusto: infatti nelle sue teorie prevede con assoluta certezza che è impossibile che si creai una situazione di stagnazione /disocupazione con una contemporanea inflazione (è sbagliò perché di fatto si venne a creare una situazione del genere ) —>> Stagflazione che invece fu prevista da Friedman—–> da qui si butto a mare Keynes e si sposarono le teorie di Friedman e di Hayek (ad entrambi fu dato il premio Nobel )..la Teacher e Reagan (manti di Hayek…la Teacher sbattè simbolicamente il libro di Hayek (La via della schiavitù ) sul tavolo ..dicendo solennemente: “…qui bisogna cambiare tutto.. “…e da qual momento in tutto il mondo occidentale ci si impostò in un modo o in un altro verso la direzione indicata da Friedman e Hayek…(ripeto: i lavori qui in Europa sono ancora in corso…aimè..).
IL RISULTATO E’ SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.
da notare: io sono tutt’altro che comunista per non essere frainteso ) (Rospo )
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anzi…nutro un profondo disprezzo per i COMUNISTI marxisti .
Vedo che avete il troll dedicato che si dedica al flooding intensivo.
Va bene, probabilmente ho sbagliato sito.
chiamalo trollismo e flooding intensivo….ma citare la “giusta” (????!!! ) interpretazione del pensiero di Hayek in contrapposizione delle èlite attuali in un blog a imprinting Keynesiano è piuttosto singolare e….——>> paradossale. Addio.
aggiungo:
L’economista austriaco Friedrich August Hayek così definì il concetto di giustizia sociale:
– la giustizia sociale è un miraggio (vol II, Law, Legislation and Liberty)
– una formula vuota… strettamente e interamente vuota e senza significato… (II: 68, 69, xi)
– una frase che non significa assolutamente nulla… (II: xii, 33)
– un antropomorfismo primitivo… (II: 62, 75)
– una superstizione… (II: 66)
– come credere alle streghe… (II: 75)
– un incubo che oggi rende bei sentimenti come strumenti per la distruzione di tutti i valori della civiltà libera… (II: xii) – una insinuazione disonesta, intellettualmente sconcia, il segno di una demagogia e di un giornalismo squallido di cui gli intellettuali onesti dovrebbero vergognarsi… (II: 97).
(da Social Justice, Socialism and Democracy, di F. A. Hayek. I numeri romani si riferiscono ai volumi dove si trovano le citazioni.)
basta ???? (lo scrive Hayek mica me lo sono inventato io Rospo/troller/floding ….cosi ha scritto cosi ho riportato )
altro a conferma:
Mario Monti è un suo adepto, ed è stato premiato per la sua dedizione all’austriaco nel 2005, col premio della Friedrich August von Hayek Foundation:
“Onoriamo oggi un uomo (Monti) che è stato fedele nelle parole e nei fatti ai principi di Friedrich August Hayek. La sua vita, il suo lavoro, e la sua personalità non potrebbero essere meglio caratterizzati e onorati se non da un premio che porta il nome del grande economista Friedrich August Hayek”.
Questo è il tuo Premier. Odia la giustizia sociale.
altro:
Hayek sostiene apertamente che il concetto di giustizia sociale non ha senso se le diseguaglianze fra persone sono causate dall’ “ordine spontaneo” di una società di mercato libera, che è assolutamente preferibile agli altri sistemi sociali…… Il problema con Hayek, dal punto di vista filosofico, è che lui pone la libertà dell’ordine spontaneo di mercato come Dio supremo, poi se sotto a questo altare c’è giustizia o meno, si debba aiutare o meno, esista la compassione o meno, per lui è solo puro caso. Hayek rigetta drasticamente qualunque cosa noi abbiamo conosciuto come intervento della collettività/Stato per la giustizia sociale. Rigetta la civiltà per come la conosciamo.
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Ps—>>> il sopra riportato non è mio scritto ma ne condivido pienamente la considerazione.
Le èlites che ci opprimono oggi..tengono Hayek nel comodino come i preti il breviario.
Ma di che parliamo ???
Il pensiero economico di Hayek fa O-R-R-O-R-E…e va detto fermamente ::–>>altroché trollismo.
quando si parla di temi del genere…in particolare economia…ci si prende il tempo e lo spazio che necessita il discorso —–>> e non è trollismo. Rendo l’idea?
