Da ora fino a Marzo le varie forze politiche si cimenteranno in una serie di promesse elettorali in stile Giorgio Mastrota, garantendo “pentole e dentiere gratis a tutti quelli che si recheranno alle urne votando per il partito giusto”. Ora , finite le ideologie, declassata la politica a mera amministratrice di scelte strategiche partorite dalla finanza internazionale, cos’altro ci si può aspettare da una congrega di miracolati che siedono in Parlamento senza saperne neppure il motivo? Nessuno può realizzare una idea di società senza averne una. Ai nostri politici non viene chiesto né di studiare né di pensare, ritenendo il sistema sufficiente la presenza sulla scena mediatica di qualche damerino intercambiabile che presenti al popolino “capri espiatori” ricorrenti e di comodo- tipo la “casta”, la “cricca”, il “debito” o la “corruzzione” (con due zeta)- sempre evocati al fine di impedire alla collettività di mettere a fuoco i veri problemi che assillano una comunità oramai sull’orlo di una crisi di nervi. Naturalmente questo tipo di frode funziona perché il popolo non ha ancora maturato anticorpi per riconoscere al volo le furbizie di un sistema che domina proprio sfruttando l’ignoranza e l’ingenuità della “maggioranza silenziosa”, ancora in parte convinta- passati più di venti anni dalla recita di “Mani Pulite”- che la crisi italiana sia il risultato delle ricorrenti ruberie di politicanti avidi e corrotti. D’altronde per l’uomo della strada è più semplice limitarsi a puntare il dito contro i “magnaccioni”, perché questa sintesi non richiede evidentemente particolari sforzi intellettuali, liberando comunque istinti primordiali e belluini che permettono ai tanti “schiavizzati” di scaricare le tensioni accumulate contro bersagli falsi e di comodo. Ben più difficile è invece comprendere i meccanismi che, connaturati al modello neoliberale vigente, giocoforza producono sacche crescenti di povertà ed esclusione sociale. Ma solo un inguaribile utopista potrebbe sperare che, tra un “Grande Fratello” e una puntata di “Uomini e Donne”, la famosa “casalinga di Voghera” trovi il tempo di approfondire le cause del fallimento di una globalizzazione feroce che cammina filosoficamente sulle gambe di pensatori invecchiati e smentiti dalla realtà come Karl Popper e compagnia. I partiti, in teoria, servirebbero proprio a questo; a formare classi dirigenti colte in grado di fare “pedagogia politica”, di dotare cioè chiunque ne faccia richiesta di armi concettuali che impediscano la consumazione di raggiri pacchiani e miserabili. Ma purtroppo, sfogando la rabbia proprio contro i partiti perché aizzati dalle forze del “denaro”, i cittadini hanno segato l’unico ramo che li sorreggeva. A questo punto, stando così le cose, bisogna limitarsi a salvare il salvabile, cercando di individuare priorità semplici che anche un elettorato dolosamente disabituato al “pensiero critico” potrebbe riconoscere. E qual è oggi la priorità che ogni italiano responsabile dovrebbe abbracciare? Quella che impone e predica l’immediata uscita dell’Italia dal “sistema euro”, gabbia infernale pensata e costruita proprio con il dissimulato obiettivo di far esplodere le disuguaglianze economiche, poste a fondamento di un rinnovato modello di società che veda infine pochi milionari apolidi bastonare masse disarticolate, abbrutite e spaventate. Perché mai dovremmo accettare all’infinito che un qualsiasi mentecatto lettone o finlandese- penso a Dombrovskis o Katainen- decida al posto nostro le politiche utili per “far ripartire” l’Italia? Queste intollerabili ingerenze- che offendono la storia, la dignità e la cultura del nostro popolo- venivano fino a ieri accettate a denti stretti nel nome di una anacronistica fiducia nella sicura e finale realizzazione dei fantomatici “Stati Uniti d’Europa”, punto d’approdo necessario e storicamente determinato per tutti quelli che avevano sostituito in fretta il trionfo del socialismo proletario con quello più pragmatico del mondialismo liberale. Ma ora, considerato che la proposta degli “Stati Uniti d’Europa” è uscita definitivamente dai radar, nel nome di quale nuova chimera il popolo italiano- così come quello francese, tedesco, greco o spagnolo- intende continuare a sopportare in silenzio la proterva invadenza di finti commissari europei tenuti al laccio dalle grandi banche d’affari e corporation? A partire dall’ex presidente della commissione europea Barroso, guarda caso subito ingaggiato da Goldman Sachs una volta scaduto il mandato? Vi invito perciò a votare alle prossime elezioni politiche solo per quelle forze partitiche che si impegneranno senza ambiguità a tirare l’Italia fuori dalle sabbie mobili dell’euro, precondizione indispensabile per la successiva applicazione di politiche macroeconomiche indipendenti e improntate alla ricerca della giustizia sociale. Il resto è bassa propaganda.
Francesco Maria Toscano
30/11/2017
non solo ma anche dalla Nato e dall’Europa, ma non mi sembra che ce ne siano….soprattutto perchè il nostro paese non è sovrano. Inutile illudersi, la Grecia è sempre più vicina.
Le possibilità che si esca dallìEuropa e dall’Euro sono pari a quelle che l’Umanità possa liberarsi dalla Dittatura del Capitalismo. Poche o nulle.