Per ripartire bisogna individuare bene i problemi. E i problemi dell’Italia non sono “il debito pubblico”, il “deficit”, le “promesse dei politici” o altre simili amenità. Provate a leggere il vergognoso editoriale pubblicato oggi da Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera, titolato “Gli inganni (svelati) dei politici” per capire a quale livello di falsità può arrivare la propaganda anti-italiana di alcuni presunti intellettuali che vivono veicolando menzogne. De Bortoli, recitando in maniera ignobile un senso di responsabilità che non gli appartiene, fa finta di “essere allarmato” per la facilità con la quale la classe politica italiana, in prossimità delle elezioni politiche, avanza proposte “in grado mettere in pericolo la finanza pubblica”. E quindi le tasse non si possono abbassare come dice Salvini per “non mettere a repentaglio i conti”, il reddito di cittadinanza caro ai 5 stelle non si può attuare “perché non ci sono le coperture”, mentre Berlusconi non deve evocare la possibilità di emettere una “moneta fiscale” perché “si tratterebbe di altro debito”. Quindi, assodato che non si può fare niente, perché De Bortoli non propone coerentemente lo scioglimento del Parlamento, dipinto da questa specie di reazionario col ciuffo alla stregua di “ente inutile” nonché fonte di “continui sprechi”? Di inutile, falsa e pericolosa in realtà c’è solo la narrazione di De Bortoli, quinta colonna di poteri apolidi e stranieri che odiano gli italiani e l’Italia, ridotta sul lastrico non dai fantomatici “sprechi” evocati sempre a sproposito dai nemici della Patria, ma dalle politiche di austerità imposte da organismi sovranazionali sprovvisti di qualsiasi mandato democratico. I problemi non sono quelli indicati da De Bortoli ma De Bortoli stesso, profeta di sventura senza credibilità né pudore. E’ bene che i cittadini, manipolati dai grandi mezzi di informazione controllati dall’oligarchia, comincino a comprendere i meccanismi che la finanza massonica utilizza per perpetuare all’infinito la supremazia di pochi dominanti su una massa di dominati, storditi da analisi fasulle e infingarde partorite a gettone da alcuni “pifferi” in forza al regime non ancora definitivamente smascherati. De Bortoli, molto più di qualsiasi politicante, rientra a pieno titolo nella categoria di “nemico del popolo”, indegno megafono che passati dieci anni dallo scoppio di una crisi aggravata dalle “politiche del rigore” continua imperterrito a cantare la stessa filastrocca. La classe politica dovrebbe nel suo insieme sbugiardare queste vestali del potere occulto che scrivono sotto dittatura del potentissimo e venerabilissimo maestro Mario Draghi, anziché farsi intimidire dalla oramai defunta potenza “mediatica” di scribacchini stanchi che nessuno prende più sul serio. Perché i politici, di qualunque colore, parlano sempre in teoria nel nome di un popolo sovrano che sono chiamati più o meno meritevolmente a rappresentare. Mentre la grande stampa, in mano alla plutocrazia globalizzata, difende per indole gli interessi usurai di pochi privilegiati che restano tali solo nella misura in cui dilaga la povertà e la disperazione sociale. Come diceva giustamente Marx una coscienza di classe può “sedimentarsi solo in una ottica antagonista”. Ma questo sano e indispensabile antagonismo- che ci condurrà verso la conquista prossima di un nuovo metaforico “Palazzo d’Inverno”- va alimentato contro i veri nemici di classe che parlano in nome e per conto delle “forze del denaro”, e non contro qualche burattino di parlamentare chiamato a fare da parafulmine mentre infuria e cresce la rabbia delle fasce popolari. Non è vero che non si può fare nulla come dice De Bortoli, l’ottimismo della volontà non conosce limiti né confini. E siccome la classe padronale che parla per bocca del ventriloquo De Bortoli non vuole cedere nulla, vorrà dire che ci prenderemo tutto.
Francesco Maria Toscano
3/12/2017