Addio
per essere “troll ” sino in fondo aggiungo anche questa chicca :
“…Fra l’altro Hayek arrivò anche a dire che una unione monetaria europea come quella che abbiamo oggi era sbagliata, ma non perché avrebbe distrutto le sovranità degli Stati, al contrario, perché avrebbe lasciato troppa sovranità agli Stati, mentre nel suo sogno doveva esistere solo un ordine gestito dal puro mercato delle banche in competizione fra loro…..”
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Rospo: pensate un po voi…che tizio sto Hayek!!! che ideee !!! è proprio cio che ci vuole per sconfiggere le élite..che ci opprimono…!!!!
ma roba da matti….cosa leggo.
prendere il pensiero di Hayek per contrapporsi alle èlite che ci opprimono è come fumare per sconfiggere il cancro ai polmoni.
ho finito.
ciao…alla prossima trollata ;-))
PROSTIAMOCI TUTTI DINANZI AL “PURO” DIO MERCATO.
Suggerisco all’autore di questo blog di tenere sotto controllo i troll (o i matti sfaccendati che alla fine sono la stessa cosa).
Ribadisco il mio concetto che è stato travisato ad arte da quello scocciatore disinformato:
Von Hayek è per la “libertà” e ritiene che questa libertà “consista in” e allo stesso tempo sia “salvaguardata da” il rispetto delle usanze di una comunità.
Ossia la libertà ha come paradigma NON degli ideali astratti ma la common law che quindi è superiore alla democrazia…un’idea semplicemente straordinaria sempre più importante e condivisa oggi…
La protezione contro l’arbitrio è garantita dal rispetto delle usanze locali che quindi potranno essere trasformate solo con lentezza.
Ora secondo VH lo Stato è quella burocrazia di cui “inevitabilmente” si appropriano delle minoranze meglio organizzate (le élite aristocratiche o i rivoluzionari fascio comunisti). Lo Stato è portatore di ideali astratti.
Invece le comunità rette dalla common law sono autentica espressione di libertà popolare.
Oggi però i termini concettuali e storici sono cambiati per cui il “super stato” UE – super regolamentato – è diventato quello che VH chiamava Stato tout court, mentre gli Stati nazionali si sono trasformati nei custodi della rule of law nazionale e anche europea, se si ammette che una certa idea di welfare sia nata in questo continente.
Cosa comporta questo?
Che le due parti che stanno subendo l’attacco delle élites, si sono arenate su una sterile polemica sul ruolo dello Stato in economia che è sostanzialmente pretestuosa.
Questa polemica non ha alcun motivo di sussistere e il perché si trova scritto proprio nelle pagine di The Road to Serfdom.
Se qualcuno entra nel merito con dei suoi contributi che non si limitino al flooding o alle fesserie sarò lieto di approfondire ulteriormente.
Ho la certezza che gli abituali frequentatori di questo forum rideranno su cio che hai scritto …(non credo che qui si ami Hayek…hai proprio sbagliato forum per “sdoganare” un pensiero criminale come quello di Hayek )
cio che ho scritto non risponde al vero ??? ti “scoccia ” il contradditorio che scambi per trollismo e flooding (tipico ) ??? il neoliberismo sdoganalo da qualche altra parte …ti consiglio un blog adatto per te :
http://noisefromamerika.org/
sei ridicolo. Addio. ahahhah
aggiungo un altra chicca haykiana:
“….Ci fu un economista austriaco vissuto nel XX secolo che è passato alla Storia come il pensatore economico più sociopatico (cioè un sadico sociale) mai esistito. Si chiamava Friedrich Von Hayek. Fu colui che prescrisse un reddito minimo di cittadinanza a livello sufficiente affinché “i poveri non raggiungano un grado di disperazione tale da rappresentare un pericolo fisico per le classi ricche”. In altre parole: dategli di che campare solo quel tanto che basta perché non esplodano in furia cieca e ci mozzino la testa mentre sorseggiamo tè al Club o leggiamo gli andamenti di Borsa….”
