MarioL’ineffabile Mario Draghi è finalmente uscito allo scoperto, mostrando in pubblico il suo vero volto di garante, agli occhi della speculazione internazionale, del progressivo annichilimento dell’apparato produttivo italiano. Di fronte alle telecamere il nostro banchiere centrale, sempre dipinto da una stampa compiacente come una specie di “eroe nazionale”, ha palesato i suoi peggiori impulsi anti-italiani, schiarandosi di fatto a fianco dei vari Moscovici, Juncker e Dombrovskis, ipocriti gestori di una oscena commissione europea che giudica eccessivo il 2,4% di deficit italiano nel mentre di ritenere conforme alle regole il 2,8% stabilito dal governo francese di Macron. Questi lestofanti non provano pudore nemmeno di fronte alla pacchiana negazione del valore oggettivo e indiscutibile dei freddi numeri! In ogni caso- come hanno capito quelli che non sono o troppo stupidi o in malafede- il problema è tutto politico e non “tecnico”, nascondendo l’ossessione per le cifre presentate dai “giolloverdi” in Finanziaria solo il fastidio dei soliti usurai privati nel vedere interrotto quel percorso di orwelliano “risanamento del bilancio italiano” che avrebbe dovuto infine cancellare definitivamente il tessuto industriale del Belpaese. Le oligarchie francesi e tedesche, infatti, hanno sempre vissuto con fastidio il “miracolo italiano”, frutto dell’ingegno e della tenacia di un popolo che i “signori” dell’Europa continentale volevano relegare al ruolo marginale di semplice esportatore di manodopera a basso costo. Finita la prima Repubblica- grazie alla sapiente infiltrazione nei gangli del potere italiano di uomini direttamente allevati ed eterodiretti dai soliti circuiti privati e apolidi- questo perverso progetto ha subito una decisiva accelerazione. L’uomo simbolo dell’avvenuto assalto anti-italiano, ripetizione in salsa tecnocratica del sacco di Roma perpetrato nel 410 d.c. dagli antenati dei tedeschi di oggi, è per l’appunto Mario Draghi. Non basterebbero fiumi di inchiostro per ricordare con precisione tutte le spericolate condotte poste in essere dall’uomo di Francoforte fin dai tempi in cui, da direttore generale del ministero del Tesoro, lo stesso gestì le cosiddette “privatizzazioni”, ossia la scellerata svendita dei gioielli di Stato a vantaggio di “amici” e “compagni”. Magari questa sarà materia per un prossimo articolo. Per ora basti ricordare come il semplice arrivo al governo di un uomo come Paolo Savona abbia di colpo fatto crollare quella sudicia maschera di ipocrisia che trasfigurava fino a ieri “un vile affarista” (copyright Francesco Cossiga) in una specie di eroe romantico, sempre pronto a “salvare l’Italia anche a costo di duellare con gli intransigenti banchieri tedeschi”. Savona ha ricordato a Draghi, con toni fermi ma diplomatici, che un banchiere centrale deve assolvere in pieno ai suoi compiti garantendo perciò la tenuta del sistema bancario che è posto sotto la sua supervisione, non potendo quindi scaricare sui governi responsabilità che sono sue. D’altronde nell’estate del 2012, quando in Italia governava già da mesi il vampiro Monti a furia di tagli e sacrifici, il nostro spread aveva abbondantemente sfondato quota 500, rientrando in riga solo dopo il famoso ed enfatizzato “whatever it takes” di Supermario. Ciò a riprova del fatto di come siano le politiche monetarie e non quelle fiscali che influiscono sull’andamento dello spread, fenomeno che in molti hanno interesse a manipolare per finalità di riordino sociale mascherate da “necessita’ macroeconomica”. Ora si capisce meglio perché Mattarella, voluto sul Colle proprio da Draghi, fece di tutto per impedire a Savona di diventare Ministro dell’Economia…In conclusione, Draghi la smetta di picconare la democrazia di Paesi come l’Italia nascondendosi dietro il paravento “dell’autonomia della banca centrale”. Persino i nazisti autentici, come prova un pensiero del già ministro dell’economia del terzo reich e banchiere centrale della Germania del fuhrer Hjalmar Scacht, tenevano il Parlamento in maggiore considerazione rispetto ai nazisti tecnocratici di oggi. Scriveva infatti Schacht a pagina 109 del suo libro “La Magia del Danaro”: “ E’ politicamente impensabile, soprattutto in una democrazia, che un istituto di emissione possa agire in contrasto con la politica del governo. La via d’uscita, quando vi sia una insormontabile opposizione fra i punti di vista del governo e quelli della banca di emissione, sta nel portare le ragioni del contrasto davanti al Parlamento. L’opinione pubblica deve essere informata di tali importantissime questioni”. Cioè che era eccessivo e “impensabile” finanche per gli uomini di Hitler è diventato triste consuetudine grazie ad istituzioni come la Ue e la Bce. Sarebbe il caso di dire basta.

    Francesco Maria Toscano

    26/10/2018

    Categorie: Politica

    Un commento

    1. federico scrive:

      sembra incredibile (a me) eppure ieri in conferenza stampa ho nettamente percepito la sicumera di Draghi cominciare a sciogliersi al sole …

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    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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