Le elezioni del prossimo 4 Marzo non saranno inutili nella misura in cui serviranno a veicolare un racconto onesto e veritiero sulle reali criticità che l’Italia è oggi chiamata ad affrontare. Da troppi anni il nostro dibattito politico è asfittico, banale e artato, mera cassa di risonanza per presunti leader di cartapesta che non hanno nulla da dire né da fare. Le questioni effettivamente importanti, quelle che riguardano la tenuta della nostra democrazia svuotata e uccisa dai tecnocrati di Bruxelles, non vengono adeguatamente affrontate, mentre abbondano le facezie sul fantomatico quanto imminente ritorno delle “camicie nere” pronte a turbare i sonni di “arzilli progressisti” (penso a Scalfari o Napolitano) che, al tempo di Mussolini, fascisti lo erano per davvero. Storditi dalla volgare propaganda di politicanti che portano di continuo in scena se stessi, una parte dell’elettorato fatica ad indagare in profondità i processi politici, limitandosi perciò a scegliere un partito anziché un altro sulla base di un ragionamento perlopiù emozionale, legato cioè alla simpatia che promana dai volti teatrali di capipartito immarcescibili e intercambiabili. I cittadini italiani, considerato il quadro emergenziale, sono oggi chiamati ad una più profonda assunzione di responsabilità, capace di sospingere e sostenere un reale cambiamento di paradigma che potrà avvenire solo sulla base di una forte spinta popolare e dal basso. Chi ha a cuore le sorti della nostra declinante democrazia non può tirarsi fuori dalla mischia, non può cioè chiudersi dentro una aristocratica torre d’avorio in spregio ad una politica giustamente avvertita come miope e corrotta. Dobbiamo invece sostituire la cattiva politica con la buona politica, ricostruendo una solida cinghia di trasmissione che leghi il Palazzo ai cittadini. Ma soprattutto, dobbiamo ridare credibilità alle nostre istituzioni spargendo un messaggio fatto di trasparenza e verità, concetti disconosciuti alle attuali classi dirigenti- tanto di finta destra quanto di finta sinistra- arrivate al potere proprio all’indomani dell’oscuro biennio stragista ’92-93, vera quanto inquietante “levatrice” della cosiddetta seconda Repubblica. La Lista del Popolo rappresenta un onesto e genuino tentativo di aprire una nuova stagione, in grado di archiviare per sempre una lunga quanto infelice stagione politica dominata dallo svuotamento della nostra democrazia sostanziale per mano di una classe politica che si tiene insieme sulla base di una serie infinita di ricatti incrociati. Solo così si spiega il servilismo, ai limiti del masochismo, che ha contagiato gli ultimi premier che hanno recentemente ricoperto in maniera indegna l’incarico di Primo Ministro. Dopo Monti, imposto al potere dall’ala peggiore della massoneria mondialista, continuano ad alternarsi a Palzzo Chigi personaggi incolore, come Enrico Letta o Gentiloni, o perfino caricaturali come Renzi, tutti accomunati dalla stessa identica sudditanza nei confronti delle burocrazie europee, vero moloch infame che ogni sincero democratico dovrebbe avversare senza tentennamenti. Le imminenti elezioni di Marzo possono segnare o l’inizio di una riscossa, sulla scia dell’affermazione di nuovi movimenti politici veramente alternativi come la Lista del Popolo, o palesare la consacrazione di un declino suggellato dal voto meccanico e conformista di un elettorato oramai disabituato al pensiero critico. In ogni caso bisogna continuare a combattere una giusta e buona battaglia.
Francesco Maria Toscano
9/02/2018
“Tanto di finta destra quanto di finta sinistra”, ovviamente…
Anche l’ottimo Francesco è umano !
Con enorme stima e simpatia
Mario
Ho provveduto a correggere. Grazie per la stima!
Mi scuso, comunque, se ho dato l’impressione di fare il maestrino : non era mia intenzione…
Confermando tutta la stima,
Cordiali saluti
Mario
Piacere Francesco, non so nemmeno se ti arriverà il mio commento però ci provo. Candidato “non partecipante” ed a mie spese su Modena, Sassuolo, Ferrara, Cento per la Lista del Popolo. Tutto da un contatto fornitomi da Chiesa, della resp. regionale di cui preferisco non far nome. Molte le cose imparate da questa esperienza visto che mi sono dovuto organizzare quasi completamente da solo. Pochissime le indicazioni ricevute dai miei riferimenti ed oltre tutto spesso confuse, contraddittorie e poco pertinenti. Cosa che ho fatto notare sin da subito e che mi ha reso sempre più scettico. I risultati sono stati minimi nonostante i miei sforzi, vale a dire 4 firme ma in soli 2 giorni di raccolta, nel mio Comune di 70.000 abitanti di Carpi (MO). La faccenda è stata troppo precipitosa a mio parere, oltretutto un po’ ambigua. Io per esempio, pur avendoci “messo la faccia” su loro richiesta, non ho a tuttora ricevuto un minimo riconoscimento dal nazionale. Seguendo un mio percorso di ricerca quindi, in seguito a questa sonora delusione, mi sono da poco affacciato alla “vision” di Magaldi e la trovo molto credibile, anche stimolante giacché credo anche ad un significato “in spirito” delle persone, propedeutico ad un discorso pratico. In special modo vorrei dire ora sull’argomento, come proposto anche alla LdP ma senza risposta, credo sarebbe necessaria la creazione di sedi, sparse sul territorio, di realtà associative che favoriscano un incontro concreto fra le persone. Ma purtroppo i miei mezzi economici sono molto limitati, sono disoccupato ed ho quasi 60 anni, e necessiterei soprattutto di appoggi burocratici per farlo ed attivare qualcosa di efficace. Le ultime leggi rendono la creazione di realtà associative una vera utopia per gente come me. Di tempo ne avrei, intenzione e propensione ad un “libero pensiero” nel rispetto del pensiero altrui anche, ma mi serve aiuto. Spero molto quindi io possa ricevere qualche indicazione da te, o per lo meno qualche consiglio. Oppure, se pensi io possa essere utile alle vostre attività, la possibilità di esporre in modo pieno le mie idee, risorse ed aspettative magari in sede più adeguata. Distinti saluti, Giovanni.