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rospo : Hayek oltre che essere un introverso sociopatico ..odiava e disprezzava le classi sociali povere (non è una novità )…
ripeto: le èlite tengono gli scritti di Hayek nel comodino come i preti il breviario e tutte le politiche che stanno portando avanti sono ispirate molto e non poco al modello economico di Hayek .
sei toc toc toc…duretto di testa ehhhhh…
per palati un poco più fini…linko un articolo del giudice Luciano Barra Caracciolo :
http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/una-dittatura-puo-limitare-se-stessala.html
di cui estrapolo:
—–>>> Von Hayek, Cile, democrazia
Da un’intervista rilasciata da Friedrich von Hayek al quotidiano cileno El Mercurio, 19 Aprile 1981:
Lucia Santa-Cruz: “C’è un riferimento nel suo lavoro all’apparente paradosso di dittature che possono essere più liberali di una democrazia totalitaria. Ma è vero anche che le dittature hanno altre caratteristiche che contraddicono la libertà, anche se è intesa negativamente come fa lei.”
von Hayek: “È evidente che le dittature pongono gravi pericoli. Ma una dittatura può limitare se stessa (se puede autolimitar), e se autolimitata può essere più liberale nelle sue politiche di un’assemblea democratica che non conosce limiti. Devo ammettere che non è molto probabile che questo avvenga, ma anche così, in un dato momento, potrebbe essere l’unica speranza. Non una speranza sicura perché dipenderà sempre dalla buona volontà di una persona e ci si può fidare di ben poche persone. Ma se è l’unica possibilità in un dato momento, può essere la migliore soluzione nonostante tutto. Ma solo se il governo dittatoriale conduce chiaramente ad una democrazia limitata.”
Nella stessa intervista, von Hayek affermava anche:
“La democrazia ha un compito che io chiamo ‘igienico’ per il fatto che assicura che le procedure siano condotte in un modo, appunto, idraulico-sanitario. Non è un fine in sé. Si tratta di una norma procedurale il cui scopo è quello di promuovere la libertà. Ma non può assolutamente essere messo allo stesso livello della libertà. La libertà necessita di democrazia, ma preferirei temporaneamente sacrificare, ripeto temporaneamente, la democrazia, prima di dover stare senza libertà, anche se temporaneamente .”
Questi brani (che si anche possono trovare su Internet usando i termini hayek mercurio) sono riportati da Philip Mirowski in chiusura (p. 446) del libro The Road from Mont Pèlerin: The Making of the Neoliberal Thought Collective, Cambridge, Massachusetts, USA, Harvard University Press, 2009
—–>>Mirowski mette in evidenza la contraddizione dei neoliberisti che da un lato propagandavano il loro amore incondizionato per la libertà, mentre dall’altro sostenevano una dittatura militare.
In effetti, la partecipazione al colpo di stato cileno del 1973 da parte di numerosi membri e affiliati alla Mount Pèlerin Society, di cui von Hayek fu uno dei fondatori, è una delle manifestazioni più note della dottrina neoliberista della doppia verità, secondo la quale ad una élite si insegna la necessità di reprimere la democrazia (concetto proveniente da Carl Schmitt, da von Hayek stesso definito “il giurista della Corona” di Hitler), mentre alle masse si racconta di “smantellare lo stato-balia” ed essere “liberi di scegliere”. Come spiega Mirowski (p. 445):
—–>>>Milton Friedman impiega buona parte della propria autobiografia a tentare di giustificare e spiegare le sue azioni; in seguito, anche Hayek fu pesantemente criticato per il suo ruolo. “Fu soltanto una sfortunata serie di eventi eccezionali”, dissero, “non era colpa nostra”. Ma Carl Schmitt ha sostenuto che la sovranità è definita come la capacità di determinare le eccezioni alla legge: “Sovrano è chi decide lo stato di emergenza”. Il dispiegamento della dottrina della doppia verità in Cile ha mostrato che i neoliberisti si erano arrogati la sovranità per loro stessi.
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rospo: è la stessa “doppia verità” che le elite tecnocratiche a ispirazione del modello Hayek …stanno usando ora nel lager UE/euro …e sto qua ci viene a raccontar la “favoletta” su Hayek…..
ma va là….che hai sbagliato tutto.
Mirowski mette in evidenza la contraddizione dei neoliberisti che da un lato propagandavano il loro amore incondizionato per la libertà,(citazione precedente articolo )
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rospo: aggiungo e specifico io: METTEVONO IN EVIDENZA L’AMORE PER LA “LORO” LIBERTA’…non per quella degli altri ovviamente .Da leggere: libertà di opprimere (ecco il pensiero “sostanziale” di Hayek…amatissimo dalle èlite …non mi stanco di ribadirlo )
No, imbecille non sto sdoganando Von Hayek. Sto spiegando che fra quelli che oggi stanno cercando di opporsi alle élites c’è un dissidio che in parte è senza ragione.
Se si legge Von Hayek da una certa angolatura, evitando di dover prenderlo tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes – ci si accorge che il divario fra i sostenitori della libera impresa e quelli dell’intervento dello Stato è ampiamente componibile.
In altre parole il nemico non è strettamente il liberismo ma le élites cosmpolite che si sono appropriate dello “Stato sovranazionale”.
Purtroppo l’autore di questo blog permette ai troll di flooddare per svilire il dibattito per cui è perfettamente inutile continuare.
Lascio all’imbecille il compito di scrivere l’ultima raffica di post.
Saluti.
Lascio all’imbecille il compito di scrivere l’ultima raffica di post.(Mihidabo )
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approfitto del gentile invito …(rispedendo al mittente il termine “imbecille” sarei tentato di aggiungerci gli interessi con un bel “testa di cazzo ” ma evito—>> lo penso ma non lo dico per umana pietà ( o lo ho detto ??? oibò ..ahahah )
Sempre per i “palati fini” un altro link del qui ben conosciuto magistrato Lucio Barra Caracciolo..che esplica bene il pensiero “sostanziale” di Hayek :
http://orizzonte48.blogspot.it/2016/06/il-fantasma-di-hayek-riappare-nel.html
(sempre ammesso e non concesso che sto qua sia in grado di capire…vista l’interpretazione che da di Hayek (invito i gentili lettori a leggersi “La via della schiavitù ” di Hayek —>> se non si ha un sacco di juta in testa a mo di preservativo ..come il nostro qua presente interlocutore..capirà anche ad una prima superficiale lettura dell’opera di quel disgraziato stolto …cosa intendo dire.)
qui tanto per essere “fedele” al compito assegnatomi dal tizio (che io svolgo diligentemente e con impegno ahahha )
un articolo de “Il giornale” ove giurista Ilya Somin, professore alla George Mason University -in Virginia- e autore nel 2003 di un volume dal titolo Democrazia e ignoranza politica. Perché uno Stato snello sbaglia meno … in cui riprende le tesi di Hayek sul rapporto tra conoscenza e pianificazione e sviluppa una riflessione originale sui limiti della democrazia di massa.(Masse che Hayek detestava e disprezzava…tutti i suoi arzigogoli su democrazia, libertà, etc etc erano in funzione delle èlite non per le masse..ecco perché è amatissimo dalle èlite..)
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/se-elettori-sono-ignoranti-meglio-avere-meno-stato-1153059.html
ripeto: negli anni ottanta in diverse interviste quell’ideologo padre di un modello economico feudale /liberista chiamato Hayek ..disse chiaramente e pubblicamente che strati sociali di un certo livello culturale ed economico (in sintesi: il volgare popolino ) non sono idonei ad esprimere una volontà elettorale e che tale volontà doveva venir in qualche modo limitata. Che poi è lo stesso concetto espresso dalle èlite tecnocratiche attuali (in primis il nostro Monti ) e da un certo establishment pro UE/euro…a seguito del risultato elettorale del Brexit.
pssss psss…che è ??? non ti va il contradditoriooo ???? …beh capisco…sei un perfetto seguace di quella marmagliaaa là….
Giusto, leggetevi il libro così giudicate voi stessi
Sta qui
http://xenopraxis.net/readings/hayek_roadtoserfdom.pdf
La cosa ssurda è che l’imbecille troll il libro non l’ha letto e parla.
Scusate chiudo davvero, era solo per mettere il link al libro che va letto (e non condiviso ma certamente l’uso che ne fanno alcuni è puramente strumentale sia per i sostenitori che per i detrattori).
Caro coglione ..il libro ce lo ho qui nella scrivania mentre scrivo :
LA VIA DELLA SCHIAVITU’- Biblioteca Austriaca- Edizioni Rubbettino (libro sponsorizzato dall’Istituto Bruno Leoni…noto covo di sfegatati neoliberisti )
capitoli:
1-la strada abbandonata pag 55
2-la grande utopia pag 69
3-individualismo e collettivismo pag 77
4-l’inevitabilità della pianificazione pag 89
5-pianificazione e democrazia pag 103
6-la pianificazione e la sovranità della legge pag.119
7-controllo economico e totalitarismo pag 135
8-chi pianifica gli altri ? pag. 149
9- Sicurezza e libertà pag. 167
10- Perché emergono i peggiori pag.183
11- La fine della verità pag.201
12- Le radici socialiste del nazismo pag.215
13- I totalitari tra noi pag.229
14-Condizioni materiali e fini ideali pag. 251
15- Le prospettive dell’ordine internazionale pag. 269
16- Conclusioni pag 289
avvertenze e consigli: prima di leggere qualsiasi opera di Hayek…prepararsi ai conati di vomito…)
tu sei un cretino calzato e vestito.
pensate un po…che sto Hayek era talmente indigesto che non riusciva ad apprezzarlo mano Milton Friedman ..uno dei padri del neoliberismo americano fondatore e ispiratore della famosa e prestigiosa ” The University of Chicago Booth School of Business” ..il tempio del neoliberismo accademico ove attualmente insegna Luigi Zingales…e ove comunque non è assente il (mal)pensiero di Friedich Von Hayek .
Questo qua fa il saccente e non sa un cazzo.
Per sua stessa pubblica amissione Milton Friedman faceva una fatica terribile a “digerire” e condividere il pensiero di Hayek…quasi quasi apprezzava di più Keynes che era di visuale opposta che Von Hayek.Purtroppo l’establishment criminale del sistema UE/euro…stravede per Hayek e si è posto come obiettivo la realizzazione di quel modello (lo hanno detto pubblicamente..neanche lo nascondono )
non sto sdoganando Von Hayek. Sto spiegando che fra quelli che oggi stanno cercando di opporsi alle élites c’è un dissidio che in parte è senza ragione. (Mihidabo)
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non sto sdoganando Von Hayek
Rospo: nooooooooooo…non sta sdoganando Von Hayek…(in un blog Keynesiano ) nooooo…è una mia impressioneee…ma quando mai…non sdogana Hayek ahahah
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Sto spiegando che fra quelli che oggi stanno cercando di opporsi alle élites c’è un dissidio che in parte è senza ragione
Rospo: …avete capitooo ??? ahahah…tra noi e loro c’è una semplice banale incomprensionee…sciocchezzuole …leggettevi Hayek è il dissidio si sanerà….ahahahha
ma questo quiii è uno spassoooooo ahahahhah
per il pivello sprovveduto seguace di Hayek
consiglio la lettura della carta dei valori …di questo Blog
http://www.ilmoralista.it/wp-content/uploads/carta_valori_obiettivi.pdf
Si è messo a predicare Hayek in un blog ove ESATTAMENTE si porta avanti un discorso che è il perfetto opposto di cio che quel disgraziato sociopatico teorizzava nel suo modello economico .(legittimo ovviamente—->> anzi doveroso se se ne è convinti…ma pretendere che non si faccia il contradditorio….mi sembra pretendere un po troppo )
Il tizio che pontifica Hayek in un forum a ispirazione Keynesiana irritandosi per il doveroso (e legittimo ) contradditorio di fatto si pone (lui si ) nella posizione di Troll…
è venuto qui a trollare Hayek…ahahahha
Il giulivo pivello Haykiano si è volatilizzato …guarda caso il bravissimo Luciano Barra Caracciolo oggi ha pubblicato un post che dice esattamente le cose che dicevo io (a modo mio..modo non molto elegante ma io sono un grezzo capraro ) nei precedenti post che irritavano tanto il giulivo pivello Haykiano Mihidabo…ecco il post di Caracciolo di oggi(a fagiolo giusto giusto per qua ):
http://orizzonte48.blogspot.it/2016/09/draghi-hayek-e-la-moral-della-durezza.html
dall’articolo di Caracciolo evidenzio sta frase :
“…..La logica intrinseca di questa fenomenologia del neo-liberismo, a punta di diamante €uropeista, si può riassumere in alcuni principi fondamentali che trovano la loro anteriore chiarissima formulazione nel pensiero di Hayek…..”
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Rospo: ESATTO!!!!…tutta la logica del modello socio/economico/liberista UE/euro…è strutturata sul modello Hayek.
e sto pirla qua viene a dirci……….
La ormai nota morale della “durezza del vivere” del fu Padoa Schioppa (da leggere: riforme che vi facciano soffrire e per chi “gna fa”—->>> s-c-h-i-a-t-t-a-r-e.: cioè puro Darwinismo economico : chi ce la fa bene..chi non ce la fa crepi )vengono dritte dritte dal pensiero di Hayek.E funzionano!!! infatti : nel lager UE/euro ora più che mai si soffre, si schiatta e……—>>si crepa.
TEORIE CRIMINALI.
Caro Francesco.Mi trovi perfettamente d’accordo.Diamo forza al movimento,togliamoci dalle palle questo ammasso di egocentrici amorali che ci governano e poi si vedrà.
Che genio tattico martin fierro…l’ho sempre pensato…ma d’altronde che ci vuoi fare da un gaucho cosi non poteva che uscire un grande stratega.Ma che balli pure il tango? Argentino o Galiziano?
Se uno del M5S condivide il ragionamento basato su Hayek….siamo a cavallo!!!
Bingooooo!!!!!
Adesso si capisce perché il Reddito di Cittadinanza rispecchi esattamente il pensiero di Hayek .
Auguri Italia….
…..ecco….qualcuno (non a torto ) lo ha chiamato più appropriatamente —->>> ” Reddito di Sudditanza”…;-)
Non vorrei ricordar male …ma sto “Reddito di Cittadinanza/Sudditanza “…piace anche a Soros ;-)(Soros “il benefattore ” delle Ong…si..si..proprio quel “bravuomo “..
ps: se lo confondo con qualche altro bravuomo…a proposito del Reddito di Cittadinanza ..chiedo umilmente venia….
inutile dire che a Soros..non dispiace affatto Hayek (ma Soros è buono: ama tutti a secondo delle contingenze
punti chiave su cui insiste tanto VH, “from status to contract” e “rule of law”, non sono altro che autentica lotta di classe marxianamente intesa, quella della borghesia contro l’aristocrazia del privilegio e della rendita.(Mihidabo)
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????????????????? !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
…si vede che il Mihidabo ha le idee chiare.
Bohh…io quella puttanata chiamata “Il Capitale” (3 volumoni noiosissimi…non so come ho avuto la pazienza di leggerli —bypassando a tratti il secondo volume pieno di formule e calcoli matematici..) e l’opuscoletto “sintesi” del pensiero Marxiano ..
.a voi risulta che la lotta della borghesia contro l’aristocrazia del privilegio e della rendita faccia parte della “lotta di classe marxianamente intesa ” ??? …a me no (non c’è traccia nel Capitale ) il Mihidabo confonde le lotte della Rivoluzione Francese caratterizzate appunto dalla contrapposizione Borghesia (coadiuvata dal cosiddetto proletariato …poi dalla borghesia tradito e scaricato una volta preso il potere ) con l’aristocrazia feudale …infatti non vorrei ricordar male nel primo volume de Il Capitale…con un lungo ragionamento esplicita la formula “Merce Denaro Merce”(M D M ) e riconosce che la Rivoluzione Francese ha abbattuto un certo sistema di potere..ma però creandone un altro —>> quello capitalista —>> e da qui teorizza la contrapposizione non più tra borghesia e aristocrazia …ma tra proletariato e borghesia capitalista (figlia della rivoluzione francese ) …infatti qui cambia il quadro del sistema economico ed esplicita un altra formula : Denaro Merce Denaro* (D M D* ) ove il D* e maggiore del precedente D —->>> e da qui nasce la famosa “Teoria del Pluslavoro” che si trasforma in “Teoria del Plusvalore” ..ove il Plusvalore (D*) è determinato dalla differenza tra D* meno D iniziale = plusvalore ..che è poi il profitto scippato alle classi proletarie lavoratrici .E da qui nasce l’esigenza della “lotta di classe ” elaborata da Marx tra Proletariato/lavoratori e Borghesia Capitalista ladra del plusvalore scippato ai lavoratori .
Come abbia fatto a far una piroetta assimilando un certo quadretto teorico di Hayek ad un altro quadretto teorico elaborato da Marx …non lo so proprio.
o è confuso o è in malafede….o forse semplicemente non capisce una minchiaaa ahahahah
ma potrei far il commento anche sul resto delle sue “perle” …ma meglio non esagerare con il “Flooding “…ahahahh
Bye
ps: Marx si starà rigirando nella tomba…e forse anche Hayek…ahahah
Bohh…io quella puttanata chiamata “Il Capitale” (3 volumoni noiosissimi…non so come ho avuto la pazienza di leggerli —bypassando a tratti il secondo volume pieno di formule e calcoli matematici..) e l’opuscoletto “sintesi” del pensiero Marxiano ..
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non ho finito la frase:
… e l’opuscoletto “sintesi” del pensiero Marxiano ..”Il Manifesto “…li ho letti ..
Hayek sostiene apertamente che il concetto di giustizia sociale non ha senso se le diseguaglianze fra persone sono causate dall’ “ordine spontaneo” di una società di mercato libera, che è assolutamente preferibile agli altri sistemi sociali…… Il problema con Hayek, dal punto di vista filosofico, è che lui pone la libertà dell’ordine spontaneo di mercato come Dio supremo, poi se sotto a questo altare c’è giustizia o meno, si debba aiutare o meno, esista la compassione o meno, per lui è solo puro caso. Hayek rigetta drasticamente qualunque cosa noi abbiamo conosciuto come intervento della collettività/Stato per la giustizia sociale. Rigetta la civiltà per come la conosciamo.(Riferimento post Rospo del 11 settembre 2016 alle 22:21 )
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Qui in “proposito ” faccio parlare direttamente Hayek…purtroppo non ci son video di queste interviste tradotti in italiano….chi capisce l’inglese …si senta bene bene (ma bene..lo senta lo risenta e poi vada a guardare cosa dico io e cosa dice Mihidhabo ..in proposito e ne tragga le conclusioni…)
https://www.youtube.com/watch?v=K1MC4ag9wOc
da questa intervista …si capisce bene a cosa son finalizzati certi apparenti “buoni ragionamenti” espressi da Mihidabo (di fatto lo sono se estrapolati dal Modello Hayekiano nella sua complessità ma quei buoni ragionamenti incastonati nell’insieme risultano poi finalizzati ad un obiettivo che è tutt’altro che positivo..)
dai ragionamenti di Hayek presi nell’insieme ne scaturisce chiara chiara una visione dell’economia plasmata su un Modello chiaramente Darwiniano.E ne risulta chiarissimamente che nel Modello Economico di Hayek è impossibile la “ampia” componibilità tra la visione liberistà del libero mercato e la visione “socialista ” dell’intervento statale teorizzato da Keynes.
Il Mihidabo scrive:
“…Se si legge Von Hayek da una certa angolatura, evitando di dover prenderlo tutto per buono o tutto per cattivo – come si fa per qualsiasi autore inclusi Marx o Keynes – ci si accorge che il divario fra i sostenitori della libera impresa e quelli dell’intervento dello Stato è ampiamente componibile….” (Mihidabo )
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Rospo: guardando un frangente di un Modello Economico…da una certa angolatura piuttosto da un altra …si può far dire a quel frangente tutto e il contrario di tutto—->>> il frangente lo si può osservare nella sua particolarità estrapolandolo dall’insieme ma non prendendolo poi a modello a se stante per promuovere il modello nel suo insieme (questo fa il Mihidabo )…perché quel “frangente positivo” riportadolo coerentemente a tutto l ‘ insieme del Modello ..risulta avere una finalità che è diversa da cio che appare preso singolarmente.
se ascoltate bene cio che dice Hayek nel video…non so dove possa essere la “ampia (addirittura!!! ) componibilità tra le due visioni..liberista e keynesiana o socialista o chiamatela come vi pare….
Ho fatto parlare direttamente Hayek….se lo si ascolta bene…per deduzione si capisce cio che io poi ho commentato .
Hayek (e non Friedman tengo a precisarlo ) è l’esatta “perfetta” antitesi di Keynes…e Mihidabo…”spara cazzate “…
Hai capito Martin Fierro ???